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ultimate Cesca e PDL 5° E

Andrea, una cicciotta bambina di quasi 4 chili, è finalmente giunta ad allietare il mondo, forse quando strilla di notte non è proprio una cosa lieta, ma insomma!
Col nome l’ho avuta vinta io, Andrea o Andrè, alla francese, m’è sempre sembrato un nome elegante, dolce ma allo stesso tempo robusto e deciso, adattissimo ad una donna.
Cesca ha ripreso immediatamente la tonicità del suo fisico e come traccia della maternità sfoggia un poderoso seno che mi fa provare invidia per la piccola Andrea.
C’è stato un fiume di avvenimenti che hanno praticamente rivoltato la nostra vita; Roberta, la madre di Cesca, finalmente s’è decisa a darmi del “tu “e ad accettarmi ufficialmente in famiglia. Tanto che mi ha trovato lavoro presso un Editore bolognese; con l’aiuto del suo compagno, imprenditore edile, ci ha trovato casa alle spalle di Porta Santo Stefano, fra via degli Orti e via Masi, un decorosissimo alloggio, quasi lussuoso direi.
Cesca, da che ci siamo ufficialmente trasferiti a Bologna, passa le mattine a dedicarsi alla figlia ed i pomeriggi……. alla madre, con la quale ha ritrovato il feeling e l’affetto perduti da tanto tempo.

Non ho difficoltà ad integrarmi in questo nuovo contesto sociale e professionale, sono da sempre un cittadino del mondo e vivere qui o altrove (purché non faccia un freddo esagerato) mi va sempre bene.
Accertatomi di avere un impianto autonomo di riscaldamento per la casa, veramente ottimo, posso vivere tranquillo e sornione, godendomi l’espressione serena di Cesca mentre ha fra le braccia una dormiente porzione della nostra vita; godendomi gli odori di questa regione che vanta tradizioni culturali eccellenti (oltre che cantanti che praticamente adoro!) insomma assaporando il gusto di un dolce invecchiare???

Sto cavolo! Non ho alcuna intenzione di diventare pantofolaio, e allora…… ma, quel che segue è tutta un’altra storia!!!
Una storia che è cominciata una mattina, in ufficio stampa, ero andato a portare delle bozze corrette; alla scrivania Aureliana, capo editor; alla finestra, a fumare, Mauro; redattore consulente promoter, insomma il Jolly della casa editrice.
Entro, saluto, e sento Mauro che dice:- “ sciorbole che ragasse” “ ma tu varda ben che bei pezzi di gnocca che vanno all’università, stamaten! “
Mi sono messo a ridere perché Mauro è spesso invasato dalla “ femmina” e spesso, di conseguenza si lascia andare ad atteggiamenti anche un po’, come dire, goliardi!
Aureliana, invece, come al solito, ha atteggiato il suo splendido musetto, a smorfia di disgusto, e mi fa:- ” lascialo perdere, è un povero idiota!” “Si le rispondo io; se perde tempo a guardare le ragazze per strada, avendo un fiore così rigoglioso a un passo da se, allora è proprio un idiota”.

“ Ma bravo il nostro professore, adesso mi fai la corte all’Aureliana sotto il naso?”

Ed è stato allora, che ho notato, negli occhi di una imbarazzata donna, quel luccichio strano, quel raggio laser che può bucare una lastra d’acciaio; le ho sorriso con dolcezza, ed anche, devo ammettere, con un certo piacere, e il suo nasino si è arricciato, in modo delizioso, mentre rispondendo al mio sorriso, diceva, “Vogliamo mica lavorare un pochetto, stamattina? “

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 16/05/2008 20:29
    bè li ho letti un po' alla rinfusa (come te li hanno pubblicati) ma ho la linea chiara della situazione. Questo è un'altro episodio-pausa che ci fa capire la vita del protagonista. scritto come sempre in modo eccezionale
  • Claudio Amicucci il 10/10/2007 23:08
    Che sotto sotto l'Aureliana ti stuzzichi qualche appetito?
    Facci sapere. Ciao Claudio
  • Ugo Mastrogiovanni il 10/10/2007 16:00
    2202) Finalmente l’autore ci svela i retroscena tormentati di questo legame: il malcontento della madre di lei e finalmente, con la nascita di questa innocente, l’accettazione e la riconciliazione. Che lo abbia nascosto volutamente? Comunque una tecnica della narrazione! In fine, l’episodio accaduto sul lavoro, descritto sempre sapientemente, lascia un po’ perplessi; come andrà a finire?

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