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Le ragioni della follia
Era piena di gente quella sera di fine maggio Piazza Santa Maria in Trastevere. Due ragazzi con la chitarra intonavano canzoni conosciute e tutti lì a cantare. Mi feci largo sedendomi in cima alla scalinata per poter poggiare la schiena. L’odore di marujana era forte ed infatti di lì a poco qualcuno mi passo uno spinello. Feci due tiri come tutti e passai. Mi guardai intorno, vicino a me una ragazza, magra, capelli corti, biondi, con gli occhi semichiusi: pensai che avesse fumato un po’ di più. Le sorrisi, così tentando un approccio. Lei mi guardò un po’…. E più tardi mi sorrise. Il tempo volò via tra un canto ed un altro e qualche altro spinello. Pian piano la piazza iniziò a svuotarsi, infine eravamo rimasti veramente pochi quando ad un tratto la mia vicina mi disse. "Per favore, portami via di qui! Sto collassando!- Non è che io stavo al massimo, anch’io avevo fumato abbastanza, ma come tante volte mi è capitato nelle mia vita, non ho mai detto no ad una richiesta d’aiuto. Feci uno sforzo enorme per sollevarla, passarle un braccio dietro la vita e trascinarla via di li: fortunatamente la mia 500 blu era parcheggiata vicino. Una volta dentro le chiesi: - Dove abiti? Ti porto a casa " Scosse il capo. Mi accorsi che era pallidissima, ebbi un attimo di paura: " Vuoi che ti porti in qualche posto in particolare… all’ospedale?...-
Scosse di nuovo il capo e poi con un filo di voce mi disse: - Per favore fammi stare un po’ qui.. poi mi passa.- Mi trovavo in una di quelle situazioni incresciose, lei era li, semisvenuta, non sapevo dove portarla, ed io stesso non ero lucidissimo. La buttai li: - Vuoi venire a casa mia? Posso ospitarti per stanotte.- Accennò di si con il capo. Abitavo vicino l’ Eur, lentamente arrivammo, l’aiutai a scendere dalla macchina, entrammo in casa e l’adagiai sul divano letto del mio piccolo salottino. Solo allora mi accorsi che aveva dei segni inconfondibili sulle braccia: non era fumata, era fatta di eroina. Mi misi a letto con l’angoscia nel cuore, ma riuscii comunque a dormire.
La mattina seguente, mi alzai, lei dormiva; preparai un buon caffè e misi su un disco dei Pink Floid….. lei si svegliò.. le portai il caffè e mi accolse con un gran sorriso: - Grazie, non so cosa avrei fatto ieri notte senza il tuo aiuto..-
- Tranquilla, non è niente.. ah io sono Claudio e tu?-
- Mi chiamo Alba…- Parlammo del più e del meno e intanto la scrutavo: era carina… qualche minuto dopo era bella…. Dopo qualche minuto ancora mi accorsi che mi piaceva….
- Bene adesso ti accompagno a casa "
- No per favore tienimi qui qualche giorno, ti prego!- Mi raccontò di essre andata via di casa dalla Sicilia con un ragazzo che faceva il parrucchiere e, che giunti a Roma, iniziarono a frequentare vari ambienti, poi cominciarono a farsi di ero e soprattutto lui da qualche tempo era ormai interessato più agli uomini. Spesso la usava per rimorchiare qualche maschio. Mi parlò ancora della magra vita in Sicilia, suo padre aveva abbandonato sua madre quando era incinta di lei, ma sapeva che attualmente lavorava a Rimini. Io che nella vita non ho mai saputo negarmi ho acettato. Andammo a mangiare un boccone in una trattoria li vicino, le dissi che dovevo provare col gruppo e che lei poteva aspettarmi in casa ascoltando un po’ di musica: in effetti tutto il mio patrimonio consisteva in qualche tastiera dismessa, uno stereo e un pacco di LP di musica rock e non
Quando tornai a casa sembrava fosse passata un’impresa di pulizie. Molte delle mie cose erano in ordine, aveva anche spazzato e passato lo straccio… Passammo la sera a Trastevere, rimediai un po’ d’erba e tornammo a casa. Le chiesi se voleva dividere il letto com me: non rifiutò. Dopo un paio di spinelli iniziai a carazzarle il corpo nudo…era stupenda…
- Claudio, ti prego, non sono pronta per scopare con te!- Una doccia fredda, ma continuai a carezzarle il corpo nudo per molto tempo ancora. La sua pelle era liscia, è vero era magra ma ben tornita. I seni piccoli ma graziosi e la peluria sul pube non molto folta. Fu dura per me quella notte riuscire a contenermi senza forzarla, ma l’andamento lento della mia mano le piacque.
