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Il diario dei miei giorni senza di te parte II
La prigione. Non aveva negato niente. L’aveva ucciso con le proprie mani. L’aveva accoltellato nel sonno. Sentiva ancora il suo sangue che le riscaldava le mani e cercava di scaldare il gelido cuore. Era lui che gliel’aveva resa gelida, e quindi era lui che doveva scaldarglielo, non c’era via d’uscita. Solo il sangue poteva lavare tutta l’umiliazione subita, e lei l’aveva fatto. Non si aspettava che gli altri ascoltassero la sua storia, dopo che l’aveva ucciso si aspettava una grande punizione, aveva preso in considerazione anche la morte. Però , stranamente loro l’avevano capita. Un avocato l’aveva difesa. Era uscita da lì con un’altra identità e l’avevano fatta trasferire qua, in questa piccola tranquilla cittadina. Le avevano purè trovato un lavoro. A lei era incominciata a piacere questa nuova vita, solo che il pensiero di non poter mai più rivedere il suo paese la seguiva come una minacciosa nube nera. Non sapeva come, però tutti avevano capito che lavoro aveva fatto in passato. Era meglio morire che tornare di nuova là…
Sto parlando con te, o mio sconosciuto, perché anche qua sono tutti sconosciuti per me, però meglio così, meglio sconosciuti che quelli che ho conosciuto io. Tu adesso sei la mia icona (santo) . Non per pregare, per me non ci può più essere perdono. Sono stata obbligata a compiere i miei peccati, ma ormai, non possono più essere assolti. Io non ho saputo perdonare, non ho neanche saputo amare. Ho amato il ricordo dei miei genitori prima di arrivare qua, adesso ho timore anche di ricordarli, addirittura chiederli perdono perfino nei sogni. Li ho umiliati, e se Dio vuole, che mi mandi negli inferi, così non sarò obbligata a rivederli nell’altro mondo. Ero piccola quando li ho persi, non mi ricordo neanche i loro sguardi, senza dubbio pieni di amore, però non basta… Forse non voglio provarlo, la delusione può essere troppo grande. Pensavo che avrei amato il ragazzo col quale mi avevano fidanzata e avevo delle belle speranze che illuminavano il mio triste orizzonte da orfana, un’illusione che si spense la prima notte che lo incontrai. L’ho odiato, ho odiato gli uomini con qui ho passato una sola notte non li ho mai amati, il mio amore si svendeva per conto di un’altra persona che doveva essere l’unico amore della mia vita. Allora dove devo chiedere perdono? Nel vangelo di Luca c’è scritto : ... “I suoi peccati vengano perdonati perché tanto ha amato …“ e io … non ho mai amato. Tu si che mi perdoni, i tuoi occhi mi perdonano, lo sento in ogni battito del cuore che mi provochi. Scusami, ti prego mio sconosciuto amico…
Non prendertela a male, non ti parlo come ad uno comune maschio, le cose che ho compiuto con gli altri, non le farei mai con te, e neanche con nessun altro. Basta con gli uomini. Ho passato così tanti, che una donna normale passerebbe decine di vite per raggiungere il loro numero. Ci sono tanti clienti che vengono nel ristorante dove lavoro e mi fissano, e io non so dove nascondermi e arrossisco di vergogna. Dopo che mi passa la paura di essere stata riconosciuta, mi viene da ridere quando penso che loro immaginino che io sia una ragazza timida … addirittura vergine … Verginità , tutti conoscono la verginità fisica, ma nessuno quella dell’anima, e io sono vergine…
E in fondo, a chi interessa, neanche a me. Il mio cuore non si è ancora sciolto, è ancora gelido, ricoperto di brina, di infido. Adesso non credo più nella religione e non ho paura di lei. Timore divino, non è questo quello che mi spaventa, ho paura delle persone, vivi e morti. Esso si alza ogni notte sopra le fiamme degli inferi e mi terrorizza nel sonno col sangue che gli scoppia e si spande dalle arterie del collo, che sangue marcio, così marcio che neanche l’inferno riesce a prosciugarlo. Anche se il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi riguarda a lui, lo maledico con tutta la forza mia d’animo che ho di allontanarsi all’inferno per non tornare mai più. Ed il primo pensiero dell’indomani mattina riguarda sempre lui : maledetto! Aiutami amico mio, salvami da questi pensieri …
Io non ti conosco, scusa se ti scoccio con tutte queste preghiere. Io non mi annoio con te, sembri una brava persona, e le brave persone sono come il buon tempo, non ti stancano mai. Non so se sei sposato o no, se hai figli o no, addirittura non ti immagino entrare in qualche chiesa e pregare. Il mio cuore non ci crede più . Dammi la forza di dimenticare, vieni, cavalca i miei sogni e illuminami le notti oscure. Non ti chiedo tanto, un dolce sguardo e un sorriso ed il mio cuore forse ricomincerà a respirare. Forse così comincerò a credere a quel ragazzo timido che viene ogni sera a cenare nel ristorante, e si capisce che lo fa per me. Ci sono migliaia di piccoli gesti che me lo fanno pensare. Vieni amico mio, dammi un po’ di quella tenera fiducia nascosta nel tuo sguardo.
Non so come ma tu sei venuto sul serio ieri notte. Su una nuvola bianca che somigliava ad un cavallo alata e mi hai sorriso. Non ho sentito la tua voce, ma non importa, mi sono bastati i tuoi occhi, mi hanno allontanato la paura da quel demone che si è rialzato dal profondo dell’aldilà . E gli occhi del ragazzo erano più dolci stasera e senza volerlo mi ha toccato la mano quando gli ho portato il bicchiere. Non mi ha fatto tanta impressione, però ad un tratto ho capito che non avevo paura di quel tocco. Come dici amico mio? C’è speranza che anch’io provi quella cosa chiamata amore? Sorridi di nuovo, vuol dire si? Sai quanto vorrei sorridere anch’io però il mio cuore è ancora ricoperto dalla gelida brina. Buona notte buonanima di un mondo che non mi appartiene, sogni d’oro…
Adesso il mio ultimo pensiero quando vado a dormire non è più una maledizione per lui, è un augurio per te. Ti auguro la buona notte, anche perché non so in che mondo ti trovi, qua dove sto io oppure nell’altro emisfero dove è ancora giorno. Mi fa ridere come idea, invece di dirti buongiorno ti dico buonanotte. Anche il mio pensiero di mattina è per te, mio unico amico che ho in questa vita. Forse se riesco a risparmiare qualche soldo, anche se non basteranno mai, verrò a cercarti. Non so come e perché , però mi piacerebbe. Mi chiedi perché ho scelto un amico e non una amica? Semplice, ci sarebbero troppe donne che starebbero male al pensiero di venire a conoscenza su quello che hanno fatto i loro uomini con me.. e perlopiù la colpa non ricadrebbe mai su di loro, sono io la puttana … Invece tu non ti sei sporcato con me, amico mio. Se tu avessi una moglie, ella non avrebbe nessun motivo di odiarmi. Lascia stare, venire a cercarti… Anche se ti vedessi per strada mi nasconderei sentendomi il cuore morire ancora, così come ci si sente sempre a perdere un amico…
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- ben raccontata, storia affascinante, auguri.
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