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Damiano, il Diario e Daria (uno)
<corsivo>
Caro Diario,
non ho mai avuto un diario.
Un diario lo si scrive e scrivere non è il mio passatempo preferito.
Mi piace correre, cioè, con la mente.
Anzi, nemmeno.
In realtà non so quale sia il mio hobby preferito.
Anzi lo so, mi piace innamorarmi, delle idee, s'intende.
L'illusione è credere che le idee si posseggano, cioè non ho delle idee, anzi non so nemmeno cosa siano. Ma Diario, perché ti scrivo? Troppe domande, troppe risposte.
Ecco lo so, si. Ti scrivo perché LEI, la mia ragazza mi ha lasciato, la ragazza si chiama Daria.
Daria ed io, Damiano.
Entrambi con la stessa iniziale, la D. A-B-C-D. 4.
Il suo nome era indubbiamente più bello del mio, finiva in "aria", il mio bhè, me lo terrò così com'è, non c'è niente di male che finisca in "ano", vero?! Bhè, comunque è finita, un'altra ragazza, troppe ragazze, nessuna. La verità? Non la conosco nemmeno io.
Ho lasciato io quella ragazza. No, ci siamo lasciati. Anzi, forse non sapevamo nemmeno che eravamo insieme.
Insomma, dieci anni non sono pochi ma nemmeno tanti. E comunque non si è mai insieme a qualcuno, si presuppone, si desidera, ma lo si è mai davvero? A livello fisico non c'era attrazione, a livello spirituale nemmeno, avevamo differenti hobby anche se ad entrambi piaceva leggere, cioè, a me piace ancora ma ecco, è un hobby leggere? Gli occhi sono fatti per leggere, decifrare, quindi non credo sia un hobby. Anche perché io preferisco i saggi e lei preferisce i romanzi. Almeno credo, no, è una deduzione, lei è femmina e il cervello empatico di lei è più sviluppato quindi è naturale che io preferisco i saggi. Il mio saggio preferito è "il Piccolo Principe", è narrativa? Si, forse, ma io credo sia un saggio.
Poi lei ha sempre preferito i ragazzi biondi, alti e muscolosi, anche a me piacciono le ragazze alte, bionde e muscolose, cioè... non proprio bionde, e non proprio alte, ma muscolose sì... no, anzi, nemmeno muscolose. Ecco vedi? Non so veramente cosa mi piace. Mi piace tutto, anzi niente.
Sono confuso? si certo Diario, sono confuso. Ma non è preferibile la confusione ad una falsa certezza? E poi io avevo comprato casa, in via Acquosa. Come l'acqua. Ho letto che l'acqua è la memoria, non so veramente cosa questo significa ma abito in via Acquosa 21, cioè, come gli archetipi e i tarocchi. Sono 21? non sono 22? ecco, la mia vita è costellata da simboli, segnali, messaggi.
Che ovviamente non so interpretare. Anzi, li interpreto ma sempre in maniera errata. Aria. Acqua. Terra. Fuoco.
Caro Diario, anche tu inizi con la D hai notato? ma che dico?! Comunque mi piace il paranormale, è strano? Anche la parapsicologia e la psicologia. Stavo pensando alla paranoia. Perché parapsicologia e paranoia hanno il suffisso "para"? Cos'è: "para"? Quasi, simile, protezione, vicinanza. Mi sento para-Daria. Ma ci siamo lasciati. Peccato.
Era bello nuotare con lei al mare, al lago, in vasca da bagno. Come quella volta che il polipo cercò di farmi affogare tirandomi per i piedi.
Dieci anni, cioè, lei ha vissuto per nove in Australia, più precisamente nel sud, in una città chiamata Hobart sull'oceano Pacifico. Ma ci si vedeva spesso, cioè, almeno una volta all'anno. E di solito si litigava. Era un rapporto idilliaco. Anche se non so bene cosa significhi questo termine. O forse non lo voglio sapere.
