Aveva creduto di morire di spavento quando si era vista davanti quel tizio con quegli occhi folli e dilatati, vestito di stracci sporchi e con un coltellaccio da macellaio in mano ma non era andata così, non era morta di spavento, sarebbe stato meglio, molto meglio, le avrebbe risparmiato molte sofferenze.
" Sai tesoro, ora che ci siamo divertiti insieme voglio un tuo ricordo... magari un orecchio... ma no... meglio un occhio... vediamo se ti è rimasto lo sguardo atterrito di quando ci siamo incontrati eh?.
Si era resa conto subito che non sarebbe finito tutto con una semplice rapina, quel mostro non aveva degnato di uno sguardo la borsa che gli offriva balbettando di prendere tutto quello che voleva ma per carità, che non le facesse del male... lui invece le aveva risposto con un sibilo "spogliati!" e con un colpo della mano aveva gettato a terra la borsa il cui contenuto si era sparso a terra. Lei era ancora immobile, la mano tesa a porgere qualcosa che non c'era più, gli occhi dilatati dal terrore ed i muscoli freddi ed inerti che non vogliono rispondere ai suoi ordini.
A riportarla alla realtà ci pensa un poderoso schiaffo e un ordine sibilato nuovamente " spogliati ho detto, e non farmelo ripetere ancora che non ti conviene!". E lei si spoglia, lentamente, muovendosi come un automa inceppato, ma si spoglia e poi rimane lì, immobile sentendosi addosso quegli occhi ed aspettando con il cuore in gola la violenza che sarebbe sicuramente arrivata... ma preferiva la violenza alla morte.
"Perchè non risponde al mio messaggio? Ora le telefono... ma no... aspetto ancora un attimo... magari è impegnata... ha da fare..."
Il telefono di lei è ancora dove era finito quando la borsetta era finita a terra; lui lo vede e lo raccoglie affascinato, non che non avesse mai visto un cellulare ma qualcosa gli dice che quello in particolare... non sa nemmeno lui definire la sensazione che prova ma decide di tenerlo in mano... BIPBIP BIPBIP messaggio ricevuto.
Dicono che la paura di morire sia tremenda, ma il dolore, il dolore provocato da una lama affilata che si apre spazio tra le carni è qualcosa che trascende ogni possibilità di comprensione e di descrizione, ma ha un gusto, il gusto della paura misto a rabbia e disperazione e ancora tanta paura; ed era quello il sapore che si sentiva in bocca lei mentre il coltello le passava lento sul corpo nudo; ma il dolore ha anche un odore, un misto di sudore sangue urina e adrenalina che sale dal corpo martoriato, ed è proprio quello il tanfo che saliva alle narici di lei, il tanfo che le sembrava asfissiarla, il tanfo che arriva da quell'ammasso di dolore che era il suo corpo. Un gusto, un odore ma anche un volto, un volto dagli occhi sgranati e la mente devastata dalla follia, il volto di abissi di dolore e morte; della morte che arriva.