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ANCHE I MARZIANI...

Una tipica serata d’autunno, aria tiepida, la piazza completamente vuota, due cani si annusano, il sole sembra divertirsi lanciando raggi che rimbalzano sui vetri delle poche auto parcheggiate, disegnando arabeschi bizzarri. Le mattonelle rosse ricordano vagamente le ampie distese levigate del mio pianeta, in particolare l’emisfero settentrionale, Marseinne, la mia città. Marte. Il pianeta più bello del sistema solare. Il mio pianeta.
La malinconia è una brutta compagnia, per fortuna dura solo un attimo, l’emozione dell’attesa prende il sopravvento.
È davvero strano, i marziani non sono addestrati all’amore, non conoscono queste emozioni, allora perché sto fremendo? Un attimo di apprensione, se incontrassi qualche viaggiatore, non ci sarebbe modo di nascondere la mia agitazione. Mi concentro, non sento presenze, scendo e recupero l’orchidea dal bagagliaio dell’auto. Ormai usare questo aggeggio preistorico è diventato un’abitudine quasi divertente. D’altronde, abbiamo l’ordine di usare il teletrasporto solo in casi estremi. Da quando sono ospite, l’ho usato una sola volta, nove secondi da Londra a Milano, per recuperare una testimonianza che rischiava di compromettere la nostra missione.
Accendo la radio, la sigla del notiziario anticipa il solito bollettino di guerra, tre morti in un incidente sulla tangenziale di Bologna, una vecchia signora massacrata dal nipote, i soliti insospettabili denunciati per pedofilia, l’andamento della Borsa e prima della chiusura, l’annuncio di un programma di approfondimento, dopo il bollettino meteorologico e le immancabili notizie sportive, dal titolo, E SE SU MARTE, CI FOSSERO DAVVERO I MARZIANI? “In studio alcuni esperti commenteranno i rilevamenti fotografici che la sonda “Mars Observer”, in orbita da oltre dieci anni, raccoglie e trasmette. Milioni di immagini e informazioni preziose, che forse, un giorno permetteranno all’uomo di raggiungere il pianeta rosso.”
Naturalmente si tratta di materiale che il CONSIGLIO, decide di divulgare, informazioni limitate che hanno il compito di farci conoscere con gradualità, con molta gradualità, perché i terrestri non sono maturi per una simile scoperta e rischierebbero di contaminare un mondo molto più evoluto, con conseguenze catastrofiche. Per il momento i marziani devono rimanere gli omini verdi. Qualche anno fa, per i terrestri era 1958, un’astronave ebbe dei problemi e dovette fare sosta in un’area desertica, dove fu recuperata qualche ora dopo, purtroppo nel frattempo un cucciolo di cheru (un animale a due gambe, particolarmente caro ai bambini, si allontanò quel tanto da non poter essere recuperato dal raggio. In una base americana, sono ancora oggi convinti di custodire e studiare un marziano.
Chissà come reagirebbero i terrestri scoprendo che Adamo ed Eva erano due viaggiatori che per sfuggire alle regole, decisero di vivere sulla Terra. Un pianeta disabitato e bellissimo che si adattava perfettamente alle necessità dei mars; soprattutto di chi come loro non condivideva uno sviluppo scientifico e tecnologico così avanzato, da mettere in discussione la stessa essenza della vita.
I miei pensieri vengono interrotti dal suo arrivo, parcheggia e scendiamo insieme, prima che chiuda la porta, le allungo il ramo di orchidea, l’imbarazzo le procura un rossore intenso; non resisto ed entro nella sua mente, avevo giurato a me stesso di non farlo, ma è solo un attimo, l’emozione è autentica, così come un accenno di paura e confusione. Per un attimo pensa di fuggire.

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5 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Ferdinando il 24/12/2016 03:07
    apprezzato... complimenti.

5 commenti:

  • Maria Lupo il 14/07/2008 01:09
    Questo è uno dei pochi che non avevo ancora letto, l'ho incontrato per caso. Lo trovo molto bello, particolarmente suggestivo anche nello stile. Mi è piaciuta l'interpretazione di di Flavia Ticconi.
  • Anonimo il 02/07/2008 12:59
    la tua idea mi ha atto tornare alla mente un libro ti tanith lee (la vampira di marte). ben scritto e la storia non è tanto strana... anzi potrebbe essere vera
  • Anonimo il 25/11/2007 10:59
    Più che sulla storia, Ivan, (storia che di per se è molto particolare, naturalmente) ho provato a riflettere su quale messaggio tu abbia mai voluto darci con questo racconto...
    Sai mi ha molto incuriosito l'uso della prima persona (come sempre, naturalmente, nelle tue opere) e la tua, tentata e ben riuscita, personificazione con un essere così ignoto, lontano, fantastico come il marziano...
    Forse (azzardando un'interpretazione) dietro alla scelta del protagonista si cela: la volontà di esprimere un rifiuto verso ciò che ci circonda, la tendenza ad isolarsi dalla realtà di un mondo che si presenta, ogni giorno, nelle vesti di un vero e proprio "bollettino di guerra", la convizione di sentirsi dei "marziani" su questo pianeta...
    Cosa dunque può salvare l'uomo e la sua identità?
    L'amore naturalmente; per quanto extraterrestre nella mante, l'essere umano conserva il suo cuore e, con esso, la capacità di emozionarsi senza ipocrisia, di amare senza contratti...
    È allora, forse, che "le rosse dune di Marte (e della nostra fantasia) ci mancano un po' meno".
    Io l'ho interpretata così, Ivan; comunque bravo davvero!
  • sara rota il 29/09/2007 18:43
    Interessante, soprattutto il colpo di scena finale. Bravo Ivan.

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