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Penny è volata dal tetto. (Cap 3)
A Caterina, che mi legge e domanda ancora.
Cap. 3
Il sardo si è messo a telefonare in un angolo del bancone, io mi sono fatto fare una birra e finalmente dalla porta entra Sandro che mi sorride e mi saluta con la mano.
-che cazzo… non dovevamo trovarci alla pizzaria rumena- esordisce, niente ciao, niente come va?
- fottiti Sandro, sei sempre in ritardo. Come cazzo fai a tenerti il lavoro.-
-ehi bello, io sono un creativo, mi pagano per l’inventiva non per la puntualità. Come stai? Cristo saranno… quanti, otto anni che non ci vediamo. Per rintracciarti ho dovuto chiamare mezzo mondo. Gran parte della gente che ho chiamato non si ricordava nemmeno chi fossi.-
- magari gran parte della gente non si ricordava nemmeno di me.-
- Infatti. Come stai?- e mi allunga la mano.
Glie l’ho stretta forte, con calore, a lungo, ci siamo sorrisi. È bellissimo rivederlo dopo tanti anni senza sentirci, dopo tante cose fatte insieme, come fratelli, come una banda. È proprio bellissimo, mi sembra di esserci salutati solo ieri, mi ha preso un senso di malinconia, e gioia. Mi sono sentito di nuovo ventenne, pronto a spaccare il mondo, pieno di ideali.
- beviamo- gli ho detto.
Mi sono allungato dietro il banco e gli ho spinato una birra mentre il sardo mi bestemmiava dietro con la cornetta incastrata tra spalla e orecchio, imprecando con una mano e salutando Sandro con l’altra.
- Allora che vita fai? ?"
- Grafico pubblicitario, m’hanno preso subito dopo l’accademia, non sono mai tornato a casa. D’altronde c’era poco da cui tornare. Tu ricordi i miei vero? Tu te n’eri andato a studiare a Roma, così io mi sono fermato la. Poi, lavori, trovi un paio di amici, un po’ di figa e non ti muovi più. E tu?-
- Ho finito di studiare, e adesso faccio il commercialista in un grosso studio del centro. Vivo da tre anni con una ragazza ricca, in collina, in un sottotetto grande cinque volte quella che era casa mia. Cazzo, c’è una vista. Molto alla moda. Lei dice che gli piace stare in quell’appartamento così semplice, poco lussuoso. A me pare una reggia. Ho una macchina. Ho dei soldi da parte. Cristo. Sono diventato un risparmiatore.-
- Beh, pare che siamo cambiati un sacco tutti e due.-
- Pare proprio di si.-
- Hai saputo niente di penny.- improvvisamente serio
- Ne ho parlato con il sardo, sta facendo qualche telefonata.-
- credi al suicidio? ?"
- no.-
- beh nemmeno io, cazzo. Appena ho letto la notizia ho deciso di partire. Il mio capo era una furia perché siamo alla chiusura di una campagna e quando gli ho chiesto il pomeriggio per venire qui ha dato in escandescenza. Spero di avere ancora un lavoro lunedì. Cristo come sono felice di vederti.-
Ho risposto al suo sorriso con sincerità.
Il sardo sta tornando da noi.
- allora?- gli ho chiesto
- bentornato nella casba, anche se non nelle circostanze migliori.- ha esordito il sardo, salutando Sandro.
- hai ragione, la prossima volta tornerò a farmi scippare o accoltellare o per andare a puttane, o a prendere coca.- gli ha risposto Sandro ridendo.
Ha riso anche il sardo.
-allora?- gli ho chiesto di nuovo.
- Ho chiamato il Marione, conosce tutti nella casba, ha il caffé et spaccio di liquori all’angolo della prima traversa con la cloaca. Zona di periferia ancora, ma tutti passano da li. Marione, il più informato di questo fottuto quartiere è. Ha confermato tutto quello che ha detto il giornale, sembra che penny facesse la puttana, non mi ha voluto dire il nome del suo protettore. Sembra che sia uno che gira nei salotti bene della città a procurar troie all’alto borgo. Penny era una di queste.
Ragazzi, io non so come ve la ricordate voi, ma qui s’è vista più volte in tailler… era bella come la notte. Era diventata veramente roba da palati fini. Non come quelle mezze donne che trovi sul Viale del Sud, o al Castello, roba da mille e più a notte, altro che mille e una notte.
Mi ha detto che in quegli ambienti gira coca a chili ogni sera, e questo lo si sapeva già, quindi non si stupisce che fosse drogata.
Dice che gli è dispiaciuto che sia morta, e che passava quasi ogni mattina a bere il caffé da lui, perché abitava più giù lungo la cloaca, e che continuava a digli che quello era il caffe più buono della città, anche di quei posti in centro che sono tutto uno stucco e un barocco e poi paghi il brodo di caffè un capitale.-
- Scusa: una puttana da mille a notte abitava lungo la cloaca?- ha chiesto Sandro.
- Già. Strano. Secondo me era sotto protettore. Forse lei prendeva di meno.- ho aggiunto.
- che fosse sotto protettore e fuori discussione. Adesso ci sono case strane in quella via. I piani bassi di famiglie di magrebini che dormono uno sull’altro e ai piani alti, case d’appuntamento di gran moda.- ha detto il sardo.
-quindi stava in una casa d’appuntamenti?-
-negli alloggi delle puttane. Probabilmente.-
-Senti sardo, chi cazzo è questo protettore?-
-Non so, non l’ha detto il Marione, e a me non va di insistere. Se fate casino poi lui va nella merda.-
-Tu a chi pensi?-
- non lo so.-
- chi c’è in giro? non potranno mica essere tanti? Coso…come cazzo si chiamava, Il Gatto, è ancora in circolazione.-
- si, il gatto muore fra nove vite. Ma mi pare gestisca la roba di strada. C’è quel tuo amico Sandro, il Filippino.-
-Merda, non è ancora morto quel viscido. A sedici anni mi faceva fare avanti e indietro tutta la città con la vespa imbottita di maria. Figlio di troia. Adesso è nelle puttane?-
- Già, ha fatto carriera?" ha risposto il sardo?" Il marione ha parlato di una che era sempre con penny, tale Jessica, dice che abitava con lei. Forse faceva la puttana anche lei. ?"
- Andiamo a parlarci- dico io a Sandro.
- Si, prima che attacchi a lavorare.-
- Vi lascio il numero del bar, se avete problemi o se sapete qualche cosa chiamatemi. Faccio la notte solo per voi.-
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