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da dove dgt?
- Ciao?"
- Buonasera?"-
- Da dove dgt?
- Prego?
- Da dove digiti.
- Prego?
- Ho capito, ho capito, nuovo di chat. E magari anche di PC.
- Questo linguaggio mi è davvero oscuro?"
- Ok, ok, vuoi giocare a fare l’antico. Idea simpatica.
- Non sto giocando.
- Vabbe’, vabbe’ non stai giocando. Già calato di brutto nella parte?
- Chi siete voi?
- Wow, anche il voi. Il mio nome è Agostina, come quello di mia nonna. Non sto bluffando per fare l’antica anch’io. Mi
chiamano tutti Tiny, però.
- Il mio nome è Rodrigo.
- Fico. Ben scelto. Come quello del cattivo dei Promessi Sposi. Io ho sempre pensato che Lucia almeno un po’ ci stava.
- Non conosco la coppia di fidanzati di cui parlate. Davvero il mio omonimo era cattivo?
- Ok. Sei anche più antico di Manzoni.
- Quando è vissuto questo Manzoni?
- Milleottocento
- Sono un po’ più antico.
- Perso niente. A scuola ci hanno fatto due…. Ah scusa, devo scrivere come una signorina per bene. Volevo dire, siamo
stati afflitti da interminabili e tediose lezioni. Vedi, vedi che so scrivere con i fiocchetti anch’io.
- Voi andate a scuola? -
Per tua informazione, ho la maturità classica, frequento l’Università, e mi mancano tre esami alla laurea in Scienze
della comunicazione.
- Una donna all’Università?????
- No, dai, questa è proprio scontata. Se vuoi giocare a fare l’antico, almeno mantieni un po’ di stile, vivaddio!!!! ( prego
notare il fiocchetto “ vivaddio “ )
- Scienze di che?
- Della comunicazione. Giornali, televisione, radio, Internet….
- Vi prego di perdonarmi, ma sono sempre più confuso. Comprendo un terzo appena delle vostre parole.
- E bravo, Rodrigo, vai così. Sei una forza. Sembri davvero piovuto dal giurassico. Puoi darmi del tu, se vuoi.
- Non oserei mai prendermi una tale libertà senza il Vostro permesso.
- Ti ho appena detto che puoi, e sono partita io col “ Tu “, senza chiederti niente. Non esagerare a fare l’antico. Così a naso mi
sa che sei giovane anche tu. Quanti anni hai?
- Ventotto. Non sono poi così giovane.
- Ma dai, sei un ragazzino. Io ho ventiquattro anni.
- Siete maritata?
- Certo che no.
- Alla vostra età dovreste esserlo. Perdonate l’ardire, ma molti vi reputerebbero una zittella.
- Zitella???? Ma daaaaaaaai!!!!
Piuttosto, com’ è che in chat non compare il tuo nickname? Me ne accorgo adesso.
- Non comprendo nuovamente le vostre parole.
- Anche il carattere è stranissimo. Non l’ho mai visto. Che cavolo di programma hai?
- Temo che il nostro dialogo sarà impossibile, se continuerai ad esprimerti in maniera così strana.
- Ah, sarei io quella che si esprime in maniera strana???? Beh, almeno mi dai del tu, alla buon’ora, ma ti avviso che cominci a
rompere.
- Non sia mai. Non vorrei arrecare alcun danno al riquadro sul quale compaiono le frasi della nostra conversazione.
- Come sarebbe??? Non hai una tastiera???
- No. Non so bene che mai sia una tastiera, ma le mie frasi si scrivono da sé nel momento in cui le penso.
- Allora non sei antico. Sei in pieno futuro ipertecnologico. Oppure sei un genio, uno scienziato con i contro… ehm, molto
brillante, un mago del computer.
- Suppongo che non mi crederesti, se ti domandassi cosa significa computer.
- Eh no, questo è troppo anche se stiamo giocando.
- Sono veramente uno studioso delle scienze. Sono medico, alchimista, mi interessano in particolare i meccanismi del
cervello umano.
- Senti un po’ vedi di aggiustare i meccanismi del tuo, di cervello.
- Non adombrarti, Agostina. Non recarmi offesa. Non sono un pazzo, e nemmeno un imbroglione. Nemmeno la mia scienza
mi sa spiegare ciò che mi sta capitando.
