Nei momenti di riflessioni arrivo a determinate conclusioni,
passano gli anni, trascorrono lenti ed inesorabili, come le lancette
dell’orologio che si inseguono, rispettando le distanze.
Per ognuno di noi ci sono delle date ben precise nel corso dell’anno,
tappe obbligatorie, ricorrenze che ci ricordano il mutare della nostra età.
Ad un certo punto i ricordi dell’infanzia riaffiorano, il sorriso si disegna
sul volto senza accorgersi, l’orologio biologico del pensiero si mette in
movimento;…
che belli! i giorni prima della ricorrenza dei defunti a Novembre,
era una preparazione psicologica che da un triste evento, lo riportava ad un giorno
ludico e spensierato.
La figura più importante di allora era di “professione” Nonno, “aspirante” Padre.
Ancora oggi a cinquanta anni mi chiedo perché i nonni debbano morire,
ci vorrebbe una riforma sulla morte naturale, una postilla che recita:
“ il nonno vive in eterno per meriti speciali”.
Per avere la mia prima bicicletta con rotelle laterali ho dovuto aspettare dieci anni,
era di Domenica, la notte non dormii perché volevo essere il primo ad inaugurare
il nuovo giorno, aspettai un paio di ore perché il nonno Carmelo si svegliasse e…
dicesse la fatidica frase: guarda cosa hanno lasciato i morti per te.
Ho scorazzato tutto il giorno in groppa a quello che per me era un cavallo, visto che
ci stavo su, vestito da cow boy, con tanto di pistole nelle fondine.
Bei tempi! sospiro, penso e faccio dei confronti con i nostri tempi, dove la tecnologia
ha bruciato i tempi, raggiungendo traguardi con una velocità non calcolabile, quasi
tutto è multimediale, il computer ha sostituito milioni di lavagnette, biciclette, bambole, robot, completi da calcio, le scatole del meccano, del lego, la cera pongo e tutti quei giochi dove il protagonista eri tu.
La forza mediatica ci aggiorna velocemente sugli ultimi ritrovati in tutti i campi,
dall’informatica, all’ultimo elettrodomestico tutto fare, traendone si notevoli vantaggi, ma! togliendo il gusto della scoperta, della partecipazione e della creatività.
Direi di rallentare guardando un poco indietro, di goderci una giornata nel trascorrere
lento delle sue ore, magari di fronte ad un fornello, sfogliando un vecchio libro
di ricette che ci ha lasciato la nonna.