Ma poi insomma... siamo troppo diversi. Anzitutto il sesso, il nostro era un rapporto così platonico. E cosa c'è di male in ciò? Non sono forse concetti superati? Definizioni, convenzioni? Si, troppo diversi, non ci piacciono gli animali, cioè a lei si, a me mica tanto, dio mio non siamo circondati da animali? Dove andremo a finire di questo passo? In verità gli animali piacciono anche a me, ho due gatti, vivono in un'altra casa, mi piacciono i gatti, sembrano così intelligenti, silenziosi, telepatici. Ecco lei era così, deliziosa, silenziosa, telepatica. Che con i 16. 678 km che ci separavano era anche comodo, nonostante in realtà ciò che io credevo che pensasse era sempre diverso da ciò che pensava in quel momento.
Amava le feste e ballare, anche a me piaceva ballare, ma lo facevo telepaticamente.
Forse lei preferiva una persona più seria, più sicura di sé, che le potesse dare qualche certezza, ma serietà non fa rima con superficialità, a me piace ridere come faccio ad essere serio? Ci provo di tanto in tanto e certa gente ci crede, so fingere? Forse la verità è che sono pazzo.
Senza forse. E anche senza pazzo. Sono e basta.
Un'altra cosa che ci accomunava era che a lei piacciono i film dell' orrore, io invece sono più sul sentimentale, preferisco piangere, dal ridere. È una colpa? Non si può avere tutto dalla vita, anzi credo che sia meglio non avere tutto dalla vita. Credo sia meglio camminare, nuotare, volare, piuttosto che "avere". E non è forse meglio camminare in due? Cioè, io ho camminato così tanto da solo. Che illusione la solitudine. In realtà siamo circondati da noi stessi, dappertutto. Però in due è meglio.
"In-felice" vuol dire "dentro-la-felicità"? Così come "in-namorato" vuol dire "dentro-l'amore"? Oppure "in-felice" è "senza-felicità" così come "in-nammorato" è "senza-amore"? Ecco, tutte queste domande rimarranno senza risposta.
Lei mi diceva sempre che ero cinico, freddo e distaccato, ma avevo preso lezioni di cattolicesimo per la maggior parte della mia vita, e sai, morire per gli altri mi era parso così dolorosamente tragico che certa gente davvero può sconvolgersi la vita.
Io voglio vivere, divertirmi così praticai lo Zen. Zan-zen-zin-zon-zun. Parole parole parole, non posso vivere di sole parole, voglio anche del pane ogni tanto, non ti pare Diario? Rivoglio la mia costola! E anche quella mela che ci ha fatto dimenticare che il peccato è solo uno stratagemma, è un inganno!!!
Ma chi prendo in giro? Così tanti anni assieme, e ora è tutto finito. Ognuno per la sua strada. Capisci Diario? Dieci anni! Siamo stati assieme per così tanto tempo. E ora è tutto finito. Tutto finisce...
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<stampatello>
Mentre Damiano scriveva su quel foglio di carta trovato per caso in un libro di preghiere, la luce della lampadina della cucina iniziò a perdere luminosità ad intermittenza. Damiano alzò lo sguardo verso quella sorgente luminosa per controllare se non fosse un'illusione dei suoi occhi e constatò che la lampadina brillava della sua luce normale. Accantonò l'idea di un abbassamento della tensione elettrica e scotendo leggermente la testa continuò a scrivere. La luce nella stanza cambiò di colore, virando su un verde-azzurro elettrico, come all'interno di una grotta in profondità. Si alzò di scatto dalla sedia, allarmato. Il foglio su cui scriveva prese fuoco, con rammarico per tutta la fatica andata in fumo iniziò a sudare ancor prima che il suo cuore prese a battere più velocemente. Il fuoco divenne fumo e il fumo entrò nelle narici di Damiano e gonfiando il suo corpo in un istante, letteralmente esplose generando una dilatante sfera di luce.
Esplodendo Damiano azzerò la sensazione dello spazio e del tempo, divenne l'universo e tutte le sue possibili combinazioni di esistenza. Visse su un pianeta con il cielo viola a pallini gialli, visse come insetto alle porte di Tannhauser mentre i raggi B balenavano negli spazi siderali, fu un cartone animato come personaggio secondario, esistette come sciame di radiazioni nel vuoto cosmico, visse un'altra volta nel suo stesso corpo terrestre e in mille altre situazioni differenti, nella sua ultima esistenza stava leggendo qualcosa, da qualche parte, dimentico di chi era e di cosa voleva dalla vita, finì di leggere e distolse lo sguardo, il resto è quello che vedi.
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