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Il vecchio Bill
Fuori faceva freddo…
E anche dentro casa di Johnny.
Cavolo! Da una settimana aspettava l’idraulico che venisse a sistemare la caldaia.
A giorni avrebbe incominciato a nevicare, almeno così dicevano alla TV…
Ora Johnny era disteso sulla sua poltrona di pelle, quella colorata di un verde orrendo…
Johnny non aveva buongusto.
O meglio, si accontentava di quella per ora…
Tanto dopodomani sarebbe stato in volo per il Messico…e quella poltrona, come tutto il resto dell’arredamento, sarebbe stata solo un altro brutto ricordo…
C’era abituato alle numerose trasferte, d’altronde il suo lavoro prevedeva tutti quegli spostamenti.
Johnny osservava quelle foto che gli avevano dato giorni prima.
Raffiguravano il vecchio Bill…
Chi non conosceva Bill? Laggiù, nel Minnesota, era una celebrità.
Aveva vinto più volte la festa annuale delle fattorie.
D’altronde aveva il miglior bestiame della contea.
Sicuramente avrebbe potuto vincere anche quell’anno…avrebbe potuto…
Il vecchio Bill…
Johnny lo conosceva bene, avevano passato l’infanzia assieme.
Frequentavano la stessa classe, nella squallida Patron High School del Minnesota...
Johnny non era portato per lo studio, ma se la cavava.
Preferiva l’ora di ginnastica lui, con il suo fisico alto e slanciato superava tutte le prove imposte dal maestro Burton.
Aveva una resistenza eccezionale anche per la campestre, un respiro regolare e costante: sapeva trattenere il respiro per molto tempo anche sott’acqua.
E con grande piacere questo lo aiutava anche nel lavoro…trattenere il respiro….
Bill invece era più portato per la matematica, e il che era strano.
Quel contadinotto del Minnesota così bravo nell’aritmetica…
Poi pensandoci era naturale: faceva anche ora conti su conti per tenere la contabilità di fattoria, i ricavi e i profitti dei suoi campi…anche tutto a memoria
Il vecchio Bill…
Aveva deciso di entrare il politica Bill…
Beh, sindaco di quella contea del Minnesota…non poteva aspirare di più…
Ma si accontentava.
Johnny guardava quelle foto e ricordava i tempi passati con Bill.
Avevano fatto la patente assieme, e la sera uscivano con la loro compagnia.
Era buffo vedere arrivare Bill con il furgoncino cabrio con cui portava il grano al mercato
Il Rugginoso Cargo…così l’avevano soprannominato…
Aveva ancora qualche chiazza di colore rosso, dove la ruggine non aveva ancora attecchito.
Uscivano e andavano a bere lo schoth da quattro soldi dello “Stantum Bar”
Che schifo quella roba…ma “faceva fighi”…e giù a bottiglie…
Poi tornavano a casa belli ubriachi.
Ora Bill non si ubriacava più…era sindaco, aveva un’immagine.
Il vecchio Bill…
Johnny invece…beh, Johnny faceva quello che voleva.
Ancora sulla poltrona si rigirava le foto in mano, sorridendo nel vedere la faccia ebete di Bill,
così sicuro di sé sugli spalti per le elezioni.
Avrebbe tenuto un comizio in piazza anche l’indomani, e Johnny non se lo sarebbe perso per nulla al mondo…
Bill che prometteva a destra e manca…meno tasse e più agevolazioni per agricoltori e imprenditori.
Il vecchio Bill…
Fuori aveva iniziato a nevicare, questa volta le previsioni avevano azzeccato….
E quei fiocchi bianchi trasmettevano il freddo nelle ossa di Johnny…
Domani avrebbe messo l’impermeabile lungo e, assieme ai guanti, si annotò mentalmente una bella sciarpa.
Non voleva pigliarsi un raffreddore…
Altrimenti non si sarebbe goduto il suo soggiorno in Messico i giorni successivi.
Peccato per Bill: chissà se avrebbe avuto freddo sul palco con i piedi immersi nella neve…
Che diamine! Non ci sarebbe stata neve sul palco!
Si immaginò che proprio in quel momento una squadra di impiegati municipali lo stessero coprendo con un grande telo…
Verde come quella orrenda poltrona…
D’altronde Bill bastava ordinasse qualcosa e lo avrebbe avuto subito, era sindaco ora.
Il vecchio Bill…
La luna era alta in cielo, e Johnny era stanco di bere e guardar foto.
Decise di andare a letto.
Rimise a posto le foto del suo vecchio amico, si mise il pigiama e andò a lavarsi diligentemente i denti.
Sistemò le ciabatte una affianco all’altra: aveva una cura maniacale per i particolari.
Distese per bene le coperte, ma prima di infilarsi sotto, tornò in salotto e andò a ricontrollare la valigetta.
Il suo TGR 42 SAKO, il suo fucile di precisione calibro 338, era tranquillo in quella custodia marrone…
Bene, ora poteva andare a letto tranquillo, l’indomani sarebbe stata una lunga giornata.
Avrebbe dovuto cercare una buona postazione di tiro.
L’indomani avrebbe visto per l’ultima volta il vecchio Bill…
Ma questa volta da molto distante, attraverso il mirino del suo fucile…
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