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La Luna e Margherita
C’era una volta la Luna ed il suo Re, che viveva tutto solo in un grande e meraviglioso palazzo bianco. Aveva pochi servitori e passava le sue giornate a guardare le stelle e la Terra con tutti i suoi mille colori.
Non c’è molta luce sulla Luna, tutto è penombra; non ci sono colori, tutto è bianco; non ci sono rumori, tutto è silenzio; non c’è la notte e neanche il giorno; tutto è triste e malinconico, così come tristi e malinconici erano gli occhi del Re della Luna. Profondi e scuri come la notte più buia e sempre alla ricerca di qualche cosa, ma senza sapere di cosa.
Una non-notte della Luna, il Re guardando verso la Terra dal suo palazzo bianco, incrociò lo sguardo di una ragazza: Margherita. Anche lei cercava qualcosa, qualcosa che aveva perduto pur non avendolo mai avuto. Aveva gli occhi blu come il cielo e anche i suoi erano coperti da un velo di tristezza. Ogni notte alzava lo sguardo al cielo e alle stelle, cercava……, sperava,…….. sognava.
Una sera d’estate in cui il caldo era insopportabile, Margherita decise di andare a rinfrescarsi al lago. Lasciò i vestiti sulla spiaggia, e si lasciò avvolgere dalle acque, accarezzata dalle piccole onde. Guardò il cielo, guardò le stelle, guardò la luna eppoi chiuse gli occhi……cercando, sperando, sognando.
Il Re della Luna la vide mentre sembrava dormire sulle acque ed ordinò al suo raggio più lungo di scendere sulla Terra e rapirla. E così fu.
Il raggio la sollevò dalle acque, l’abbracciò e cullandola come braccia materne la trasportò sulla Luna. Margherita non si accorse di nulla, continuava a dormire. Si risvegliò dopo molto tempo, in un palazzo che non era casa sua, in un letto che non era il suo. Tutto era bianco e silenzio. Accanto a lei era il Re della Luna che la guardava con i suoi occhi scuri e profondi che ora brillavano di una luce particolare.
“Ecco cosa cercavo da sempre!” le disse guardandola, “ecco da chi volevo essere trovata!” rispose lei, ed anche i suoi occhi avevano perso quel non so che di tristezza.
I due innamorati passavano le ore, i giorni, i mesi a guardarsi. Non avevano bisogno di parole, a loro bastava stare vicino per ascoltarsi, e parlarsi.
Il tempo passava e la vita sulla Luna non giovava a Margherita. Lei era abituata alla Terra, al giorno, alla notte, ai colori e alla luce; cominciava ad indebolirsi. Un non-giorno il Re della Luna le disse che se voleva sopravvivere doveva tornare sulla Terra dove c’era luce, colore, giorno e notte. Ma Margherita non voleva sentire ragioni, voleva stare con lui: “I tuoi occhi scuri e profondi saranno la mia notte, il tuo sorriso sarà il mio giorno, i tuoi abbracci saranno i miei colori, i tuoi baci la mia luce!”
Nonostante queste parole, Margherita continuava a stare male e così una non-notte il Re della Luna con il cuore gonfio di tristezza prese la più dolorosa decisione della sua vita. Si avvicinò al letto dove Margherita dormiva, l’accarezzò un’ultima volta, la guardò, la baciò, se la strinse forte al petto come se volesse conservare dentro di se il suo profumo e poi la consegnò al suo raggio più lungo perché la riportasse al lago.
Era una sera d’estate in cui il caldo era insopportabile e Margherita galleggiava come accarezzata e cullata dalle acque. Si svegliò improvvisamente con una fortissima fitta al petto come se qualcuno le stesse strappando il cuore e come prima cosa alzò lo sguardo al cielo cercando la Luna, cercando qualcosa che aveva perduto ma non ricordava cosa. Dagli occhi tristi le scesero due lacrime che si trasformarono in piccoli brillanti.
Il Re della Luna aveva fatto in modo che lei perdesse il ricordo di quello che era stato. Ma se i ricordi si possono cancellare, l’amore no. E così Margherita ogni volta che c’è la luna si mette a cercarla e guardarla con i suoi grandi occhi blu tristi, tocca i brillanti fatti con le lacrime della luna e sospira in attesa di qualcosa, del suo amore, che ogni notte la guarda dal suo palazzo bianco e le manda il suo raggio più lungo ad accarezzarla e a baciarla per lui.
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