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Aisha 4 lettera di Cesca

Ed eccoci qui, stretti stretti, in un buffo divano letto in casa di Tonio, Jil sta dormendo, e come al solito russa!
Sembrerà strano, ma la cosa non mi disturba più di tanto, mi piace quando il suo russare mi sveglia, e mi da modo di guardarlo così, disarmato, abbandonato sul mio corpo, e allora lo accarezzo piano piano, per non svegliarlo, e mi godo questi momenti in cui, il mio uomo è veramente tutto mio, completamente affidato al mio controllo, alla mia protezione, al mio amore.
Sì credo che possa definirlo amore, se il pensare a lui quando non lo tengo vicino, mi fa stringere lo stomaco, e guardarlo, quando è al mio fianco, mi aumenta i battiti del cuore.
Ora che dorme fra le mie braccia, lo vedo per quello che è realmente, un bambino, sì un bambino nascosto nel corpo di un uomo grande (non posso dire vekkio altrimenti mi mette il muso per una settimana), un bambino che da sveglio misura ogni suo gesto, ogni sua parola, per non turbare gli equilibri della nostra vita; sta attento a quel che mi dice e talvolta mi parla come se io fossi ancora una sua alunna, una ragazzina del liceo, bramosa di vita ma spaventata dalla vita stessa.
Ed io rido, quando mi fa le coccole, e la gioia di averlo accanto mi commuove, e lo abbraccio, e lo stringo quasi a fargli male, perché Jil è mio, e lo sguardo da cerbiatto col quale mi osserva, ogni volta, mi convince della sua sincerità, della sua passione, del suo infinito amore; ed allora gli sto preparando un regalo, o meglio una sorpresa; ho smesso da più di tre mesi di prendere la pillola!
Una volta Jil mi scrisse ”succeda quel che deve succedere”. Ecco, io credo che sia ora che succeda qualcosa, che io celebri il mio, il nostro amore, con la sacralizzazione della maternità.
Ho tanti dubbi, è vero, però sono quasi convinta che regalare al mondo un figlio mio e di Jil, sia il modo migliore per esternare il mio amore per lui, il modo migliore per dare al mio uomo, al mio compagno, la continuità della nostra storia, la continuità del nostro stare insieme, la continuità della nostra vita.
Sto già facendo un sacco di sogni e di progetti, sto anche cercando il nome, mi piacerebbe fosse un maschietto, ma credo che il mio ”tenerone” preferirebbe una angioletta, e, insomma, ho la testa e il cuore in totale subbuglio.
Oh, Jil, cerco di immaginare la tua reazione a tutto questo e sono divisa fra paura e condivisione, ma, comunque vada, voglio dirti solo una cosa -“Grazie di esistere amore mio!”-
PS troverai questa mia, come d’abitudine, sotto il cuscino.
x Jil by Cesca e alcuni grammi del nostro amore che coltivo nel mio ventre!

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 10/05/2008 19:05
    mmm... un mixi di paura e ostinazione più che di amore! Il testo in se è chiaro e scorrevole, ma sinceramente l'idea di fare come "sorpresa" un bambino... bè... mi sembra un evoluzione che una dichiarazione d'amore. Io penso che la maternità non debba essere una "sorpresa" poichè ad amare si è in due è una scelta così importante deve essere fatta in due. Purtroppo non sono d'accordo con la protagonista

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