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FIABA CABALICA
La signora Carmela spalancò di colpo
gli infissi di legno della sua vecchia casa
situata nel centro storico cittadino
e strofinatosi gli occhi accecati dal sole
pensò che quella fosse una bella giornata
una di quelle in cui senti
la fortuna baciarti la fronte ed invogliarti
in mille progetti per sogni sospirati.
La signora Carmela dall'aria bonaria
tonda pienotta con un sorrisino
che la sa lunga, a conoscenza di tutti fatti
del vicinato donna pia che si reca in chiesa
quasi ogni giorno per non addolorare
con la sua mancata presenza
il buon signore di donna timorata e devota
come lei sempre và dicendo d'essere.
In paese la conoscono tutti,
le strade lì sono lisce scure e strette
per lo più portano su in collina si percorrono
a passo lento costringendoti ad ammirare
le vecchie botteghe degli artigiani
alcuni ultimi rampolli d'antiche famiglie
lavoratori di legno e fini cesellatori.
Carmela gli piace andare in giro
con la scusa di dover andare
a far la spesa, s'avventura
per le larghe piccole contrade
piene di gente che corre in fretta a lavoro
alle prese con i propri pensieri
alcuni che ragionano con se stessi
presi dai tanti problemi d'ordinario vivere.
Mercati d'ogni genere puoi trovare
in ogni angolo di via, bancarelle piene
d'ogni cosa, panni usati, oggetti antichi
accendini fatati ove il genio appare
tra la fiammella ed esaudisce ogni desiderio.
Mercati di vecchi mobili di sedie e tavoli
di legno pregiato ove si sono seduti
a pranzare onesti e nobili famiglie
di gran lignaggio, altra gente abbattuta
con gli occhi umidi di pianto
per la morte d'un loro congiunto.
Mercati di sante reliquie e di tante altre cose
meravigliose come libri scarpe fatate
con cui puoi correre a cento all'ora stando
attento però nel frenare tale corsa
si corre il rischio di consumare il tacco
o di forare la suola.
Carmela in questo mondo di venditori
locali e mediorientali con i loro visi piatti
e ossuti si perde in tante meraviglie
a tal punto da sentire di ritornare fanciulla.
Il mondo casalingo di Carmela è un mondo austero
una misera cucina dove lei ogni ora del giorno prepara qualcosa di buono ora per il marito di ritorno da lavoro
ora per i figli di ritorno da scuola mai uno svago
una nuova veste con cui poter andare altera
da mostrare alle sue vicine di case o alla salumiera
dove ella si reca a comprare il pane ogni giorno.
I soldi sono pochi e Carmela non sà mai come fare ,
così s'arrangia avvolte quando diventava assai difficile
andare avanti con i pochi soldi dello stipendio del marito
s'improvvisa donna delle pulizie in casa della signora
Bice moglie dell'ingegnere Martino.
Per otto euro all'ora spolvera e ramazza,
lava e mette a posto l'intera casa.
La vita grama e restrittiva l'addolora
assai ed in cuore suo è sempre vivo il desiderio
di vincere al banco lotto
un cospicuo premio per poter far schiattare
d'invidia un giorno mezzo mondo.
S'andava ripetendo tra sé ah se potrei indovinare
tre numeri a lotto quante belle cose potrei comprarmi.
Farei pure io la vita della signora riverita
con una donna delle pulizie che mi viene
a fare i servizi in casa.
Comprerei un palazzo, un castello una macchina
lunga trenta metri una casa al mare è un altra
in montagna, sarei chiamata signora
e non più Carmela la chiatta come mi chiamano
per sfottere quelli della pizzeria
ove vado a prendere la pasta
per fare la pizza in casa.
Mangiare a pranzo ogni giorno maccheroni,
fritto di pesce baccalà e sfogliatelle,
dolci in quantità.
La sua felicità era sperare di vincere
un giorno al banco lotto con dei buoni numeri
cosa che avrebbe cambiato senz'altro
la vita sua e quella della sua famiglia.
Dare così un futuro di serenità ai suoi figli
e non vedere più suo marito afflitto
e sconsolato ritornare a casa sempre
più depresso.
Di nascosto Carmela due volte a settimana
si gioca vari numeri alcuni sussurrati a detto suo
in sonno dalla madre sua defunta
o da suo nonno Giuseppe
anche lui in vita accanito giocatore del lotto.
Ma nulla vince ed ella ne rimane male assai
m' arrendersi a tale sorte mai gli passa per il capo.
Posseduta dal quel demone del gioco la pia donna
non sa più cosa inventarsi, tradurre in numeri
eventi e fatti sogni e avvenimenti
che possono portargli fortuna nell'azzeccare
tale sospirata vincita.
Di notte và a dormire con la speranza che qualche
caro suo estinto gli venga a sussurrargli all'orecchio
i numeri vincenti della prossima estrazione settimanale.
Sul suo taccuino segreto segna ogni cosa.
Un giorno si rivolse pure da una cartomante famosa,
per aver tramite lei un incontro a faccia a faccia
con qualche spirito dell'aldilà capace
di chiaroveggenza e di carità per lei
Afflitta da quel meschino scopo del vincere
a lotto ad ogni costo.
La fattucchiera gli spillò l'intera paga mensile delle pulizie eseguite in casa dell'ingegnere Martino senza arrivare
a nessuna conclusione.
Disperata non sapendo più a chi santo
rivolgersi decise un giorno di farla finita.
Nella sua disperazione si recò in farmacia
e comprato del veleno per topi l'ingerì
e distesa sul letto aspettò
che la morte venisse.
A casa quel giorno non c'era nessuno
ella pianse assai per quel suo gesto insano
ma attraverso la morte ella sognava
una vita migliore per i suoi figli.
Una volta lei passata in altra vita avrebbe
senz'altro consigliato dei numeri vincenti
a suo marito o ai suoi figli in sonno.
Una ragione per sentirsi felice per quel suo destino crudele
Legati a numeri ingrati che mai avevano arriso la sua vita
con una gioia inaspettata, facendola ritenere una donna
fortunata e non una vittima di sogni e lutti derivati dal fatidico lotto che un bel dì l' aveva spinta alla morte.
La fortuna ha le gambe corte e per giungere in aiuto
d'ognuno che la cerca, ella impiega molto tempo avvolte
come nel caso di Carmela mai giunge arrecando
disperazione e lutto oggetto d'interpetrazione
per delle prossime future estrazione al lotto.
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