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BRUTTO E DANNATO
Dicembre di un qualsiasi anno.
Lei era bellissima…
Forse era la più bella tra tutte le ragazze che fino ad allora avevo incontrato.
Quel suo modo di mantenere la sigaretta tra le labbra, come farebbe un maschiaccio, mi aveva fin da subito rapito.
Non tutte le donne hanno classe.
Non tutte le donne che hanno classe, la conservano nel tenere tra le labbra una sigaretta.
Era capace, benché avesse delle labbra molto carnose, di non sporcarle col suo rossetto neanche un po’.
Per giorni e giorni… avevo passato il tempo a guardarla da lontano.
Avevo avuto il tempo di osservare ogni suo gesto, ogni suo movimento con le mani. Anche il più semplice, anche il più insignificante.
Lei non si era mai accorta di me.
Io avrei potuto perdermi nel blu dei suoi occhi.
Oppure rimanere per sempre avvinghiato ed intrappolato nella sua bellissima chioma bionda.
E avrei voluto mordere quelle labbra.
Ma non potevo.
Non dovevo.
E intanto continuavo ad osservarla.
Prima da lontano.
Poi da vicino, sempre più vicino.
Lei, invece, continuava a non accorgersi di me.
Lei era una ragazza solare e piena di vita.
Sempre sorridente, allegra… e con quella sigaretta perennemente sulle labbra… che le conferiva quell’aria da maschiaccio che quel bellissimo corpo e quel viso così delicato mai avrebbe potuto tradire.
Io invece ero sempre vestito di nero.
Occhiali neri. Cappello nero. Vestito e guanti neri.
Io non ero affatto bellissimo.
E comunque lei non si era mai accorta di me.
Eppure io trascorrevo a volte anche delle ore a guardarla. Ad osservarla.
Qualche volta ne ho anche seguito gli spostamenti.
Potrei descrivere perfettamente il percorso che fa ogni mattina quando si reca al lavoro. L’orario in cui esce da casa.
Le tappe che affronta.
Le persone che incontra.
A che ora torna a casa.
Potrei ossessivamente descrivere com’era vestita ieri, e ieri l’altro, ed il giorno prima, e quello prima ancora.
Conosco tutte le sue amiche. I suoi amici. Le persone che frequenta semplicemente la sera al bar…
Conosco tutto di lei.
Sarebbe stata mia…
Così come lo erano state tutte le altre prima di lei.
Di ciascuna sono sempre stato innamorato.
Di ciascuno conoscevo tutto ancora prima che loro si accorgessero di me.
Di ciascuna conservo un ricordo, e non solo nel mio cuore.
Anche lei doveva essere mia.
Anche lei, presto, lo sarebbe stata.
Anche se non si era mai accorta di me.
Della mia ossessione per lei.
Del mio impazzire per quella sigaretta tenuta sempre sul lato destro delle labbra come un maschiaccio.
Quella sera era la sera.
Decisi che l’avrei affrontata.
Proprio mentre tornava a casa dal bar.
Proprio mentre era sola.
Sapevo che così sarebbe stato più facile.
Ore 22:30 del 24 dicembre.
Nessuno in via Verdi.
Lei abita proprio in quel portone. Dovrebbe tornare da un momento. L’ ho vista uscire. L ‘ho preceduta. Aspetto. Finalmente la vedo arrivare. Gli occhi blu che si distinguono nel buio. I fluenti capelli biondi. La sigaretta sempre accesa e le labbra carnose.
Io, vestito di nero, come sempre…
Posso arrivare a sentire l'adrenalina che corre impazzita nelle mie vene.
Il mio cuore accelerare fino all'inversosimile.
Tutte le volte è così. Tutte le volte come fosse la prima!
Ore 23:30 del 24 dicembre.
È tutto finito. Sono a casa. Nella mia elegante casetta in questo elegante quartiere.
È stato più facile del previsto.
Finalmente mi libero dei miei vestiti neri.
Mi faccio un bagno caldo.
Ma prima debbo «archiviare» il ricordo di quanto accaduto.
Proprio così.
Come dicevo… di ciascuna conservo un ricordo.
Per ciascuna delle donne che ho amato ne ho scelto uno diverso. Un pezzo di stoffa del vestito, una ciocca di capelli, una sigaretta…
Di lei mi ero portato a casa la sigaretta, stavolta sporca di rossetto.
Misi la sigaretta insieme ai miei altri preziosi ricordi.
M’infilai nella vasca.
Ripensai a ciò che era successo nemmeno un’ora prima.
Ogni volta un’emozione come fosse la prima volta.
Il rumore della lama che affonda nella carne.
L’odore del sangue.
Gli occhi del mio nuovo amore che implorano una pietà che non potrò concedere.
Ah… scusate.
Avete ragione.
Non mi sono ancora presentato.
Sono E. B. il Serial Killer del Natale.
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0 recensioni:
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- hehehehe diabolico e ottimamente narrato: la storia scivola via che è un piacere... peccato solo per le ultime 4 righe che conferiscono a tutto il resto un ché di comico e che io avrei decisamente risparmiato... ad ogni modo 5 stelle

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