Aureliana ha poco più di 40 anni, un po’ bassina e forse un paio di chili di troppo sui fianchi, è separata ed ha una figlia poco più piccola di Francesca, con lei da un po’ di tempo s’è instaurato un feeling che talvolta, lo ammetto, mi mette in imbarazzo o in agitazione.
Un pomeriggio torno a casa dopo esser stato in redazione a consegnare un manoscritto, mi metto al computer a controllare la posta, ma il cervello era tutto da un’altra parte, insomma, stavo facendomi dei “film” alquanto di genere sessuale, e l’interprete principale era ovviamente l’Aureliana!
Rientra Fran, mi mette fra le braccia la piccola e corre in bagno, ritorna dopo qualche minuto e mi si siede vicino, guardandomi, mentre io cerco di salvare gli occhiali dalle manine tentacolari di Andrè;
mi guarda e mi fa ” tutto bene Jil? Ti vedo strano”, “Tutto bene” rispondo io, con gli occhi bassi sulla tastiera, “Jil, tesoro, ho la sensazione che non sia così, ti sento preso da qualcosa, guardami, ti prego!”.
Poiché le “preghiere” di Cesca sono in realtà degli “ordini” l’ho guardata negli occhi ed ho anche cercato di sorriderle in modo normale.
Cesca, la “strega”, mi trapassa con i suoi occhi multicolori e dopo aver un paio di volte teso le labbra sui denti, mentre carezza la testolina di nostra figlia, mi fa:
”Jil, non fare lo stronzo, che ti castro!.”
Otto parole dette in un tono da sentenza capitale, senza possibilità d’appello!.
Oh Francesca, non sai cosa ho provato in quei brevissimi momenti, mi sono sentito liberato da un sogno o forse da un incubo, ho sentito di nuovo, totalmente ed esclusivamente per te, tutto il mio amore, tutto il mio desiderio, tutta la mia voglia di vivere, mi sono sentito, verme e leone, vittima e vincitore.
In quel mentre Roberta ha bussato ed è venuta a prendersi Andrea per portarla dal suo parrucchiere, trova sempre una scusa per accaparrarsi la bambina, e mai come quella volta, io e Francesca siamo stati contenti di “liberarci” della piccola, per poter continuare la nostra conversazione.
Conversazione che cinque minuti dopo è proseguita a letto, Cesca mi ha letteralmente “violentato”, ed io, divertito, stupito da questa foga sono stato al suo gioco.
Dopo, baciandole le dita dei piedi ad una ad una, le ho chiesto perdono, dieci volte perdono per i pensieri che avevo fatto, dieci volte perdono per essermi distratto verso un’altra donna che non fosse la mia piccola Cesca, dieci volte perdono per aver solo osato pensare di tradirla.
Cesca, ridendo come la tigre che nasconde dentro, mi ha tirato su per i capelli e baciandomi sugli occhi mi ha perdonato, confesso d’aver cacciato anche qualche lacrimuccia, ma ho cercato di nasconderla, e Cesca s’è messa a ridere e mi stringeva sempre più forte, sempre più forte.
E così la nostra vita va avanti, giorno dopo giorno, le stagioni si susseguono, la bambina cresce, e anche se può sembrare incredibile, cresce l’amore fra me e Fran, insomma Cesca e PDL for ever!!!
The real end