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La vita dietro un vetro

Seduto sulla panchina del viale dei tigli a Legnago, guardo donne e uomini che passano. Intuisco i loro destini, le loro mete, i loro drammi, i loro amori, le loro sofferenze perché anche io ho vissuto quei momenti. La vita è fatta di momenti che, trascurando le varianti, si assomigliano tutti.
Passa una coppietta di fidanzati. "Guarda" dice la ragazza, "in cielo ci sono le stesse onde di ieri sera".
Alzo gli occhi e guardo anch'io. Il cielo celeste è increspato e le increspature formano mammelle bianche.
Arriva un tizio alto e magro, biondastro, con i capelli tirati all'indietro. Trascina una moto vecchissima, ammaccata, piena di borse e zaini. È lo stesso tizio che vedevo alle fiere 40 anni fa. Sì, è proprio lui. È rimasto identico ad allora: lo stesso vestito a righine, la stessa faccia scavata, la stessa pettinatura perfino la stessa moto solo che ha 40 anni di più.
Passa una signora anziana con il cagnolino al guinzaglio. La signora è vecchia e anche il cane è vecchio e grasso.
Ho smesso di vivere la vita, con i suoi amori, amicizie, rapporti, lotte, affari. Tutto questo è troppo faticoso e perfino pericoloso. Io ho già provato tutto: l'amore con tante donne; l'amicizia con tante persone; e tanti lavori, viaggi, avventure Adesso sono arrivato in quell'età dove si hanno molti ricordi da passare in rassegna, come un collezionista. Adesso ho l'esperienza e non mi serve più vivere.
È passata l'età delle illusioni; posso prevedere con esattezza come andrà a finire qualsiasi avventura ancora prima che incominci. Ad esempio, se vedo passare una bella ragazza e la desidero: mi immagino le torture del corteggiamento, il primo appuntamento al quale lei non viene, le notti insonni, le sofferenze d'amore E poi finalmente gli incontri, il sesso che annulla la coscienza; e poi ancora la ripetitività, la noia, la casa, il bisogno di denaro, il figlio, le liti in famiglia Ho già provato e visto tante volte tutto questo. Perché viverlo ancora? Mi basta osservare. Adesso mi basta pensare. Così ho messo la vita sotto vetro e, aldilà del vetro, mi diverto a osservarla, e mi dà l'illusione di viverla ancora, senza rischi e senza pericoli.
Se potessi parlare ai bambini, spiegherei loro la vita, non quella che imparano a scuola, ma la vita reale, il mondo come è. Direi a un bambino: ti piacerà un giocattolo e crederai di amarlo per tutta la vita. Vedrai passare una ragazza e butterai subito via il giocattolo più caro. Ti perderai per una donna, vivrai le illusioni che sia una Dea, poi un'amante, poi una compagna, poi un'amica, infine una nemica
Direi ancora a un bambino: conoscerai l'amicizia, ti sacrificherai per un amico che ti sfrutterà, ti tradirà e parlerà male di te. Farai tanti sacrifici per inseguire il denaro, la posizione, la carriera e dopo ti accorgerai che la giovinezza è fuggita e il tempo è passato. Il denaro arriva sempre troppo tardi, arriva quando sei diventato vecchio, hai problemi di salute ed allora non ti interessa più. A quell'epoca avrai solo paura della morte, poiché hai visto tanti uomini e donne che incontravi tutti i giorni e adesso sono morti, sono andati via per sempre, senza sapere dove.
Ancora persone che passano ed io dalla mia panchina le osservo: il ragazzino sul pattino che vuole arrivare primo, due amanti che chiacchierano raccontandosi i loro segreti, un uomo con la tuta che ha appena finito di lavorare.

Agosto 2001

 

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4 commenti:

  • sara rota il 04/05/2007 18:42
    Un racconto alquanto triste e commovente, che mi ha dato "tepore" nel leggerlo. Davvero bravo!

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