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Il frutto miracoloso
Questa mattina c'è una strana agitazione nella casa del mio vicino. Lui non è ancora uscito per andare a lavorare. Persone entrano ed escono, altre sono raggruppate davanti ai cancelli.
Il mio vicino è un manovale di 55 anni e abita in una casetta con piante di serenelle, assieme alla moglie, tre figli e il vecchio padre.
Sono arrivate ancora delle altre persone perciò, dopo colazione, scendo giù in strada. Chiedo a una grassona che sta in piedi in attesa se può dirmi cosa è successo. Così mi racconta la storia più incredibile che abbia mai sentito.
La sera prima, 15 luglio, il manovale nel tornare dal lavoro si era fermato da un ortolano per comprare un cocomero. Lo sceglie grosso nel campo, lo stacca e lo porta a casa. Taglia il cocomero davanti alla moglie e ai figli e vedono che all'interno c'è scritta una grande lettera M.
Restano allibiti e non osano toccarlo. Allora chiamano i vicini e restano a discutere tutta la notte. Concludono di conservarlo nella ghiacciaia per il giorno dopo.
Questa mattina molti paesani hanno saputo questa storia e sono venuti a vedere. In questo paese dove non succede mai nulla anche un fatto insignificante attira l'attenzione.
Così mi unisco al gruppo di curiosi e aspetto il mio turno per vedere di cosa si tratta. Arriva uno dei figli ad aprirci e ci fa entrare in casa. Aspettiamo ancora in piedi nella piccola cucina. Alcuni parlano a bassa voce facendo congetture, altri si informano sui particolari.
La cucina è piccola, afosa e malrischiarata. Il pavimento di mattoni sconnesso, i mobili scuri e sporchi. Da una porticina aperta vedo il retrocucina. Uno stanzino stretto e semibuio con uno stipo, una finestrella e una vecchia ghiacciaia.
Arriva il padrone di casa, alto, magro e sdentato. Con modi servizievoli ci guida dentro il retrocucina. Tira i catenacci per aprire lo sportello della ghiacciaia. Sembra un sacerdote che apre il reliquiario di un Dio. Trattengo l'impulso di ridere. Ma sono diventati tutti matti qui? Cosa si aspettano di vedere?
La porta in legno si apre e là nel biancore del ghiaccio spiccano le due metà rosse del cocomero. Come le vediamo rimaniamo scioccati. Perché c'è una grande M perfetta, simmetrica, incavata da entrambi i lati. La M è nitida, precisa da sembrare intagliata.
Rimaniamo alcuni minuti a guardare stupiti, nel silenzio e nella penombra della vecchia dispensa. Una donna si inginocchia. Un uomo butta del denaro per terra, subito imitato da un altro.
Ritorno a casa e durante il pomeriggio arrivano ancora nuove persone per vedere il fenomeno. Prima di sera si saranno stancati e saranno andati via tutti.
Invece il giorno successivo il pellegrinaggio è aumentato. Arriva gente da tutte le parti per vedere il cocomero. I cancelli del cortile rimangono adesso sempre aperti.
Scendo giù anch'io e mi mescolo tra la folla. Si sono formati piccoli gruppi che discutono a bassa voce ma in maniera concitata. Alcuni parlano di opere miracolose, altri di un segno divino.
Entro in casa e quando sono in cucina comprendo il perché di tanta agitazione. Il vecchio prete, calvo e grasso sta parlando con la sua vocetta:
"... secondo me è uno scherzo della natura e non è un simbolo divino né ultraterreno."
Verso mezzogiorno arrivano uomini eleganti con riflettori e macchine fotografiche. Sono i cronisti di un giornale locale. Alcune persone vengono fatte uscire dalla cucina per far spazio. I figli spostano una credenza e vengono installati i riflettori. Poi il padrone di casa, aiutato dalla moglie, toglie il frutto dal ghiaccio e lo porta sulla tavola, davanti agli obiettivi.
Rivedo il cocomero con il suo disegno inquietante. É ancora più rosso, la M è ancora più evidente perché i solchi si sono allargati anche se un po' slabbrati.
Davanti al frutto, sulla tavola, vengono depositate offerte, monete, braccialetti d'oro, orecchini.. Il manovale è sempre disponibile e servizievole. Accoglie tutti, offre da mangiare ai forestieri. Sembra svolgere una missione affidatagli da un destino superiore.
Poi arrivano i cronisti di una radio locale per l'intervista. Di pomeriggio quando vado di nuovo giù tra la folla, vengo a sapere che il prete ha dato la benedizione alla casa. Adesso stanno scrivendo una richiesta per far arrivare sua eccellenza il Vescovo.