Al mattino mi alzai per preparare il solito caffè e gielo portai a letto. Quando si alzò, completamente nuda per me fu una visione di paradiso, si avvicinò, mi buttò le braccia intorno al collo: -Grazie, per stanotte!- Poi mi baciò… a lungo.. tentai di andare oltre, ma mi fermò di nuovo.
Andammo a recuperare le sue poche cose a casa di quel suo amico parruchiere e venne ad istallarsi da me. Ad un tratto iniziò a sentirsi strana.. Andammo al centro, lei si procurò qualche dose. Tornammo a casa, la osservai preparare tutto, si strinse il braccio e mi disse. " Fammela tu.. per me sarà come una penetrazione… e mi farai godere….!- Forse per lei era così davvero. Ci riuscii, non so come…Ho ancora presente nella memoria quell’ago che enrava nelle sue vene.. Ma l’incantesimo si era rotto. Restò qualche mese con me.. dopo quella volta della siringa iniziammo anche a fare l’amore, più volte…mi ero innamorato di lei e non sapevo come aiutarla…La convivenza si faceva sempre più difficile, nonostante l’amassi.
Un giorno non tornò…. Piansi, perché l’avevo vista farsi sempre di più, non sapevo dove cercarla, i soldi erano finiti, anche i miei…e lei mi era entrata comunque nel cuore,,, e, c’era da iniziare la stagione dei concerti…. Grazie al cielo anche quella volta la musica mi salvò: spesso sfogavo la mia rabbia ed anche il mio amore perduto sulla tastiera. Fu una delle mie migliori stagioni: qualcuno mi disse che ero ispirato quel periodo!
Passarono alcuni mesi… Un giorno rientrando la trovai seduta sul divano: e si, era andata via portandosi le chiavi che avevo fatto per lei. Non parlammo, l’abbracciai, piangevo e ridevo insieme: facemmo l’amore a lungo… Quando mi ripresi da quegli attimi di pura passione notai che era più magra, aveva perso un dente ed un altro si era annerito, i capelli tagliati cortissimi, il viso scavato… l’eroina la stava consumando… Mi parlò… mi disse tra l’altro che era andata a trovare il padre a Rimini, il quale, visto il suo stato aveva persino tentato di approfittarne, ma lei riuscì a scappare. Piansi mentre ascoltavo: povera la mia piccola: l’amavo ancora teneramente, a parte quegli attimi di passione vederla così indefesa era come una tortura.
- Aiutami Claudio, voglio uscirne… voglio tornare al mondo… aiutami ti prego.. non voglio finire prostituendomi per farmi…Lo so che mi ami… Io.. ti voglio bene Claudio, ma il bisogno di “roba” adesso è più forte dell’amore… non c’è posto per l’amore nel mio cuore…-
Il suo appello era disperato ed anche quella rivelazione sul suo sentimento per me furono una sferzata: non solo io piangevo, anche il mio cuore piangeva, ferito….. mille pensieri mi attraversarono la mente.. scopava con me per un misto di bene e riconoscenza, ma non mi amava….
Io si invece… mi ero innamorato di lei anche se era una fattona…. Dovevo fare qualcosa…
- Ti porto da tua madre…-
L’indomani riusci a farmi prestare una macchina un po’ migliore della mia 500 da un collega chitarrista: presi su due soldi e via. Catania era lontanissima.. quella strada non finiva mai.. mentre migliaia di pensieri mi logoravano cuore e testa. Infine giungemmo. La madre ci accolse amorevolmente, mentre con un nodo in gola le dicevo:
- Signora, sua figlia Alba è a ruota di eroina, ha bisogno di un centro di recupero e di tanto amore da parte sua… come il mio… a fondo perduto… Per favore.. (stavo ormai singhiozando ed i miei occhi non riuscivano più a fermare qualche lacrima) lo faccia anche per me.. Mi strinse la mano fortemente, senza parlare: era una promessa d’amore… per sua figlia che avava smarrito la via…..
Inconrai Alba dopo circa sette anni: aveva un bambino con sé: mi disse subito che non era mio e che si era sposata con un ragazzo. Mi invitò a cena per farmi conoscere il marito. Ci andai qualche sera dopo e lei parlò cosi al marito: - Ti presento la persona che mi ha ridato la vita, È grazie a lui che sono uscita dal tunnel!-
Cenammo allegramente poi andai via. Felice per lei e la sua nuova vita, senza eroina ma con un non so che di amaro in bocca: amicizia, graditudine si.., ma l’amore l’avevo definitivamente perso. Una lacrima scese sul mio viso: non sapevo bene cos’era… Salendo in macchina mi sparai una cassetta dei Genesis:di nuovo la musica mi venne in aiuto: pian piano tornò il sorriso e con esso la voglia di continuare a credere nell’amore.
PS. Seguirà la pubblicazione di alcune poesie dedicate ad Alba, tra cui una libera traduzione ed interpretazione di una poesia di Saffo.
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