Sto correndo con la musica, le ali della libertà tarpate da cellule impazzite. Il suono sparato dalle cuffie verso nervi atrofici... un testo di Wim Mertens e la mia rabbia sopita di corse insperate.
Lotto ogni ora, minuto con sfuggenti pavimenti e sensazioni di caduta libera all'interno del mio essere fisicità. Colori mutati di una macchina fotografica consunta dal tempo per errore di fabbrica. Lacrime inutili respinte all'interno del mio io.
Mi mancano le corse, mi manca la mia perduta voglia di solitudine nei prati verdi della mia piccola città... e molte sono le domande inevase, con risposte buttate a casaccio. Non consola sapere che non si è soli in questa esperienza diversa, neppure aiuta voltarsi indietro e rendersi conto che in ogni caso si è fortunati e neppure aiutano le parole di rito: viviti al meglio.
ora, adesso: sono stanca, e correndo nei meandri del mio "io" vorrei una tregua insperata e gratuita, dove la mia fisicità ritorni ai primordi e non mi faccia rimpiangere di non essere mai nata..