La paura della nuova gravidanza, mi ha tenuta lontano da Jil; avevo paura che fare sesso, potesse in qualche modo danneggiare la mia creatura. E così per molto tempo l’ho visto lì, a letto, il lumetto puntato sul libro di turno, tutto serio e indifferente, accettare con sottomissione ogni mia decisione in merito.
Poi, un giorno, sono stata “strana” fin dal mattino, alle nausee ho aggiunto uno strano turgore dei seni, col passar delle ore, s’è aggiunto un soffuso subbuglio delle parti intime.
Per farla breve il mio corpo reclamava compagnia; mi sono sentita stupida ed egoista, cattiva e prepotente, ho lasciato trascorrere le ore fingendo una normalità a quel punto inesistente, non ho studiato per nulla, ho sfaccendato senza neanche accorgermi di cosa sistemassi o stirassi o pulissi.
Poi a sera; Jil va a letto presto, per poi svegliarsi all’alba, come faccia non lo capirò mai,
( io dormirei fino alle 10 del mattino, se solo potessi farlo); a sera, dicevo, l’ho raggiunto dopo essere stata in bagno, un “ciao tesoro”, “notte piccolina”, lui lì supino a leggere ed io di fianco, a guardarlo.
Dopo poco ho appoggiato una gamba sulle sue e l’ho mossa fino ad arrivare col ginocchio…. lì, Jil ha avuto un sussulto, m’ha guardato di sbieco, sorpreso e forse anche preoccupato, comunque incuriosito, gli ho sorriso, e mi sono avvicinata ancor di più al mio uomo, gli ho accarezzato la guancia e dato un morsetto sul naso, so come farlo impazzire, il ginocchio m’ha detto che Jil era come dire, presente, e così con una attenzione particolare, con l’imbarazzo della pancia ingombrante, abbiamo cercato e trovato quasi subito la posizione migliore.
Abbiamo fatto l’amore, prima in modo quasi furioso, poi con una dolcezza ed una lentezza quasi impossibile, desiderosi entrambi che non finisse mai, desiderosi di morire insieme, in quell’istante supremo.
Diciamo la verità non è che Jil sia proprio un superman, ma se mi ci metto con impegno, tiro fuori da lui il meglio, e comunque, il sorriso infantile dei suoi occhi, l’emozione antica impressa sul suo volto, le parole soffocate e tenere delle sue labbra bollenti su di me, riescono sempre a farmi sentire felice, soddisfatta, amata, donna!
Ti amo Jil, ti amo ti amo e muoio fra le tue braccia, dormiamo stretti, fra lenzuola appiccicose e bagnate, dopo una frettolosa pulizia, ma chi se ne frega, siamo vicini vicini, come i gattini della televisione, e allora, chi se ne frega?