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Oggi é una giornata di merda
Oggi è una giornata di merda! Eppure non sono abituata ad usare un linguaggio così crudo, ma oggi è una giornata molto, molto difficile.
Sento un fastidio addosso, rasposo, fastidioso che prude senza darmi tregua.
Non so perchè, ma è così, forse perchè mi sono alzata con il piede sinistro. Stanotte non ho fatto un buon sonno: sogni strani, confusi, incapaci di darmi un arrivo. Correvo, correvo ma non riuscivo a concludere ciò che stavo facendo.
Perchè non riesco a fermarmi neanche di notte?
Oh come lo vorrei, Dio sa quanto vorrei riposare questo cervello.
Un po' di requie, di stallo, di stop. Ma le rotelle girano senza tregua, portando, anzi, riportando pensieri confusamente reali nella loro verità.
Mi sono alzata con un nauseante senso di fastidio, ancora incapace di realizzarne il perchè.
Poi il fastidio è diventato nervosismo, puro e solo senso di insofferenza verso ogni cosa.
Cerco di calmarmi, di razionalizzare la cosa come mi ha insegnato lo strizzacervelli.
E allora arriva il bello: l' inconscio, questo sconosciuto, ma tanto reclamizzato.
Ci faccio a botte. Lo interrogo. Lo sviscero. Lo annaspo in tutti i sensi. Ma mi confondo ancora di più.
Il medico specializzato mi ha detto che devo affrontarlo per scoprire il suo vero volto, ma non ha capito che in fondo è il mio?
Allora rido, non sorrido. Non riesco a distinguere l'abisso fra ragione e confusione. Penso che la ragione sia la medocrità, la confusione follia.
Ma non mi sento matta, nè folle, nè fuori di testa. Mi sento solo desiderosa di mettere un punto fermo.
Perchè dividere coscienza da non coscienza? Se non avere sempre coscienza dei propri pensieri vuol dire pazzia, beh allora sono pazza e sono contenta di esserlo.
Mi hanno sempre spaventato le persone troppo sicure di loro stesse, che sono convinte di fare tutto bene, di non sbagliare mai.
Io sono qui, vivo, esisto, sbaglio e mi arrabbio dopo essermi resa conto di aver fatto una cazzata. Ma con la mia rosicante rabbia sono qui, avendo fatto di testa mia, pur portandomi dietro i miei sogni di carta.
Se questi sono i pensieri dettati da sogni strani appena fatti, vi rendete conto che giornata di merda mi aspetta?
(seconda parte)
Visto che sono sveglia, confusa, ma sveglia, corro subito ad applicare un rimedio "eccitante": un buon caffè. Ma anche la caffeina non fa l'effetto sperato così, dopo solo un quarto d'ora, ne prendo un altro.
Sembra che vada un po' meglio, ma i pensieri confusi stanno ancora facendo a botte nella mia testa. Mi deprimo al solo pensiero di dover arrivare a stasera.
Poichè devo, causa sopravvivenza, trascorrere la giornata, vado al laboratorio dove svolgo una mia piccola attività, rigorosamente in proprio.
Quando ero felicemente sposata e molto innamorata, avevo un socio, mio marito. Ma dal momento in cui si è trovato l'amante, i nostri ruoli nella società si sono ben distinti: io ero diventata il socio lavoratore, lui quello consumatore.
E consumava, oh se consumava; lo faceva con così tanto impegno che per ben due volte il direttore della banca mi ha chiamato, chiedendomi di effettuare dei versamenti per risanare il conto corrente.
Chissà perchè si chiama così? Me lo sono chiesta tante volte e sono arrivata alla conclusione che forse gli è stato dato tale nome ispirandosi al nostro, quello che all'epoca correva sempre avanti a me: io lo raggiungevo e lo risanavo, ma quell'idiota di conto si rimetteva a correre ancora più in fretta. A quel punto ho sciolto la società (e contemporaneamente il matrimonio), così il conto ha smesso di correre.
Ritorniamo al laboratorio. Entro e, guardando una marea di fatture sulla scrivania, penso al commercialista a cui ieri avrei dovuto consegnarle, così mi deprimo ancora di più.
Provo, cerco, tento di rendere la mattinata costruttiva, ma niente va per il verso giusto: sono distratta e disorganizzata.
Maledico di nuovo quella nottata sconclusionata che ho passato fra mille sogni agitati; se sono così incasinata non è certo mia la colpa, ma di quella nottata infame.
Penso "beh, il commercialista sopravviverà se le avrà domani", quindi scanso tutte le scartoffie da una parte e mi dedico alla cartella in cui tengo tutti gli ordini da evadere.
Sono tutti lì, sembrano guardarmi con fare truce, mi sembra di sentire le loro voci "oggi tocca a me, no a me, no c'ero prima io".
Dio che strazio! Chiudo anche con gli ordini e mi metto a pensare. Che posso fare? Dove posso andare? Come arriverò a stasera?
Un maledetto tarlo comincia a rosicchiarmi il cervello, sussurrandomi domande che mi fanno agitare sulla sedia.
"Ricorda: ragione o confusione? Coscienza o non coscienza?"
E se per una volta facessi una bella accoppiata? Ho deciso,
In una giornata nata all'insegna della confusione, quale miglior scelta è abbinare la non coscienza?
Mi alzo, chiudo la porta e salgo in macchina. Ho deciso: andrò tre giorni alle terme e... confidando nei poteri terapeutici dell'acqua miracolosa, se ne riparlerà la prossima settimana.
Sempre sperando di far buoni sogni!
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