All'alba del giorno dopo sono svegliato da rumore di clacson e rombare di motori. La strada è ingombra di veicoli che avanzano a passo d'uomo formando un lungo serpente.
C'è uno strano andirivieni di signori eleganti e barbuti. Saranno forestieri venuti da lontano. Approfitto della confusione per entrare anch'io in cucina a vedere gli sviluppi del caso.
Adesso è tutto cambiato qui. Hanno spostato i mobili e la cucina sembra un santuario: ci sono addobbi, libri, talismani, pentacoli...
Comprendo che i signori venuti sono occultisti e maghi. Discutono fra loro in un linguaggio ermetico. Fanno speculazioni, cercano analogie, studiano nelle profezie... Parla un tale con voce tonante:
"La M può significare Morte, Magia, Madre, Mondo, Mostro... Ma leggendola rovesciata si potrebbe interpretarla come una W e in questo caso Vittoria del bene sul male o Vittoria sulla morte..."
Interviene un altro:
"Ho trovato la quartina dove Nostradamus fa accenno a questo episodio, ascoltate..."
Ma viene interrotto da un cabalista:
"Il 15 luglio, sole nel cancro dopo il solstizio d'estate, significa ascesa. Il 15 rappresenta il diavolo dei tarocchi, l'energia. Adesso, signori, vi faccio notare che se sommiamo il 15 giorno al 7° mese che simboleggia il misticismo, otteniamo il 22, numero del destino..."
Il mattino seguente sono svegliato da un brusìo sotto alle mie finestre. La strada sotto è tutta piena di gente. Un poliziotto regola l'afflusso dei visitatori all'ingresso. Un altro è davanti ai cancelli. Ci saranno almeno 500 persone che aspettano di vedere il fenomeno. C'è un tizio con la cesta di frutta, il venditore di foto ricordo, il venditore dell'acqua di melissa... Sono arrivate le corriere con targhe di città lontane che scaricano intere comitive... Fin quando durerà?
Circa all'una del pomeriggio sento inni e clamori provenire dal cortile. Corro giù e mi faccio strada tra la marea di folla.
Grida isteriche provengono dall'interno della casa. La gente parla di una donna guarita dalla paralisi dopo quindici anni di immobilità. Do spintoni per avanzare e finalmente riesco a guardare da una finestra.
La cucina è rischiarata dalle candele e c'è fumo e odore di cera. Vedo una donna piccola e brutta che cammina in mezzo a un cerchio di persone che la incitano.
La donna cammina barcollando, emettendo grida isteriche. Dietro di lei una sedia a rotelle vuota. Per terra gli scialli che alzandosi ha lasciato cadere. Intorno la folla si inginocchia, prega, seguita a scandire e ripetere la parola: <<Miracolo!>>.
All'alba del quinto giorno appena mi sveglio corro ad aprire la finestra per vedere la situazione. Sotto è tutto pieno di gente. Qualcuno grida facendo segnali con la paletta. La casa del mio vicino ha porte e finestre spalancate.
Però succede un fatto strano. La gente scende, gli automezzi fanno manovra di inversione e poi quelli che erano scesi risalgono sulle corriere.
Vado giù in cortile e mi avvicino ai gruppi di persone che discorrono animatamente. In breve tempo vengo a sapere la novità: questa mattina il frutto è marcito ed è stato buttato nelle immondizie!
La gente è dispiaciuta, delusa. Qualcuno commenta; qualcun altro non vuole rassegnarsi e parla di sacrilegio, di azione blasfema...
Adesso che non c'è più niente da vedere molti sono già partiti e gli altri sono assiepati sul ciglio della strada in attesa di andare via. Prima di sera non è rimasto più nessuno e il luogo appare deserto.
É arrivato l'autunno umido e nebbioso e la gente sembra aver dimenticato. Tutto è tornato come prima. La casa dei miei vicini è ancora una casa come tante altre. I cancelli sono chiusi e nessuno viene più qui.
Il padrone di casa esce tutte le mattine presto per andare a lavorare e ritorna alla sera. Si dice che abbia comprato altri cocomeri, senza trovare nulla di strano.
É tutto finito. La grigia quotidianità del piccolo paese di campagna ha cancellato la rossa ondata di follia.
Una mattina mi sveglio dopo una notte di pioggia. Guardo alla finestra il sole scialbo che sta spuntando dietro ai tetti. Il giardino del mio vicino è allagato di pioggia. Allora sposto lo sguardo sul muro est della casa e noto il fenomeno.
Durante la notte le lumache, con il loro percorso capriccioso, hanno disegnato delle grandi M che luccicano argentee ai raggi del sole.
SETTEMBRE 1989
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