Toc toc, toc toc…Il rumore della pioggia che cade fuori mi tormenta… È un rumore implacabile, senza fine, come quel tarlo che ormai alberga nel mio cervello, quella voce che non tace mai, che inesorabilmente continua a parlarmi… Alcuni la chiamano coscienza… Io non so darle un nome, non so cosa sia, so solo che mi rende impossibile vivere questa vita… Continua a ripetermi che quello che faccio è sbagliato, che causa solo sofferenza, in me e nelle persone che mi stanno attorno, che mi amano, o che almeno credono di amarmi, nei miei genitori… Riesco quasi ad immaginarmi i loro sguardi attoniti, colpevoli se sapessero tutto, se sapessero come la loro amata figlioletta passa le giornate… Se solo sapessero come la loro innocente figlia irretisce gli uomini, solo per guadagnare quegli sporchi soldi che poi le servono per procurarsi un’altra dose di veleno, da spararsi nelle vene senza pietà, senza alcuna remore, con l’unico desiderio di dimenticare tutto, di non pensare più, di cancellare dalla propria mente quel tormento, quella tristezza… E funziona, sì funziona, almeno fino alla prima crisi di astinenza…
E quindi ho deciso… Eh sì cari genitori, per la prima volta nella propria vita la vostra cara figlioletta ha preso una decisione... Siete fieri di lei?
Ho deciso, questa volta farò quello che occorre fare, quello che è giusto…
Questa sarà l’ultima volta che mi farò, che mi inquinerò con quella porcheria… Ho preparato tutto con cura… Ho comperato la dose, e mi sono rifugiata nella mia cameretta, consapevole di essere da sola in questa casa, almeno per le prossime due tre ore… Attorno a me oggetti di un’infanzia lontana, che mi sembra di non aver mai vissuto… In una mano una siringa, che vaga sul braccio alla ricerca della vena, di quel collegamento fra me e la morte… Lentamente il liquido va giù, sento come una scarica di adrenalina, all’ennesima potenza, come risvegliarsi all’improvviso da un terribile incubo, e poi il mondo attorno a me si affievolisce, tutto lentamente scompare, le immagini, e con loro l’angoscia e la paura… Una lacrima scende sulla guancia, mentre un accenno di sorriso compare sul volto, consapevole di non dover più soffrire, di aver trovato finalmente una via d’uscita, l’unica possibile…Il mio corpo ormai esanime si abbandona sul letto, al mio fianco una lettera, questa lettera, rivolta ai miei genitori, attraverso cui potranno finalmente conoscermi, e forse comprendermi…