- Cioè ???
- Ho voluto compiere un esperimento su me stesso. Ho fabbricato una pozione che, stando alle formule che ho
elaborato, dovrebbe potenziare le facoltà del pensiero umano, le capacità telepatiche. L’ho bevuta, e la stanza dove mi
trovavo è scomparsa. È tutto buio, ora, vedo solamente un grande riquadro con strani disegni, e vedo nascere le nostre
parole. Ma non vedo te. Non ti vedo. Come sei? Sei di bell’aspetto?
- Ah, ecco.
- Ah, ecco??
- Senti, il gioco dell’antico lo fai proprio benino, sei simpatico. Ma prima o poi, in chat, finite tutti per provarci.
- Non colgo il significato delle parole dell’ultima frase, ma il concetto è chiaro anche per un antico come me.
- Se vuoi vedere come sono, incontriamoci. Io sono di Roma. E tu?
- Vivo anch’io a Roma.
- Perfetto!!! Non ho mai voluto incontrare quelli delle chat, ma tu sei davvero diverso. Quando, e dove?
- Immagino tu intenda quando, e dove, possiamo vederci.
- Mi pare evidente.
- Temo che non sarà possibile. I nostri pensieri si sono incontrati, ma i nostri corpi vivono in due epoche lontane fra
loro. Non potremo mai incontrarci, Agostina, e ti assicuro che me ne dolgo assai.
- Ok, ok. Sono già stata scaricata in chat, ma mai con tanto stile. Tanto di cappello, Rodrigo.
- Non capisco, che vuoi dire. Mi gira la testa. Ho un terribile mal di capo.
- Anche il mal di testa, adesso. Eri partito bene, ma desso sei patetico. È una scusa vecchia come il mondo. Mi sembravi uno
interessante, ma sei il solito stronzo.
- Agostina, no, non è come… Non sono uno…. Agostina, che succede? Agostina, non riesco a distinguere le lettere.
Agostina, si sta appannando tutto. Agostina, mi… mi… sento… A.. iu.. ta.. mi..
- Complimenti, Rod, grande sceneggiata, clap clap!!!!
- No… io… tu… non… puoi… non puoi… a... iu…tar….
- Ma vaffan……
Roma, 2007
Agostina, su tutte le furie, uscì dalla chat.
- Così impari, - pensò, - così impari, sei la solita scema, che in chat cerca chissà che. Deficiente. Credi di incocciare il Principe Azzurro, e ti ricapita il solito che getta il sasso, e tira indietro la mano. Stronzo. Stronzo. Stronzo. Certo che era strana quella schermata, molto strana. Speriamo che quel bastardo non mi abbia mandato un virus.
Roma, 1707
Al funerale di Rodrigo Altieri, brillante promessa della scienza, apprezzato per le doti di medico, ma guardato con sospetto per i suoi esperimenti in odore di eresia, molti si domandavano la ragione della sua morte precoce e misteriosa. Era stato trovato senza vita nella stanza sotterranea dove si dedicava a mischiare quelle pozioni le cui ricette, sussurravano i bigotti, erano sicuramente dettate da Satana. I colleghi del defunto ritenevano che il giovane fosse stato stroncato da una violentissima febbre dalle cause del tutto ignote. Speravano che non si trattasse di una qualche nuova forma di peste. Per ora, fortunatamente, nessuno presentava sintomi di contagio.
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0 recensioni:
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- Bellissimo! Questa "fantasia laterale" per dargli un termine, personalmente è forse la cosa più stimolante da scrivere e da leggere. Dall'alto della mia nuova iscrizione, complimenti!
- molto bello davvero. complimenti.
- Laura, questo racconto me l'ero persa. È ancora più bello degli altri. Un abbraccio Simona
- estasiato, rapito, coinvolto, soddisfatto dalla trama e dal finale,
clap clap clap applausi a scena aperta
gigi
- mi è piaciuto molto
- Bello. Mi ha ricordato alcune cose vissute in chat ma c'è anche qualcosa in più
- Ciao Rosa Boema, ho ricercato il testo che per caso avevo già letto, è sempre bellissimo. Complimenti. Michelangelo

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