Sposta indietro una ciocca nera, con tutta l’innocenza del mondo, e si lascia distendere, spingere, dipingere nel letto da mani mature.
Non ci sono cicale che cantino alla finestra, e tutto intorno le appare essersi fermato. Perfino la luce sul comò ha scelto di rimanere soffusa, e le macchine che fino a poco prima urlavano di sotto, hanno smesso di affannarsi per il caldo.
I vicini borghesi non ascoltano la televisione, non lavano i piatti, e non fanno sesso con la sinfonia numero 35 di Mozart.
C’è solo profumo nell’aria, odore di temporale, per lei, stanotte.
Lui la osserva distendere le gambe sui petali rossi del loro primo quadro, attratto dal contrasto di occhi vissuti e pelle ancora troppo bianca.
La osserva spogliarsi timidamente, e poco rimane alla fantasia di un uomo di 55 anni, che ancora non ha messo piede in terre promesse o cieli stellati.
I loro corpi iniziano a danzare nel vento, sotto una pioggia fitta, e come mare freddo in burrasca, sbattono contro le pareti dell’anima e sciolgono dubbi, e di miele si lasciano cospargere, per fiori rinascere, ma su prati più verdi e mai dimenticati. Poi, con rabbia si staccano, rompendo i cristalli e le parole più belle, scrollando dalle spalle il peso di ali che non li appartengono e fingendo umanamente di conoscere e possedere tutte le cose.
Lei alza lo sguardo, compiaciuta, per riflettersi nello specchio davanti al letto. È sempre più bella, quand'è accanto a un uomo di una certa età.
Lui si alza dal letto e si riveste di pensieri poco romantici. Non può fermarsi per la notte, frettolosamente indossa quello che trova.
Una zanzara disturba il silenzio, “il mondo ha ripreso a girare ma forse non ha mai smesso, si è solo nascosto”, pensa lei.
“Il mondo è bugiardo, aveva promesso di lasciarmi morire nel suo letto, l’aveva sussurrato al vento”, pensa lui.
E con nostalgica sinfonia un’altra notte di menzogne si dissolve, intrisa di vecchi sapori mai baciati, mai provati fino alla fine.