Marco aveva 14 anni, i genitori gli volevano bene, viveva in una bella villetta fuori città,
aveva un sacco di amici, una camera tutta sua, a scuola andava bene e i professori lo adoravano, ma…
Ma lui era diverso dagli altri, era migliore degli altri, era sicuro di essere superiore agli altri.
Lo sapeva dalla notte del suo undicesimo compleanno.
Quella notte si era svegliato nel buio sentendosi chiamare, sentendo il suo nome non con le orecchie, ma…nella testa.
Si era alzato dal letto andando verso l’angolo pieno dei suoi giochi e aveva preso in mano il libro, quello pieno di figure, quello su Peter Pan, lo aveva aperto…
Quello che aveva visto non erano i disegni della favola, ma come in uno schermo di una televisione, aveva visto un uomo, di spalle, vestito di nero, che camminava davanti a lui, verso una casa, isolata, immersa nel buio.
A un certo punto, questi si era girato, lo aveva guardato con uno sguardo gelido, cattivo, facendolo quasi cadere per lo spavento, e aveva detto:”Buon compleanno, Marco, ci rivedremo presto”.
Si era svegliato nel suo letto, ricordandosi tutto, ma non del tutto sicuro che fosse successo davvero, che non fosse stato tutto un sogno.
Era andato a prendere il libro, lo aveva aperto e aveva visto Peter Pan sorridergli dalla prima pagina.
Ma da quella prima notte gli era capitato spesso di vedere altro attraverso quelle pagine trasformate.
L’uomo senza nome aveva compiuto atti che all’inizio lo spaventano, ma poi, col passare del tempo, dalle visioni sempre più esplicite che l’uomo gli permetteva di vedere, aveva cominciato a capire che voleva diventare come quell’uomo.
Ogni tanto, dai discorsi dei genitori, dalla tv, dagli adulti intorno a lui, capiva che quelle scene a cui assisteva, accadevano realmente, intorno a lui, anche a persone che conosceva.
Nell’ultimo anno c’era stato un aumento della violenza in quei viaggi notturni a cui lui assisteva, sempre più coinvolto, sempre più desideroso di qualcosa di più.
Ma lui oggi era ancora più eccitato del solito, oggi nel giorno del suo quattordicesimo compleanno, aveva festeggiato coi suoi amici, aveva ricevuto tanti regali, fatto una grande festa, aveva anche baciato la sua ragazza, di nascosto, ma lui aspettava la notte, perché i suoi compleanni erano sempre stati un po’ speciali.
Quella notte non riuscì a dormire, e quando arrivò il momento lui era già pronto, si buttò giù dal letto, prese il libro, lo aprì e vide la solita schiena muoversi verso quella casa isolata e immersa nel buio, come sempre.
Entrò nella solita stanza, dove sul letto c’era una ragazza supina, che si agitava, legata e imbavagliata come sempre. L’uomo cominciò a spogliarsi, e poi come al solito la prese con violenza.
Poi estrasse il coltello, per ucciderla come aveva sempre fatto negli ultimi tempi, ma questa volta si girò verso di lui.
Lui si sentì risucchiare dentro quella stanza, e si ritrovò, come mai era successo, all’interno della casa.
L’uomo lo guardò e dopo il solito sorriso gli disse:”Buon compleanno, Marco. Questo è il mio regalo!”
Lui pensò che quello doveva essere un buon inizio per la sua carriera, e tutto eccitato si buttò sul corpo della sua fidanzata.