È mattino presto, forse le tre o le quaattro, non riesco a dormire aspetto che il sole faccia capolino sulla mia finestra così che possa alzarmi, ascolto i rumori notturni, il silenzio e totale in lontananza sento il motore del frigo in cucina poi un'auto sulla provinciale che dista meno di 300 metri forse è il vicino ma lui di solito non và via prima della sette, le orecchie ora sembrano due radar che cercano un qualsiasi rumore che poi io devo decodificare un cane abbaia in lontananza due spari quelli li conosco quando arrivano i cacciatori nelle campagne vicino, forse non sono fucili ma spari di pistola comincio a sudare e cerco di pensare ad altro, mi viene in mente il film del giorno prima un giallo, ci mancava solo quello poi un rumore che sembra arrivare dal tetto mi raggela sono sul letto seduto non tremo forse per farmi coraggio ma una goccia di sudore cola sul collo dandomi un piccolo solletico, indosso un paio di calze per non far rumore con le scarpe apro la finestra che dà sul cortile la notte e illuminata solo dalla luna piena la mia auto è parcheggiata nessuno in vista poi vado alla finestra che da sul retro, un ombra mi fa sobbalzare che quasi mi scoppia il cuore realizzando che erano i panni stesi e che un po vi vento li aveva fatti muovere, penso che mi stia prendendo solo della gran paura per niente, poi vado in cucina bevo un po' d'acqua e continuo il giro di ronda nonostante ormai mi sia convinto che è solo suggestione apro la porta della cantina accendo la luce che in quel momento manca la corrente concordo con me stesso di non andare a curiosare in cantina chiudo a chiave e via ho una pila sul frontale del camino in sala e appena accesa ritrovo il mio ambiente, arrivo in bagno la finestra è aperta ma ci sono le grate sono al sicuro, chiusa la finestra mi lavo la faccia e vado a letto poso la pila sul comodino leggermente rilassato fra pochi minuti la luce del giorno farà chiarezza sulle mie paure, mi sdraio cercando una posizione rilassante la mia mano tocca un corpo freddo proprio sull'altra metà del letto, salto giù sbattendo la testa contro il comodino cercando la pila dando un calcio alla porta il dolore mi fa gridare ancora di più apro e scappo via verso la sala mentre ritorna la luce e il lampadario della sala accende in un fuoco liberatorio l'oscurità delle tenebre nella stanza per fortuna nell mio girovagare notturno avevo lasciato acceso l'interrutore quando era mancata la corrente, ormai dolorante e con un bernoccolo sulla fronte mi faccio coraggio e vado in camera per vedere cosa era quel corpo freddo umido che avevo toccato, un enorme asciugamano bagnato faceva la sua figura sul letto, lasciato da mè la sera prima dopo la doccia sorridendo e ancora spaventato pensai sono proprio un fifone.-