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Nomi
Cosi. Per una distrazione ed un colpo di vento improvviso, un colpo di vento del destino vigliacco, l'auto si è infilata sotto il rimorchio del camion che aveva di fianco.
È stato un attimo. Una distrazione, un colpo di vento, l'auto che urta violenta contro il rimorchio, pezzi che si staccano, lamiere che si contorcono, ruote che s'inchiodano ed il pesante mezzo, carico, cappotta sul veicolo.
Così. Luca sta tornando a casa, dalla moglie, dopo una giornata lavorativa stressante che sembrava non dovesse finire mai e mentre percorreva l'autostrada, quell'autostrada che percorreva così spesso da avere l'impressione di conoscerla alla perfezione a metro a metro, tanto bene da permettersi il lusso di pensare ad altro, fantasticava su quello che la serata gli avrebbe potuto riservare.
Fantasticava, Luca, ed al centro dei suoi ultimi sogni c'era sua moglie, e c'era lui che arrivava a casa, lei che lo aspettava dietro la porta vestita solo d'amore, un bacio appassionato, mani che cercano la pelle nuda, con ansia, con impeto, con urgenza, e poi sesso, nell'ingresso sul tappeto, in cucina sul tavolo da pranzo già apparecchiato con gran fracasso di piatti e bicchieri che battono il tempo ed il ritmo della loro passione... Ma tra Luca e la realizzazione delle sue fantasie c'erano un colpo di vento ed un camionista stanco.
Cosi. La moglie di Luca che rimane ad aspettarlo, il telefonino di Luca che ancora suona in mezzo a lamiere accartocciate, sangue, olio; squilla per diciannove chiamate senza risposta, diciannove chiamate con lo stesso numero, con lo stesso nome, con la stessa angoscia e la stessa domanda: " ma perché non mi risponde? Non gli sarà successo qualcosa? ".
La moglie di Luca, che non ha nome in questa storia perché nella storia non appare mai come persona ma solo come Moglie di Luca, non sarà la sola a far squillare un telefono e a farsi la stessa domanda.
Cosi. Dietro una curva, una curva cieca e veloce Etienne si trova davanti un ostacolo improvviso, un ostacolo che non potrà mai aggirare e lo capisce subito, pigia sul freno però, d'istinto, fino in fondo, e sente le ruote che s'inchiodano sull'asfalto, ne sente il lamento stridulo, sente l'auto che sbanda ma prosegue la sua corsa verso quel groviglio di lamiere contorte, non riesce a fermarla. Etienne, Etienne il musicista che morirà con nelle orecchie ancora il suono stridulo delle ruote che cercano di mordere l'asfalto, Etienne che nel breve lasso di tempo che gli rimane capisce che la sua carriera di violinista è finita proprio ora che forse stava per decollare, è finita su un'auto che sbanda, si mette di traverso, e, per un tiro del solito destino vigliacco va a sbattere contro un muro di rottami con la fiancata del guidatore.
Cosi. Luca ed Etienne sono le uniche vittime, gli unici nomi che finiranno sui giornali, volti a stampa ed i nomi, i nomi ripetuti per decine, centinaia, migliaia di volte nelle 24 ore successive all'incidente, migliaia di volte da persone diverse, persone che li pronunceranno in tanti modi diversi, ognuno il suo, da quello freddo ed asettico dei cronisti dei radiogiornali e dei telegiornali a quello dispiaciuto della gente comune che legge il quotidiano a quello disperato degli amici e di tutti coloro che gli volevano bene a quello particolare delle madri e delle mogli, nomi propri, senza cognome, ma che basta sentirli pronunciare per avere l'idea della sofferenza di chi perde qualcuno che ama, basta il nome.
Etienne e Luca, Luca ed Etienne, solo questo, e questo basta per identificarli, per tutti coloro che li conoscevano, che li amavano, che li hanno letti sul giornale o visti al notiziario, nomi, ma non i soli di quella notte, no, non i soli, perché c'è anche Sara, riuscita a fermarsi in tempo e Francesco che l'ha tamponata senza gravi danni.
Cosi. Sara e Francesco fermi a qualche metro da un terribile incidente, un terribile incidente dove hanno perso la vita due persone, due persone che avevano le loro paure ed i loro sogni, paure e sogni che non avrebbero mai saputo, ma le loro vite sarebbero continuate, sarebbero proseguite oltre quella notte.
Cosi. Due vite finite e due persone, Sara e Francesco che si guardano attonite in mezzo al rumore ed al tramestio dei soccorsi prontamente sopraggiunti, Sara e Francesco che si scambiano i dati per l'assicurazione e scoprono di abitare vicini, Sara che è fidanzata ma che stava pensando, proprio quella sera, di lasciarlo perché non lo ama più, Sara, inconsapevole del fascino dolce del suo nome che invece colpisce al cuore come una fucilata Francesco, lo colpisce nel momento in cui lei lo pronuncia, Francesco che era in cerca di qualcuno da amare e che ha sempre odiato il suo di nome, lo ha sempre odiato perché è lungo, perché è quello di quel santo, quel santo così buono da rendere quasi impossibile esserne all'altezza, ma è il suo, ed è come se lo sentisse per la prima volta quando lo pronuncia Sara, ed è come una melodia quando e come lo pronuncia Sara, vorrebbe registrarlo il suo nome come lo pronuncia Sara, registrarlo per poterlo risentire tante volte quanti sono i giorni che gli rimangono e vorrebbe che lei restasse con lui e continuasse a dirlo così, con quella cadenza, con quell'intensità.
