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l'impiccato 1-2
l'impiccato 1-2
Durante tutto il pomeriggio pensai ai fatti successi in quei giorni, la sensazione del mistero mi perseguitava anche se tentavo di pensare ad altro -
Rientravo come al solito verso le 20, 30 e percorrevo la medesima strada da almeno sei mesi, non sò cosa mi avesse preso quella sera ma imboccai il sentiero, per giunta scomodo da attraversare con l'auto, mi infilai tra la macchia mediterranea che incorniciava come pilastri di un cancello la stradina, percorsi un paio di chilometri arrivando alla “fonte vecchia” così veniva chiamata dai contadini locali presi una bottiglia di plastica che tenevo in auto e andai verso il rubinetto per riempire la bottiglia non sò dove, ma ricordavo un detto locale?"non passare a fonte vecchia senza sete”non so cosa comportasse se uno passava senza fermarsi a bere , ma era acqua molto leggera faceva bene all'organismo ne approfittai per portarne un po a casa ormai era quasi buio posizionai i fari dell'auto verso l'imboccatura della fonte dove era situata la sorgente mi avvicinai e mentre riempivo il mio contenitore sentii un rumore di scarpe che battevano sull'asfalto con il tacco, mi girai era una ragazza con i capelli lunghi e il viso chiaro acchi azzurri vestita con un completino leggero a fiori, aveva una borsetta e un paio di scarpette con tacco alto, mi disse che doveva rientrare a casa e che aveva perso l'autobus passava da lì per far prima perchè il sentiero accorciava di qualche chilometro la distanza, praticamente chiedendomi il passaggio io sorrisi per educazione e dissi che l'avrei accompagnata volentieri, chiusi il rubinetto della fonte mi girai lei era già in auto.-
IN AUTO
lei cominciò a parlare si chiamava Lisa si rimproverava di non essere andata via ma di essere chiusa in quel luogo senza via d'uscita, quale luogo pensa io, poi proseguendo il suo discorso si soffermò per un attimo su un falò fatto da un contadino per bruciare sterpaglie, e la vidi molto affascinata dalla luce che sprigionava, appena passati arrivammo al crocicchio detto così perché erano due strade che si incrociavano ed erano nella direzione dei punti cardinali, in quel punto lei disse di fermare l’auto, parcheggiai sul ciglio della strada e lei scese in un attimo si mise al centro del crocicchio e lì vidi una cosa incredibile, la sua persona emanava luce, non un faro per intenderci ma un alone da tutto il corpo, ora vedevo bene il suo viso, era un angelo, restava leggermente sollevato da terra e si presentava senza scarpe e con un vestito bianco, bionda, riccioloni, bellissimo, uno spettacolo che non dimenticherò mai più, restai bloccato dal cemento, poi riprese il suo normale aspetto, e riuscii ad andarle incontro, lei mi disse che era un punto magico e che le succedeva da tanto tempo, mentre io cercavo di capirci qualcosa pensai a tutti i racconti delle persone del paese su quel crocicchio, incidenti, sparizioni, e un suicidio, ormai mi sentivo dentro un’altra storia incredibile davo un significato all’incrocio delle strade: era una porta del mistero.- comincia a segnare sul mio quaderno i fatti descrivendoli minuziosamente, e cercando di fare un disegno della zona e annotando anche il tempo e le posizioni che aveva assunto durante la lievitazione della ragazza,.- rientrati in auto si appoggio sulla mia spalla e visibilmente stanca si addormentò, ormai eravamo vicini alle prime case che cercai di svegliarla alzando il volume della radio e prendendo una buca sulla strada, lei si girò e mi salutò scusandosi di essersi addormentata, intanto arrivai alla piazza e mi indicò la direzione dove si trovava la sua casa, una viuzza in un attimo stavamo proprio davanti al suo portone insistette per salire per bere un aperitivo e ringraziare del passaggio evitai l'invito e la salutai.
