…e così lo legò al letto e lo imbavagliò…
lo amava,
da anni sognava lui nudo sotto il suo corpo bramoso di passione,
immaginando di sfiorare quelle guance rosee
e quelle carnose labbra purpuree.
Ora la sua ossessione era lì,
immobile, terrorizzata,
gli occhi sofferenti e sconcertati,
nuda,
bellissima mania che da sempre turbava i suoi pensieri;
e lui, amante violento,
non sembrava accorgersi del dolore provato dal suo tanto desiderato amore
e continuando a possederlo ammirava i suoi lineamenti caldi e perfetti.
Il povero ragazzo, con una pistola tremolante puntata alla testa
fu costretto così a fingere amore verso il suo aggressore,
a fingere piacere e desiderio,
a baciare con finta veemenza quell’uomo un tempo caro,
che chiamava padre e che ora ripudia alla vista,
quell’uomo morbosamente malato d’amore che non si vergogna del suo segreto;
che nasconde ancora in lui la sua perversa ossessione.