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Il diario dei miei giorni senza di te parte III
Parte III
Quel ragazzo carino mi ha invitato per un caffè e io ho accettato. Per la prima volta nella mia vita mi sono seduta ad un tavolo con un ragazzo così come ci si siede una ragazza con il suo nuovo ragazzo. I suoi occhi erano azzurri e sinceri, mi sono piaciuti. Ha più o meno la mia età , forse è un anno più grande. Non era più timido, era abbastanza simpatico e mi ha fatto ridere un paio di volte con le sue storielle. Dopo pensai a lui tutta la sera. Solo a lui e dimenticai te. Ci sono dei giorni e delle notti in cui non ti mando più il mio pensiero di auguri, mi vergogno un po’ a dirtelo, però devi capirmi. Lo penso tutto il giorno, lo sogno di notte, le mie labbra cantano senza sosta. dici che è questo l’amore? Dimmelo amico mio, è questo? Perché tu sai quanto ho paura delle delusioni. Posso fidarmi di lui e del mio cuore? Mandami un segno o meglio dimmi di si, io ti crederò . Cavalca di nuovo stanotte sui miei sogni…
Sono pazza, sicuramente di gioia. Quello sguardo azzurro promette solo cose buone. Mi fa sentire bene e sicura. Stasera mi ha invitato di andare a cena da lui nel suo appartamento. Ho accettato, come facevo a dire di no a quegli occhi che mi pregavano così tanto? Sono tornata in chiesa dopo tanto tempo e pregai Dio di assolvere i miei peccati e di darmi un po’ di pace interiore. O almeno di fare un armistizio. Ho tanti bisogno di riposarmi da questa guerra tra inferno e paradiso della mia anima. I loro occhi mi sentirono, anche se non so se lo hanno fatto per il desiderio di aiutarmi, oppure dalla loro impotenza di combattere contro la mia felicità . Come fanno ad essere concordi con la felicità altrui degli occhi così tristi? Usci correndo da quel posto prima che la mia anima si avvelenasse di dolore e sofferenza …
È da un ora che sto davanti allo specchio, e non ho ancora scelto che vestito mettermi. Non ho finito neanche l’acconciatura dei capelli, non so come sistemarli. Le lancette dei minuti incalzarono di più di quelle dei secondi e io feci tardi. Quando vidi di essere in ritardo, mi misi addosso il primo vestito che mi capitò in mano e i capelli li lasciai sciolti. Quasi mi rompi l’osso del collo sulle scale dalle fretta che avevo e col cuore tremante bussai alla porta del suo appartamento. Un secondo, due, tre … ed ecco, che la porta si spalanco davanti a me e l’azzurro dei suoi occhi mi avvolse. Il mio cuore si fermò per un attimo e non riuscivo a respirare, era la porta dell’inferno o del paradiso quella che si aprì verso a me? Decisa mi feci avanti, se non entravo non l’avrei mai scoperto. Un caldo abbraccio mi fece girare la testa e mi alleviò l’anima. Tutto il resto rimasse fuori e scomparì, anche le pareti dell’appartamento…
È l’ultima volta che parlo con te o mio sconosciuto amico. Così come si sono messe le cose rimarrai sempre uno sconosciuto, comunque sei il più dolce e amorevole amico che io abbia mai avuto. Non so se tu potresti continuare ad essere un mio amico se capisci tutto di me. Una volta lessi che l’amico è colui che rimane tuo amico nonostante sappia tutto di te. Anche se ne dubito, spero che sia vero. Ma ora non ha più importanza, è tutto finito. Io andrò all’inferno. Sulla mia breve strada ho perso tante cose, la fede in Dio, la speranza di diventare buona e anche l’amore. Peggio ancora, ho ucciso anche quest’ultima. Ogni cosa procedeva verso il meglio finche ci avvicinammo al letto. Anche se le sue mani erano delicate , non guarirono le mie ferite, le riaprirono. Tutto schifo dei marciapiedi e degli uomini si riversò su di me … Vicino, su un comodino c’era una collezione di antichi coltelli. Ne presi uno e glielo …. nel cuore. I suoi occhi azzurri si riversarono su di me con un’espressione di meraviglia e di dolore., non era sparito da essi l’amore che provava per me. L’ho ucciso quel povero sfortunato ragazzo. Come sempre quelli che pagano sono gli innocenti. Sono ricoperta del sue sangue, in riva ad fiume dove volevo pulirmi, ma ormai neanche il mare … Non ce la faccio a pulirmi, se è morto lui voglio morire anch’io, unirò il suo sangue al mio, per la prima ed ultima volta in questo mondo. Amico mio, cosa ho fatto? Sei stato fortunato ad essere sconosciuto, e io a non essere riuscita a conoscerti. Forse mi sarei innamorata di te e avresti fatto la stessa fine.
Ascolto le sirene della polizia che si avvicinano ma quando mi troveranno sarò già all’inferno. Non mi spaventa al contrario mi rende felice. Lo troverò là il colpevole iniziale…E giuro su Dio che gli renderò la vita impossibile anche all’inferno. Ho molte cose da risolvere con lui, mi restituirà con gli interessi ogni centesimo che si è preso per ogni uomo che sia passato sul mio corpo, per ogni violenza, per tutti gli insulti e le umiliazioni che ho dovuto sopportare. A te, amico mio non ti rivedrò più. La tua fotografia non la posso portare con me. E non rivedrò più neanche il mio amore, si sarà trasformato in un angelo stupendo con le ali azzurre come il cielo … Solo una cosa buona ho avuto in questa mia breve vita, amai una sola volta, anche se non l’ho gioito. Al contrario avrei detto che era meglio non essere mai nata …
Solo tre righe erano scritte nel giornale del giorno dopo, una giovane ragazza aveva ucciso il suo amato con un antico coltello e in seguito si era tagliata le vene con un cavatappi in riva al fiume… Brrrr … ha fatto qualcuno che leggeva l’articolo mentre stava bevendo il caffè mattutino, con il cavatappi … non aveva un altro mezzo più adatto …
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