Una nota tenuta.
Una nota prolungata, per certi aspetti, insensata. Un’onda sonora. Un suono puro, una frequenza fissa che si ripete identicamente nella sua dinamica.
Fastidio punzecchioso nel mio orecchio sinistro.
Non si tratta di un pensiero fisso. Nessun pensiero solo un suono. Una prova d’ascolto che mantiene l'occhio vigile sul trascorrere del tempo.
Siamo già a due. Due sensi. Vedo e sento, quindi, forse, sono ancora vivo.
Ondeggio tra le indecisioni e nel frattempo provo a toccarmi sui pantaloni, ma non succede nulla. Devo riuscire a pensare a qualcosa che mi aiuti a pensare a qualcosa che...
Una goccia di rugiada è un buon segno. Significa che il sole sta per sorgere. Allora immagino di vestirmi e faccio il solito gioco stupido.
Accendo la sigaretta e la lampada. Appoggio la sigaretta nel posacenere sotto la lampada e faccio finta di dimenticarla. Apparentemente senza motivo, guardo il fumo salire verso la luce. Bellissimo.
Passo secondo. Foglio bianco da immaginare. Su un foglio bianco immagino possa esserci scritta qualunque cosa.
Considerazioni di base:
Pensieri brevi. Frequente la punteggiatura. Peso le parole, devo compromettermi.
Relazione tra gli elementi.
Un uomo disteso ascolta una nota nel silenzio della sua stanza. Guarda il fumo verso la lampada e scrive qualcosa su un foglio bianco. Cosa scrive? Forse si tratta di una richiesta d’aiuto. Cerca una relazione tra gli elementi e non la trova.
Ma ad un tratto l’idea. È lui la relazione tra gli elementi, questo è il suo mondo.
Prima prova. Si slaccia una scarpa. Superbo potere dell’immaginazione. Ci riesce. La riallaccia e inizia a correre. Prima intorno alla stanza, poi sempre più veloce sulle pareti e si ferma sul soffitto. A testa in su sputa e non gli cade in faccia.
La sua magia. Apre la finestra della sua camera da letto, apre il terzo cassetto del comò e tira fuori un corno da cocchiere e suona. Con un filo d’aria. La nota tenuta adesso è reale.