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La dea dell'amore
Erano le 20:30 e Flavio si stava preparando, era preoccupato, era in ansia, non sapeva come comportarsi con lei. Martina, sua moglie era nella stanza accanto, Flavio si affacciava per osservarla ogni tanto ma non sembrava se stessa, era triste e lui lo leggeva dal suo viso, lui sapeva che era triste per San Valentino, il giorno degli innamorati, a quell’ora tutti fuori a festeggiare a lume di candela e lei li a casa, delusa da suo marito, delusa da lui, Flavio. Flavio si avvicinava piano piano a lei, era un fiore molto triste che sorrideva ogni tanto al suo uomo per nascondere la sua tristezza interna di donna innamorata. “Lo sai amore, oggi è San Valentino“ disse Flavio, la sua faccia cambiò all’improvviso e sorrise con il volto dell’amore come se si aspettava qualcosa da lui, “Lo so amore, vedi ho gia messo l’anello che mi hai regalato, è bellissimo, sembra di esserci appena fidanzati” rispose lei con un grande sorriso sulle labbra. Flavio quasi subito disse “Scusa amore, mi dispiace davvero tanto ma lo sai che il mio lavoro è sempre un casino, anche oggi mi porta via da te, il giorno di San Valentino, il giorno degli innamorati, mi dispiace davvero tanto”, la baciò velocemente sulla fronte e poi andò via. Martina era da sola in casa, sua figlia adottiva Sara era a cena con il suo innamorato, suo figlio piccolo Achille invece era a casa di sua madre, il suo viso era sempre più triste e deluso dal suo uomo ma cominciava a farsene una ragione, cominciava a pensare che il suo uomo era a lavoro e non aveva nessuna colpa se in quel momento non era li con lei. Si sdraiò sul letto, aveva i vestiti splendidi che imprigionavano le sue forme, era tutta nera, con gonna abbastanza lunga con lo spacco, le calze e un paio di stivali neri anch’essi, la mattina era tutta bianca perché piaceva al suo uomo e questa sera nella speranza di stare da sola con lui era tutta nera, come piaceva ancora di più al suo uomo per una serata intima a lume di candela e i suoi capelli biondi che si confondevano col nero del vestito e col celeste degli occhi. Stava quasi per spogliarsi, sapeva che suo marito era a lavoro e non sarebbe tornato presto, lo sentiva, lo sapeva, lo sapeva proprio perché succedeva molto spesso ma ecco che d’un tratto bussarono alla porta di casa, lei felice nell’attendersi il suo uomo corse ad aprire velocemente, non era lui, era un autista con il suo taxi che le disse “Signora è desiderata da una persona molto speciale, si sbrighi, ha voglia di lei” appena ascoltò queste parole, Martina chiuse di corsa la porta di casa e si mise a sedere nel taxi nella speranza che la persona era quella che desiderava, un volto timido, serio ma innamorato come piaceva a lei, il volto del suo uomo.
Lei non sapeva cosa aspettarsi e all’improvviso il taxi si fermò vicino al locale più bello, più isolato e più costoso, il tassista scese, aprì la porta del suo taxi e la porta della sua passeggera personale, una passeggera tutta per lui quella sera. Appena scese si trovò davanti un paradiso, il proprietario del locale la fermò e le disse “Signora, queste sono per lei”, erano rose rosse e il tappeto era a terra così verde e così profumato come le rose rosse che aveva appena ricevuto dal proprietario del locale, camminava su quel tappeto accompagnato dal tassista come se fosse una principessa pronta per entrare in chiesa a sposare il suo principe. All’interno era tutto acceso, tante coppie che festeggiavano il giorno degli innamorati e lei scorgeva piano tutti i tavoli presenti per scorgere il suo uomo, se davvero era li che la attendeva.
