Tratterrò il respiro, pronto a perderlo quando tu me lo toglierai di nuovo.
Ancora mi domando cosa mi hai fatto. Ancora mi abbaglia l’abilità con la quale hai sedotto il mio cuore e ti sei insediata nella storia della mia vita. Mi colpisce la semplicità del nostro amore: in essa si nasconde quel segreto che ci mantiene vicini, per quanto io possa capire. Lo ammetto, credevo nel più alto dei sentimenti, ma ora mi accorgo di quanto ci credevo poco. Ne ho sottovalutato la forza; forse perché la sua potenza si era fatta sentire, prima di sposare i tuoi occhi con i miei, solo per la sua violenza e la sua capacità distruttiva. Con te invece purifico il passato, gusto il presente e già annuso il profumo del futuro. Perché in te non trovo l’errore, lo sbaglio, l’elemento disarmonico. Non lo trovo perché non c’è, non perché resomi cieco di fronte ad esso, come troppe volte ho voluto che accadesse nelle mie antiche esperienze. Ho sempre pensato che il mio fosse un carattere romantico, in tutti i sensi del termine. Finora, però, è stato soffocato dalla mancanza di spazi nei quali sprigionare la propria energia. Per questo motivo ha assunto una tonalità melanconica, nostalgica e un po’ buia. In te invece ha trovato quegli spazi. Ed ora sogno (e sogno con concreta speranza) di vivere insieme le svariate situazioni che da sempre dipingo sulle pareti della mia mente, ma che mai sono potute entrare nella camera dei miei ricordi.