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NON PIù UNA MACCHINA
Lei lo guardava sempre. Ogni secondo, minuto, ora che passava. Sperando che si sarebbe svegliato.
Lei gli stava accanto sempre per il timore di perdersi quel momento in cui avrebbe riaperto gli occhi e lei sarebbe stata la prima persona che avrebbe visto.
Poi, però, i secondi si erano sommati ai minuti e i minuti alle ore e le ore ai giorni. Giorni che divennero mesi e poi anni, tanti anni.
I dottori l’avevano attaccato a quella macchina “solo per poco” avevano detto,”finché non si sveglierà” e “si sveglierà presto” avevano affermato.
Sembravano così sicuri.
Ma lui non si era più svegliato.
Lei aveva passato i primi tempi senza scollarsi mai da quella sedia vicina al letto. Poi aveva iniziato a piangere e aveva sempre il viso rigato da lacrime vecchie o nuove.
Questo è quello che mi hanno raccontato. Io, un giornalista, ne ho sentite tante di queste storie e questa non mi era sembrata più … diversa o più triste di tante altre.
Poi lui è morto e lei ha smesso di piangere e ha iniziato … a ridere.
Era felice. Sembrava davvero felice. Ovviamente tutti hanno creduto che fosse impazzita. Diceva di essere felice ora, perché prima lui era attaccato ad una macchina “ma ora è sempre con me”, diceva, “finalmente posso riabbracciarlo e lui può accarezzarmi”.
Era felice. Sorrideva. sorrideva in continuazione.
“vi dico che ora è davvero con me! Non sono impazzita, ve lo giuro!”ora è libero da quella macchina e possiamo di nuovo ballare …”
Pazza. Solo pazzia la sua.
Follia.
Tutti l’avevano catalogata come pazzia.
Certo. Era ovvio. Come poteva essere con le? Era morto! non poteva essere con lei, sarebbe dovuto essere un fantasma!
Io non ho mai creduto ai fantasmi. Mai. Credo nell’esistenza dell’anima. Di sicuro però certe persone del campo giornalistico, di cui anch’io sono prigioniero solo perché volevo inseguire un sogno, non ce l‘hanno l‘anima …
Eppure, non avrei avuto tutti i torti nel credere che fosse un fantasma, che con lei ci fosse ancora il suo spirito. Loro si amavano tantissimo e ora che lui era libero poteva stare con lei.
A coloro che piangevano e che cercavano di farla ragionare lei sorrideva e diceva “ io sono felice ora. Prima era solo una macchina ora è il mio amore di sempre … e presto lo raggiungerò …”
Poi si è suicidata.
È per questo che sono qui. È per questo che la notizia è finita sui giornali.
Io sono stato mandatola mio giornale a prelevare informazioni per scriverci un articolo.
In questa casa di due piani, in periferia, lontana dalla città.
C’è un giardino dietro la casa con una torre e un balconcino … chissà cos’è?
Forse re ail loro nido d’amore.
Chissà, forse lui era davvero con lei …
Chi può accertare il contrario?
Il corpo di lei è dall’altra parte e la polizia lo sta esaminando.
La madre è distrutta. Ma i giornalisti continuano ad assillarla con domande e domande.
Io p0enso di aver finito il mio lavoro qui. Mi volto per guardare un’ultima volta quello splendido giardino e … un miraggio? Mi sono autosuggestionato?(nda:sinceramente non so se esista questa parola!^^)
No, loro sono lì. Sono davvero lì.
Due figure quasi trasparenti abbracciate l’una all’altra si sono affacciate al balconcino di quella vorticella ricoperta di arrampicanti fiorite.
Il loro nido d’amore.
Li vedo prendersi per mano e baciarsi.
Era davvero stato sempre con lei.
Stavolta la follia era realtà.
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0 recensioni:
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- bella, molt bella, non sei pazza, garantito!
- Naturalmente volevo dire brava...
- Questo mi è piaciuto molto, più degli altri, mi sembra più vero e col punto di vista giusto. Comuque sei bava, complimenti
- Claudio, non toccarmi Jorge...
- Come vedi, ti seguo come un'ombra... Bello, tema impegnativo, difficile... La forma può essere migliorata, sembra scritto un po' in... fretta.
Hai molto talento. Brava.
- Katia, sei giovane e non so quanti libri abbia tu letto nella tua vita. Conosci "Donna Flor e i suoi due mariti" ? È di uno scrittore brasiliano di cui in questo momento non ricordo il nome, molto famoso. Se ti capita, leggilo! Troverai fantasmi amanti. Ciao Claudio

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