Il locale era finito, lei sembrava triste, lui non era li, il cameriere si avvicinava a lei e le disse “Signorina venga con me, da questa parte”, un’altra porta aperta fu attraversata e le scale che scendevano erano finite, lei si trovava in un paradiso ancora più bello, un locale tutto scuro, fatte di candele accese, mazzi di rose rosse sparse sui tavoli vuoti che profumavano d’amore. All’improvviso dopo un altro piccolo passo il cameriere le disse “Signora, ce una persona che desidera sapere cosa ce scritto sul bigliettino di quelle rose, lo legga, vi assicuro che dopo si sentirà in paradiso”. Martina con tanta curiosità diede ascolto alle parole del cameriere “CIAO PICCOLO FIORE, SEMBRA CHE ANCORA NON SE RIUSCITO A FIORIRE DEL TUTTO, FORSE QUESTA SERA FIORIRAI DEL TUTTO E TI VEDRO’ SORRIDERE COME NON MAI” queste erano le parole del biglietto, il cameriere la bendò subito, lei era spaventata da quel gesto ma si accorse che a toccarla erano mani molto familiari, mani che la conoscevano troppo bene.
Mentre lei era confusa, cominciava a rilassarsi mentre le sue labbra sfioravano altre labbra, la benda all’improvviso venne tolta e scorse davanti ai suoi occhi il suo uomo, la baciava, la riscaldava con le sue mani e appena le sue labbra furono libere, il suo viso cominciava a sorridere forte come l’esplosione di un vulcano, il fiore era del tutto fiorito.
Flavio la osservava, era uguale a qualche ora prima a casa, uguale, stesso vestito e stessi capelli lisci arricciati per l’occasione che gli sfioravano gli occhi, il suo biondo unito al celeste dei suoi occhi era bellissimo e Flavio vide nel suo viso il sole rispecchiato nel celeste del mare.
Flavio la fece accomodare in quel tavolo in fondo alla stanza, con due candele accese, un vaso pieno di rose rosse e di profumo e una bottiglia di spumante nel ghiaccio, le versò da bere e la osservò, il fiore era bellissimo e cominciava ad emanare un bellissimo profumo. Proprio a quel punto il fiore e l’uomo avevano iniziato il loro dialogo:
“Amore, ti piace qui?” le disse Flavio, lei sorrideva e rispose
“Non sapevo che il paradiso esistesse davvero e non sapevo che lo si può vedere” disse lei
“Questo non è il paradiso, il paradiso non ti merita, tu meriti qualcosa di più”
“E cosa merito?”
“Non lo so amore, il giorno che scoprirò che fine faranno i fiorellini te lo dirò”
Lei rise “Ma che fine vuoi che farà mai un fiore?” disse
“Oh amore mio, tu sei la regina dei fiori se non lo sai tu, vedi le api hanno gia cominciato a toccarti e io sono geloso”
“E chi sarebbero le api?”
“Il cameriere, il tassista, il proprietario del locale, non avevo detto di toccarti mi hanno disobbedito” disse con un sorriso
“Mi hanno solo preso per mano”
“Appunto amore ti hanno toccato e io odio le api” disse Flavio.
I due tacquero per qualche minuto e lei disse:
“Sono qui per studiare i fiori e le api?”
“No amore, ti ricordi la prima volta che abbiamo fatto l’amore? Per me era la prima e tu eri felicissima”
“Ma certo Tesoro, certo che ricordo! Davvero il fiore quella volta sbocciò e da allora e diventato un fiore bellissimo, un fiore che provoca piacere quando mi tocca e che migliora sempre di più, un fiore che ora è maturato e che mi sta facendo piangere proprio ora, perché non avevo idea che io potessi essere così importante anche se sei il mio uomo, non potevo mai pensare che una cosa del genere dico il tappeto, i tavoli spogli, le rose rosse, la stanza scura e tutta libera, senza nessuno, solo noi, ma come fai a fare tutto questo per me? Non mi sembra che io ti tratto da principe” lei era stata così chiara, Flavio sapeva che lei era senza parole, sapeva che nonostante si conoscessero bene lei aveva vergogna di lui, aveva vergogna perché sapeva che l’amore del suo uomo cresceva sempre di più.
“OH! Amore, ma allora non ti piace questa sera? “ disse lui
“Sai Tesoro, aspettavo una cena da te ma non una favola come questa, io non penso di meritarlo perché io non faccio abbastanza per te, ma tu non mi dai il tempo, come ora sapevo che tu avevi pensato gia a tutto e poi Tesoro ad essere sincera, io non ho fantasia per regalarti qualcosa del genere”
“Zitta! Non parlare più ! Non continuare a parlare, ecco è arrivato il cibo, mangia” disse lui.
