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poeti maledetti
27 ott
Poeta maledetto...
Chi conosce le opere, e piu ancora la vita di questi cosiddetti poeti della vita, non ha bisogno di capire il riferimento, perchè li ha già li davanti agli occhi.
Ed io, nel mio piccolo, ho creduto di esser uno di loro: certamente indegno, non invitato a quel convitto, e forse nemmeno accetto, e comunque non all'altezza (questo è un omaggio alla signora modestia).
Però il mio istinto, non so se offuscato ed affascinato da un genere di vita sempre al limite, immerso nell'assenzio e nei piaceri della vita, vissuti come unica ragione della stessa, dove il limite è solo un confine fatto di parole che non può arginare il desiderio di emozioni estreme, dicevo, il mio istinto mi ha fatto credere di aver in destino una vita simile, forse non con gli stessi margini, non colorata delle stesse tinte forti e autodistruttive, dovendo mediare il mio essere con una educazione filo cattolica e filo conservatrice.
... ma pur sempre simile nel suo destino. Una vita dove tutto fosse sacrificabile di fronte all'altare del piacere, della gioia, delle emozioni, anche la salute stessa.
E questo era il prezzo da pagare per una vita vissuta senza morsi o freni, ossia la vita stessa, che chi ha voluto consumare perso dal suo lato istintivo, ribelle, e ludico, dovrà accettarne anche una fine prematura; una vita senza il declino fisico o mentale degli anni che passano, ma che si brucia nell'attimo fuggevole degli anni migliori, purchè dopo che un morso ad ognuno dei sapori della vita sia stato inferto.
La parte piu dolce del frutto, che viene subito avidamente consumata senza remore o titubanze, perchè il tempo per assaporarne il diverso sapore della parte restante non c'è, non interessa, non si cerca, o forse non ci sarà nemmeno.
Ed allora tutto, subito, ora che posso goderne lucido, in forze, nel delirio di onni potenza per cui tutto è concesso, che questa è la vita, e che domani non esiste, perchè esistono solo infiniti attimi di presente.
E vivere ogni singolo di quei battiti di ciglia che che lo sguardo poco compassionevole che il Tempo ti rivolge, come se altri in serbo non ve ne fossero, e quello appena trascorso fosse l'ultimo regalo della vita per te.
I poeti maledetti, consapevoli che l'aria fresca dei giorni migliori presto si consuma, e volendo vivere immortali respirandone a piene mani, consumavano i giorni verdi vivendo nella consapevolezza che altri non ne sarebbero venuti, nè che di giorni piu grigi e pensierosi avrebbero mai scritto, voluto o potuto scrivere. E così consegnavano le proprie spoglie mortali alle Parche, quando la vita è ancora allo zenith, per continuare a respirare il profumo dolce dell'immortalità in qulle pagine sempre verdi che, come scrigni contenevano quei rari tesori di parole bagnate dal sudore di anime perse e dall' assenzio.
E quante volte, in quelle sere che poco hanno di normale, ho creduto a quella voce che si insinuava tra i miei pensieri, sussurrandomi che presto avrei condiviso quel destino monco, incompiuto, tremendamente affascinante quanto breve, e che presto o tardi avrei pagato il conto dei piaceri fugaci della mia vita, del prezzo piu alto, la vita stessa.
Ma non temevo quella voce, che pareva prospettarmi l'unica via per l'immortalità, rendendomi eletto tra gli eletti, motivo di vanto e di superbia rivolta a chi sogna di imbiancare insieme alle stagioni della vita, di una lunga vita.
Ma erano solo brevi pensieri, quel sano senso di autodistruttività che latente, ogni tanto affiora, per poi tornare sommerso dal desiderio di Essere.
Poi quel giorno mai voluto sul serio, fintamente invocato senza timori, fratello reietto di madre diversa, portato da un fulmine, improvviso è tuonato nella mia vita.
Ma non fu una ferita di spada, non un dardo scagliato dalla sommità delle mura, nè una lancia di nero cavalliere ad aprir per me le porte del Regno Oscuro, nulla di cui poter ascoltare trepidante come nei racconti di eroi e di battaglie.
Ma un infido nemico senza volto, traditore e vigliacco si è insinuato dentro me, nel mio sonno della Ragione, nutrendosi dei miei giorni ingordo, ed oscurando i miei sogni.
Ed ora vive insieme a me, mi accompagna senza sosta, ricordandomi ogni attimo dolorosamente della sua presenza, e beffandosi delle armi appuntite con cui ferendomi voglio uccidere Lui.
Mi hai reso fragile, ricordandomi quanto sia mortale e poco infinito, se non nei pensieri, il mio Essere.
Ma non riesco ad aver Paura di te, per l'incoscienza che ci regge e ci fa credere immortali.
Eppure mi ripeti che Ti basterebbe un cenno per rendere oggi il mio ultimo giorno.
Non ti credo, e mi nascondo dietro un sogno che si chiama vita...
"Oggi è un bel giorno per morire"... mi dici e sorridi.
"Io non morirò oggi", e mi scopro tremulo a chiedere "Dio, ancora".
Ma se mi sei davvero nemico, allora boia, assassino, ladro di sogni, non potrai negarmi l'ultima sigaretta: insegnami a vivere oggi, e
ogni giorno come se fosse l'ultimo giorno,
proprio come sapevano vivere i...
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