Cosi. Il destino vigliacco ha stroncato due vite e ne ha unite altre due, Luca ed Etienne, chissà se le migliaia di volte che i loro nomi hanno attraversato l'aria in quel breve periodo compensano quelle della loro vita? Chissà se di loro resterà più che una scritta incisa su una lastra di marmo? Chissà, forse qualcuno con lo stesso nome, pur non essendo loro, li ricorderà per più di 24ore, forse la loro vicenda rimarrà impressa a fuoco nell'animo di un altro Luca che penserà: " si chiamava come me, è come se fossi io", o forse no, tutti dimenticheranno, e Luca ed Etienne precipiteranno dall'aria sulla sabbia e si sgretoleranno insieme con tutti gli altri nomi che per qualche ora o qualche giorno sono balzati agli onori della cronaca per poi essere mestamente dimenticati.
Cosi. Ai funerali di Luca ci saranno moltissime persone, amici, conoscenti, vicini di casa con cui magari non si erano mai rivolti la parola, il farmacista, la commessa della gelateria all'angolo e molti altri che non sono mai citati ma che ci sono, e anche loro partecipano commossi, e anche loro si stringono intorno alla vedova, tante persone insieme, perché potrebbe sembrare strano ma la morte spesso unisce più che la vita, perché il dolore ha un sapore più forte della gioia, e allora intorno alla vedova piangente ci sono tutti, non ci saranno invece tra pochi anni quando lei si consolerà tra le braccia di un altro, un altro senza nome anche lui perché in questa storia non conta.
E tanti saranno al funerale di Etienne, dove la madre farà seppellire il suo violino recuperato miracolosamente intatto dalla rovina dell'auto insieme con lui, e lo farà perché è giusto così, perché quello strumento era la sua vita, per Etienne, perché hanno vissuto assieme, perché quella sera stava andando a fare un provino per entrare a far parte dell'orchestra di un importante teatro come primo violino, perché mentre il violino di Etienne marcisce sotto terra insieme con il suo padrone, la moglie di Luca si consola con un altro, perché già non lo amava più come prima, e quella sera aveva intenzione di parlargliene, perché doveva parlargliene, anche se non c'era bisogno, perché Luca già si era accorto che qualcosa non andava, e se n'era accorto da come lei pronunciava il suo none, perché non lo pronunciava più come una volta.
Cosi. Mentre la moglie di Luca si consola ed il violino di Etienne marcisce Sara e Francesco si mettono assieme, e poi continuano a stare insieme, e lei pronuncia il suo nome come quella sera e lui ogni volta è come una fucilata, una fucilata dritta al cuore, ed ogni volta vorrebbe registrarla per risentirla, per poterla risentire per tutti i giorni che gli restano ma poi non lo fa, e non lo fa perché sa che Sara, Sara continuerà a dirlo così, e continuerà ad essere una fucilata, una fucilata al cuore, e mentre la moglie di Luca si consola ed il violino di Etienne marcisce Sara e Francesco si amano, e mentre si amano nascono due bambini, due bambini che avranno nomi particolari in ricordo di quella sera tragica e magica, due bambini che si chiameranno Luca ed Etienne, ed anche se non saranno proprio come loro, non saranno loro, almeno, almeno faranno ritornare in aria i nomi e manterranno viva l'idea di Luca e di Etienne.
Cosi. Mentre la moglie di Luca si consola con un altro, un altro, ed un'altro ancora senza trovare che vuoto e solitudine e mentre il violino di Etienne pian piano si consuma sotto terra insieme al suo proprietario fedele di una vita, un altro Luca ed un altro Etienne portano il loro nome e le loro vite per il mondo e Sara continua a chiamare per nome Francesco che è come una fucilata, una fucilata dritta al cuore, e Francesco non ha più voglia di registrarla perché ha capito che Sara, anche se con il passare del tempo cambierà voce, non cambierà mai il modo, l'intensità e la passione con cui lo dice, e lo dice che è una fucilata, una fucilata dritta al cuore.
Cosi……………………………………..
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- Ovviamente l'assenza degli accenti è dovuta ad un problema del browser, il racconto era su altro supporto in word e nell'inserimento qualcosa è andato perso.
In ogni caso grazie mille per il commento e mi aspetto di leggere presto uno dei suoi di splendidi racconti.
A presto.
- Definire "racconto d'amore" questo è un'improprietà bella e buona.
Meglio inserirlo come "racconto breve".
Il titolo potrebbe andare, ma ne avrei uno più adatto: "Cosi".
Sai, il plurale di "coso", maschile di "cosa"?
Perchè? È evidente. Non conoscendo l'uso degli accenti, hai trasformato tutti i "così" in "cosi"... e ce ne sono a valanghe!
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