IL CIMITERO
La mattina seguente percorrevo un sentiero che usavo come pista per correre e dopo 10 minuti incrociai la ragazza,
decisi di affrontare la situazione, ero sicuro che non poteva accadere così due volte in poco tempo dopo i saluti decidemmo di fare la strada insieme e con una leggera corsa commentavamo il tempo e i panorami, la vita e il destino veramente la interrogavo e cercavo di scoprire altre notizie sul fatto della sera prima, arrivammo al parco che circondava il cimitero e dove di solito le coppiette restano in tranquillità la notte in auto a scambiarsi effusioni e fare l'amore, lei decise di entrare dentro il cimitero per mettere dei fiori ad una persona che conosceva , parlando avvicinò il mazzo di fiori appena raccolti nel parco al naso per sentirne il profumo, fiori appena recisi disse , profumo intenso dissi io, avvicinandomi il mazzo sulla faccia poi d'improvviso mi baciò e risposi calorosamente appoggiandoci ad un grosso albero e mentre le nostre bocche erano ormai in perfetta simbiosi scivolammo dietro una siepe che divenne una perfetta alcova e paratia per gli occhi indiscreti che anche se mattino presto potevano passare, facemmo l'amore in una atmosfera fiabesca grossi alberi facevano passare i primi raggi di sole riscaldando le gambe che erano nude e le foglie suonavano sotto i nostri corpi come strumenti di elfi che mai suoneranno per normali concerti, quando finimmo le nostre energie d'amore lei mi prese per mano ed entrammo dentro il cimitero, ricomponendomi per la solennità del posto cercando di staccarmi delle foglie dalla tuta lei riuscì a dileguarsi tra i cipressi e le cappelle, ne vidi l'ombra che si allontanava tra i monumenti cercai di raggiungerla, arrivai davanti ad una tomba vicino al muro di cinta la foto mi colpì subito, sgranai gli occhi e mi avvicinai non riuscendo a staccare l'attenzione dall'immagine, quando lessi il nome Lisa Strenti nata l 12-8-68 e morta il 5-7-2005 sentii il sangue arrivarmi in testa e il cuore battere così forte che lo sentivo come un tamburo, una sensazione di stordimento mi avvolse poi appoggiandomi con la mano su un albero cercai di ritrovare il controllo la vista mi si era annebbiata in quel momento la sentii dietro di mè che mi respirava sul collo sentivo la sua presenza ma non riuscivo a girarmi ero terrorizzato, poi facendomi coraggio cercando l'albero con la ano per girarmi senza dover cadere, immaginando che lei era morta e che io la potevo vedere toccare che avevo fatto l'amore con lei, ripresi a vedere lentamente e guardando la sua figura e fissandola negli occhi sentivo che tutti i miei pensieri e timori di colpo erano spariti riuscivo a guardare una persona morta senza problemi, con tranquillità mi disse che non dovevo aver paura e che era stata lei a darmi quella sensazione di pace che mi serviva per affrontare la situazione, che era stata mandata lì per seguirmi nel mio cammino prossimo, cercai di capire che cosa intendesse per cammino prossimo chiedendogli da chi era stata mandata, realizzando che ero seduto per terra proprio in mezzo al crocicchio, lei proseguì e parlammo per tutto il giorno senza che io mi accorgessi del tempo che passava, senza sentire la fame o la sete, mi spiegò che dovevo seguire la via dei misteri e aiutare gli spiriti che hanno bisogno di andare in pace verso la loro meta e tanti si trovano bloccati tra la realtà e l'ignoto alcuni di questi diventano maligni e disturbano la vita delle persone mentre altri aiutano le persone ad affrontare situazioni come quella che era sucessa in obitorio, tra il padre poliziotto morto e l'ispettore suo figlio, ora io dovevo diventare un punto di partenza e arrivo , sia delle persone che hanno problemi sia degli spiriti che vogliono riposare in pace.-
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