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Il mio ricordo più bello
Ricordo ancora come se fosse ieri il giorno in cui sei entrato a far parte della mia vita.
All’epoca non ero altro che una giovane ragazza di 16 anni a cui non interessava altro che leggere, era così che passavo ogni minuto libero della mia intensa giornata da studente. Poi sei arrivato tu, di quattro anni più vecchio, bello, intelligente e spigliato, mi hai subito rapito il cuore e la mente.
Ricordo quel giorno con nostalgia. Eri venuto a casa nostra per lavorare ad un progetto universitario con mio fratello. Io ero rinchiusa nella mia stanza a leggere l’ennesimo libro, m’infastidiva avere degli estranei per casa. Ero talmente immersa nella mia lettura che non mi accorsi nemmeno che qualcuno aveva aperto la porta e mi stava osservando. Mi ero seduta a terra, come facevo spesso, e tu mi fissavi senza dire una parola. Fu la voce di mio fratello che ti chiamava che mi fece alzare gli occhi e guardare verso di te.
Eri li, i capelli castani scompigliati e gli occhiali malamente appoggiati a metà naso. Indossavi dei jeans sdruciti e una polo. Lessi nei tuoi occhi interesse e stupore, come se stessi guardando un essere strano, come se per te fossi una sorta di alieno. Mi persi subito nei tuoi meravigliosi occhi verdi, così intensi e vivaci.
Dopo un lungo minuto di silenzio finalmente mi decisi a parlare
“Ciao” dissi bruscamente, non so perché infastidita dal fatto che non avevi bussato o per il turbamento che sentivo guardandoti “A casa tua non si bussa mai prima di entrare nelle stanze degli altri?”
Il tuo sguardo mutò velocemente e da stupito divenne cupo “Scusa” mi dicesti con tono seccato “Pensavo che questo fosse il bagno”.
In quel momento, quasi a voler salvare la situazione arrivò mio fratello che t’intimò di non darmi retta e ti mostro dov’era il bagno. Nel chiudere la porta potei ascoltare qualche stralcio della vostra conversazione, mio fratello che ti diceva “Non devi farci caso a mia sorella, vedi lei è come la panna scaduta: acida” e tu gli risposi ridendo sonoramente “Si, l’avevo notato”.
Quel giorno mi ritrovai a piangere per quelle parole, sapevo di non essere molto brava ad aprirmi con gli altri, ma ciò era dovuto all’eccessiva timidezza e non per una sicurezza ospentata.
Fu così che cominciasti a frequentare assiduamente casa mia, spesso ti fermavi a cena con noi, intrattenendo tutti con la tua simpatia. Tu non mi guardavi nemmeno, ti comportavi come se io non esistessi davvero, come se fossi solo l’ennesimo mobile della stanza. Mentre io mi accontentavo di osservarti e ascoltare la tua meravigliosa voce.
Un giorno mentre rientravo da scuola t’incontrai, stavi venendo a casa nostra per studiare, facemmo la strada insieme, senza mai scambiarci la parola solo scambiandoci qualche sguardo. Poi giunti a casa, come sempre le nostre strade si divisero tu con mio fratello, io nella mia stanza.
Tutto successe una notte in cui tu ti eri fermato a dormire a casa nostra. C’era un forte temporale e io giacevo nel letto sveglia e impaurita. Sentii la porta aprirsi e qualcuno entrare. Non dissi niente, non so per quale motivo, ma rimasi in silenzio fingendo di dormire. Ti sentii avvicinare e sederti sul mio letto, un lampo illuminò la stanza e mi permise di vedere il tuo volto teso. Rimasi con gli occhi chiusi aspettando la tua prossima mossa. Ero certa che ti eri intrufolato in camera mia per farmi qualche dispetto, invece ti chinasti sul mio volto e mi baciasti delicatamente sulle labbra. Durò solo pochi secondi, ma a me parve un eternità, sentivo le tue labbra morbide appoggiate alle mie e il calore del tuo corpo. Non so per quale motivo continuai a far finta di dormire, ma rimasi immobile quando tu, dopo avermi accarezzato la testa, te ne andasti.
Rimasi sveglia tutta la notte per cercare di capire cosa fosse successo e cercando di dare una spiegazione logica a ciò che avevi fatto.
Il giorno dopo al mio risveglio tu te ne eri già andato
Da allora non ti vidi più. All’inizio pensai che era colpa mia e di quello che era successo, invece, mesi dopo, scoprii che mio fratello non ti aveva più invitato a casa nostra perché accortosi dell’interesse che provavi per me aveva preferito allontanarti per tutelarmi.
Ecco qual è il ricordo più bello della mia vita, quel bacio che mi rubasti tu in una notte di tempesta.
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