Dopo aver bevuto e cenato e dopo tanti sorrisi lui disse:
“Questa sera non sono a cena con mia moglie, questa sera sono a cena con una principessa bellissima e che ha bisogno di essere protetta dai cattivi, una principessa che più fa l’amore e più diventa bella, più fa l’amore e più la amo, più fa l’amore e più il suo principe non riesce a guerreggiare. Amore…è da molto tempo che ti penso, non riesco più a fare bene il mio mestiere, sto bene quando ti vedo e forse è per questo che quando guardo la luna io mi perdo in essa perché vedo te, vedo te nella luna tutta nuda che corre e mi viene in contro e mi chiede aiuto” dopo queste parole improvvisate Flavio non sapeva cosa dire e lei rispose:
“Amore mio, mi spiace deluderti ma la principessa che chiede aiuto non sono io, osserva bene, il mio uomo è più di un misero principe, il mio uomo mi libera tutte le sere, quando mi fa volare, quando mi fa dormire sul suo petto e lui che mi protegge ed è a lui che penso ininterrottamente, il mio uomo è unico, nessuno come lui sa proteggere ed io lo amo tanto e se una sera mi venisse a dire che io sono una misera principessa e o un miserissimo fiorellino appena sbocciato mi offenderei, per questo mio buon principe la sua principessa non sono io, il mio uomo non può essere confrontato ai gentiluomini di corte, ai cavalieri o ai principi e soprattutto nemmeno a Dio, Dio è nulla in confronto a lui!” Flavio quasi pianse, era freddo da quelle parole, lei non aveva mai parlato così di lui e con le lacrime che gli scendevano le disse:
“Questa sera credevo di averti fatto un bel regalo, ma invece parlando così lo hai fatto tu a me Amore mio, non sapevo che io un giorno sarei diventato così importante per una donna bellissima, non sapevo che questa sera perdevo follemente la testa per te come se non ti conoscessi per nulla” dopo queste sue parole anche i suoi occhi celesti lacrimarono, lei si avvicinò alle sue labbra le sfiorò dolcemente per poi fare l’amore con esse sempre più violentemente, sembrava che lei stesse mangiando le sue labbra, le lingue si sfioravano e lei subito dopo quel bacio intenso disse:
“IO TI AMO, TI AMERO’ PER SEMPRE E NON ACCETTEREI MAI UN’ ALTRO UOMO NELLA MIA VITA, TU SEI L’UOMO DELLA MIA VITA E PER ME DIO SEI TU IN PERSONA E MI REGALI IL PARADISO QUANDO FACCIAMO L’AMORE, E ORA SBRIGHIAMOCI AD ANDARE A CASA HO RESTITO TROPPO, HO BISOGNO DI VEDERE IL PARADISO”.
Era successo l’inverso, Flavio era sbalordito, era emozionato credeva che l’ultima parola, il TI AMO fosse stato suo, ma lei lo sorprese di più, ancora una volta, Flavio era felice, era felice di essere Dio e si apprestava al desiderio della sua donna, sua moglie, Martina che ancora una volta aveva scoperto e ancora una volta lui pianse di gioia in quel letto dopo il paradiso, pianse su quella spalla da Dea dell’amore e si perse nel sonno in compagnia della sua compagna di vita.
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0 recensioni:
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- P. S. Scusa, al posto di scrivere Flavio nel commento sotto questo, ho scritto Fabio...
- Mio caro Fabio ho tentato di rispondere al tuo messaggio ma non ti viene inoltrato...
Ti abbraccio
- Grazie Alfonsa!!!
- Mi è molto piaciuto il tuo racconto... in quanto secondo me sa di verità...
E poichè, parlando di matrimonio, i due coniugi - è ben saputo - dovrebbero essere l'uno per l'altro ed essere consapevoli che lo stesso dovrebbe durare tutta la vita; e, come hai descritto tu, si dovrebbe vivere il matrimonio in maniera serena e felice...
Mi congratulo con te per il bel racconto che hai con noi condiviso...
Un abbraccio
Alfonsa
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