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Le tre vecchie

Tre vecchie stanno sedute sotto il portico a chiacchierare. Una grassa, una alta e magra e una di media corporatura.
Quando passo con la carriola, nella fattoria dove lavoro, le guardo e le compiango. Poveri esseri inutili e impotenti senza più alcun rapporto con la vita.
Mentre vado avanti e indietro trasportando letame dalla stalla alla concimaia, guardo queste vecchie nell'ombra del portico e ascolto i loro discorsi. Sono tutte mezze sorde e gridano forte per farsi capire:
"Le nostre anitre soffrono perché il fosso è quasi asciutto".
"Già".
"Versiamo il brodo nella terrina per far salire il livello dell'acqua".
"Sì, facciamo così".
"Ah, ah"
"Eh, eh".
"Ih, ih".
Io compiango questi discorsi insensati e penso con terrore alla vecchiaia. Com'è triste la fine della vita.
Poco tempo dopo grosse gocce di pioggia incominciano a cadere. Eppure laggiù a ovest splende il sole. Ma qui è arrivata una nube estiva tanto veloce quanto carica di pioggia. I lavori nel cortile sono sospesi a causa del forte acquazzone. Intanto altre nubi sono arrivate a oscurare il sole e la pioggia dura tutto il pomeriggio.
Alcuni giorni dopo, mentre zappo l'orto e cavo le erbacce, sento i discorsi delle vecchie, sempre sedute all'ombra del portico. Immagino la noia che provano a stare sedute là tutto il giorno senza più la possibilità di modellare la realtà.
"Tuo nipote ci ha insultato stamattina".
"Già".
"Deve imparare la lezione quel brutto prepotente. Mettiamogli il secchio in testa. Facciamolo stare zitto per un giorno intero".
"Già, facciamo proprio così".
"Ah, ah".
"Eh, eh".
"Ih, ih".
Il mattino dopo Jeffrey, il figlio del padrone, non viene a lavorare perché ha la gola infiammata. Adesso è a letto con gli impacchi di acqua fredda. Mi dispiace poiché questa sera il ballo sull'aia non si farà.
I giorni passano alla fattoria, i lavori proseguono, le verdure crescono e le vecchie sono sempre al loro posto.
Ho ripreso i lavori nell'orto con nuove semine e risento le loro chiacchiere. Mi ero quasi dimenticato di quelle vecchie e dei loro discorsi stupidi. Adesso ripensandoci mi sembra di intravedere un rapporto fra le loro parole e quello che è accaduto. No. Sarebbe assurdo, sarebbe illogico. Sarebbe stregoneria.
Questa idea improvvisa cambia la direzione dei miei pensieri. Ma certo. Quelle vecchie conoscono l'Arte Saggia, come veniva chiamata una volta. Esse si sono tramandate gli insegnamenti delle loro nonne, i piccoli segreti delle erbe, dei campi, della mente. Inoltre posseggono l'esperienza, la sensibilità per percepire, il tempo per meditare.

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3 commenti:

  • cesare massaini il 14/04/2013 21:57
    davvero carino. apassionante e ben scorrevole. FOrse l'unica incoerenza con tutta la storia è il nome straniero. Ciao.
  • sergio bissoli il 31/03/2008 10:26
    Altro racconto vero. Ho le foto di queste 3 vecchine, alle quali mi sono ispirato. Le riconsiglio di vedere bissoli su youtube. Ho messo 50 video.
    Bissoli 04 42 30 916 mattino
  • Alfredo Mogavero il 02/09/2006 21:09
    Racconto semplice, ben scritto, buono l'uso del presente come tempo narrativo. Una pecca, a mio avviso: tutto suggerisce al lettore un'ambientazione rurale italiana, poi salta fuori Jeffrey, un nome straniero, e un po' vien meno la credibilità del tutto. Non male, comunque.

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