Ok, confesso il mio peccato, mi piacciono i film con cani come attori, mentre schivo abilmente quelli con attori cani, se mi riesce: tra i miei preferiti c’è “Quattro bassotti per un danese”, ma mai avrei immaginato di diventarne spettatore in prima linea.
Dopo la morte del vecchio Boby era mancata la figura, in casa, di un cane di peso.
Quattro anni fa il pastore tedesco della mia mica Monica partorisce la seconda cucciolata. E si sa che l’occasione fa l’uomo ladro.
Ignorando con sfacciata indifferenza le iniziali proteste di mio padre, si decide di allargare la famiglia.
Agosto 2003 Duska varca il cancello e calpesta l’erba del giardino per la prima volta.
Il contrasto è subito evidente: a poco più di due mesi già supera la stazza delle altre tre miniature di casa.
Come l’arrivo di un bimbo sa ringiovanire anche il nonno più acciaccato, così l’allegra indole della cucciola ringalluzzisce la truppa.
Sorvolando sulle piccole inevitabili incomprensioni, la crescita prosegue armoniosa e abbondante.
Ma c’è un piccolo neo: Duska si immedesima così tanto nel gruppo, che i suoi circa 38 kg diventano insignificante dettaglio. Evidentemente anche negli animali non è importante come si è, ma come ci si senta!
Da buon toro, profilo astrologico ovviamente, non c’è impresa che non voglia portare a termine, non ammette i suoi limiti fisici.
Quant’è piacevole giocare a nascondino sotto al letto, purtroppo viene subito scoperta, perché non riesce a infilarvisi oltre le spalle.
E la fatica di sedersi sulle sedie della cucina? Si impegna testardamente a dismisura, fino a quando riesce ad arrampicarsi e con la coda a penzoloni deborda soddisfatta.
I piccoli si appoggiano alle tue gambe per festeggiarti, lei pure, ma è bene assicurarsi di avere il sostegno di una parete dietro, non il vuoto di una rampa di scale!
Alle volte forse per rincuorarsi di un brutto sogno, cerca di dormirti vicino la notte, sul letto, il mio, singolo.. e io guardo con invidia la sua calda coperta a terra, meditando un diplomatico scambio.
La sua vita è un po’ come la storia di Gulliver e il paese di Lilliput: un gigante che si immedesima in una formica.
E lei è la mia terza bellezza, dolce e buona come un pasticcino al miele.