Sarebbe bello imprigionare il grigio, passeggiare sopra al suo bagnato con i tacchi alti. Sarebbe bello correre ma anche restare, sotto la pioggia a planare, davanti a questo semaforo rosso.
Undici meno un minuto. Undici e un minuto.
La notte mi piove giù dalle guance, mentre le immagini diventano trasparenti. Ho voglia di un caffè nero, di un caminetto caldo e di un qualsiasi film stupido da televisione. Una bimba mi osserva dal sedile posteriore della macchina davanti alla mia. La saluto, mi saluta. Ride e si nasconde dietro a un peluche, senza però smettere di fissarmi. Sorrido. Ho improvvisamente voglia di tornare piccola, di contare le gocce sul finestrino. Ho voglia di farmi passare la nausea cantando a squarciagola mentre papà mentendo dice che siamo quasi arrivati. Siamo quasi arrivati? A chi lo posso chiedere? Ho improvvisamente voglia di restare quella che sono, ho paura della dispersione delle molecole, ho paura di farmi inghiottire dai buchi neri nello spazio. Siamo quasi arrivati?