... mio padre dall’eccitazione non ricordò che per entrare al piano terra, bisognava salire tre gradini, in quanto era più sollevata rispetto alla quota del terreno, naturalmente inciampò e tirò dietro tutta la compagnia urtando violentemente la testa contro la porta d’ingresso, cominciò a suonare la sirena dell’antifurto, una serie di faretti si accesero per illuminare la zona dell’intrusione e relativa telecamera di sorveglianza che filmò tutta la scena; dal bernoccolo in testa di mio padre (che urlava come un forsennato), alle risate a crepapelle del resto della truppa.
Mentre mio padre inveiva contro di noi, alterato dal nostro comportamento non consone al suo impegno, io corro nella casetta degli attrezzi sede dell’interruttore generale del quadro elettrico.
Tutto fu riportato alla normalità e la prova antifurto rimandata ( ricordo che al secondo tentativo tutto riuscì alla perfezione, in fondo papà era un bravo elettrotecnico).
Salvo ho visto che vai spesso nella casetta degli attrezzi! Disse mio padre con tono concitato, dentro vi si trovano attrezzi che non devi toccare, ed in special modo la cassapanca! Annuisco al suo sguardo e vado a casa.
Nella mia stanza un turbinio di pensieri…” Salvo non toccare la cassapanca” questa frase rimbalzava nella mia testa come una pallina da ping-pong ; dopo poco tempo mi addormentai.
L’indomani al ritorno da scuola e approfittando che mio padre facesse il turno pomeridiano, mi avvio di corsa nella piccola casa degli attrezzi: Salvo non vieni a mangiare? Mia madre giustamente mi fa notare che sono le 14 passate; tra cinque minuti! Risposi! Mi sentivo attirato da quella cassapanca come una calamita, davanti a me imperiosa e chiusa da una grande catenaccio.
Da sempre fin da piccolo sono stato attratto dalle apparecchiature elettroniche di mio padre, alcune emettevano strani sibili e linee colorate, altre onde che ballavano dentro piccoli televisori, il mio pensiero va sempre alla cassapanca; che nuovo strano apparecchio avrà costruito da recente mi chiedevo? Sicuramente sarò custodito la dentro! cerco di trovare un rimedio per potere guardare dentro senza che venissi scoperto e... spostando la cassapanca da una parte noto ben nascosta sotto di essa, come uno sportello sul pavimento, ma che sportello! Era una botola con tanto di maniglia.
Il cuore comincia a battere a mille, mia madre mi richiama, risistemo tutto e corro a casa per pranzare.
Passano alcuni giorni, sento dire a papà che sabato prossimo non avrebbe fatto ritorno a casa per motivi di sopralluoghi e controlli in aree distanti dalla città e che avrebbe fatto rientro a tarda sera, nella mia mente si accende una lampadina! quello sarebbe stato il giorno delle scoperte per me.
Sabato mattina dopo che papà si allontana a bordo della sua auto, inizio tutta la messa in scena.
Comincio a lamentarmi e accuso forti dolori allo stomaco “ forse hai mangiato troppo ieri” disse mia madre, un giorno di cautela e di digiuno sarebbe stato l’ideale concluse. Dopo mille raccomandazioni e consigli la mamma esce per accompagnare Sara a scuola e fare degli acquisti. Tutto procede come un copione già scritto, quello era il giorno ideale per le mie esplorazioni, la mamma è appena uscita ed io corro verso la casetta degli attrezzi, quasi con affanno sposto la cassapanca in modo da liberare completamente la botola, la sollevo, una scala scende giù ripidamente, ma è tutto buio, un brivido percorre la mia schiena! anche se la paura prende il sopravvento, la curiosità è tanta.
Cerco una lampada tascabile ma non la trovo, corro nel quadro elettrico, ecco! dico tra me e me “botola” stava scritto sopra ad un pulsante che premo immediatamente, si accende una luce che illumina sotto ed inizio a scendere con molta circospezione la scala.
Fine terza parte…continua