È Lunedì, a scuola incontro Cristian, il mio compagno di classe con la passione dell’informatica.
Ciao Salvo! Ciao Cristian, devo parlarti di una cosa importante, dimmi tutto, no! non ora, ne riparliamo per la ricreazione.
Ne parlai con Cristian, ma non di tutto; ho raccontato un terzo di quello che sapevo
( per evitare che tutto l’istituto si precipitasse a casa mia).
Il pomeriggio invitai Cristian a casa mia che puntuale arrivò alle 17.
Allora? Dov’è quest’albero mi disse, lo invitai a seguirmi fin sotto la quercia,
indicai a Cristian dove si trovavano quei tubi rigidi.
Presi una scala ed in un attimo ci trovammo in cima all’albero, Madonna! disse Cristian,. sai cosa sono questi? rivolgendosi a me con gli occhi sbarrati; sono cilindri in fibra ottica, Le fibre ottiche sono dei sottilissimi fili di vetro, talora di plastica, ma comunque molto trasparenti alla luce, a sezione cilindrica, flessibili, con uno svariatissimo campo di applicazioni nei settori della medicina, dell'astronomia, delle telecomunicazioni, perfino dell'arredamento e…alt basta così! dissi al mio amico, a cosa possono servire gli chiesi, fammi vedere fin dove arrivano! No! risposi, te lo dico io, arrivano nel sottosuolo ovvero nel vano caldaia.
Ho capito tutto mi disse Cristian, tuo padre è un genio, ha reperito questi cilindri in fibra ottica per poterli usare da accumulatore solare e di luce, praticamente l’impulso luminoso attraversa la fibra ottica che attraversa un raggio laser che stimola un fotodiodo che si trasforma in suono o luce che…faccio in tempo a tappare la bocca a Cristian, perché alla mia prima confusione lui tenta di aggiungerne una seconda.
Ok grazie di cuore sei stato utilissimo per capire, nel frattempo ci avviammo a casa mia per ascoltare un po’ di musica.
A mio padre non dissi nulla della scoperta e tantomeno a mia madre e mia sorella.
È Martedì, al ritorno da scuola vado a pranzare, subito dopo dico a mia madre che andavo nella casa degli attrezzi per riassettare e completare uno dei miei hobby preferiti, il modellismo! stavo per finire un fuoristrada con motore a scoppio in scala miniaturizzata.
La verità era un’altra volevo completare la mia visita nel mondo fantascientifico (o quasi) che aveva creato mio padre.
Molto in fretta apro la botola, scendo le scale, attraverso il corridoio che mi porta nell’altra scala con in cima la porta, entro dentro la stanza, tutto intorno a me è affascinante, ho più tempo e riesco a guardare attentamente tutte quelle strane apparecchiature che per me non hanno un senso, il mio sguardo si posa sullo sgabello al centro di quella fitta rete a forma di quadrato, composto da tante lampade, mi siedo sopra ed è come se il mio corpo viene pervaso da una debole corrente che percepisco a malapena.
Ho paura, mi alzo e sto per scappare via, qualcosa mi dice di rimanere, mi giro ancora attorno, vado nel computer portatile sul tavolo, accanto ad esso un blocco notes, ricordo che la volta precedente non c’era, apro una pagina a caso e leggo: “ i giri sono direttamente proporzionali alla velocità impressa, creando un vortice di depressione temporale” ma cosa avranno voluto dire mi chiedo?
Quando all’improvviso mi sento poggiare una mano sulla spalla, il sangue si raggela, un brivido mi percorre tutta la schiena.
Mi giro e vedo una figura di forma umana con in testa un casco con la visiera oscurata e…
Fine quinta parte… Continua