A ricordare le lucciole dentro ai tuoi occhi, che mi parevano danzare in fuochi spenti.
Non ci aspetteranno più le notti a dormire sui pavimenti e il sole, quando al risveglio, sembrava abbagliare quello che le nostre mani vigliacche non avevano ancora distrutto.
Cosa rimane delle nostre belle parole, cosa rimane se non pugnali e sangue sporco?!
Vorrei poterti dire tutto il luccichio che è rimasto, ma s’è dissolto da tempo, dentro me.
Allora provo a calpestarti un altro po’, per farti crollare l’idea di me e della mia finta santità, eppure sbaglio, nuovamente cado, perché a soffrire non son più la sola.
Vorrei comprensione, allora mi compatisco, ma ciò che vorrei veramente è che mi odiassi, perchè sarebbe più semplice brillare nell’unica strada che mi rimane.
Vorrei che mi perdonassi, per non essere stata la luce che credevi, ma se soltanto potessi risplendere in tutti i tuoi giorni, senza me, faresti cadere a terra, in un tonfo sordo, tutti i miei sassi.