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Tempi Supplementari
Era stata una grande serata. Avevo stracciato i miei amici alla playstation e mi ero aggiudicato l’onore del primo classificato al torneo, che però non era stato dei più semplici.
Il mio girone eliminatorio, nel gruppo B, prevedeva:
PAOLO (milan) ANDREA (real madrid) LUCA (inter)
e io con il Barcellona.
La prima sfida con Paolo è stata molta combattuta e l’ho spuntata soltanto nel finale con una punizione capolavoro di Ronaldinho. Mentre Real madrid e Inter finiva con un netto 3 a 0 in favore dell’Inter. Come da pronostico.
La seconda sfida mi vedeva contro Luca, il più temuto da tutti dopo di me.
Già dopo quindici minuti sono sotto di due gol, doppietta di Adriano. Dopo l’ennesimo pericolo corso mi do una mossa e comincio a schiacciare quei miserabili nerazzurri nella loro area. Alla fine del primo tempo segno con Eto’o e nel secondo tempo mi scateno e finisco per ribaltare il risultato. Finisce 3 a 2. Milan-Real Madrid 4 a 1.
Nell’ultimo incontro sfido Andrea che è già eliminato e pareggio 1 a 1. Partita orribile dove non ho infierito sul povero Andrea, veramente scarso. E poi non mette giù bene la squadra. Inter-Milan 2 a 1.
La classifica finale del girone vedeva:
1. BARCELLONA con 7 punti
2. INTER con 6 punti
3. MILAN 3 punti
4. REAL MADRID con un solo punto
Io e Luca passiamo quindi il turno. Nessuna sorpresa.
Nell’altro girone la situazione finale vedeva passare il turno il Chelsea e l’Arsenal. Vengono eliminate Manchester United e Roma.
Il tabellone veniva a formarsi così:
BARCELLONA-ARSENAL INTER-CHELSEA
Scendono in campo prima Inter e Chelsea. La partita è tiratissima e la spunta Vincenzo col suo Chelsea ai supplementari dopo che i primi novanta minuti (che poi sono dieci al di qua dello schermo) erano finiti 3 a 3. Da segnalare un’altra doppietta di Adriano, che sarà capocannoniere con sette gol. Per il Chelsea decide Lampard.
Io me la vedo con Ciccio. È un osso duro. Gioca moltissimo ed è un mago della tattica. Usa un modulo tutto suo che crea diversi problemi. In più sa usare molto bene le finte dei giocatori. Insomma una partita dura.
Il primo tempo finisce 1 a 0 per l’Arsenal con un rigore trasformato da Henry. Io faccio fatica e sono pericoloso solo una volta con un palo di Messi. Nel secondo tempo ci annulliamo a vicenda fino a che, a metà tempo, trovo la perla con Ronaldinho da fuori area. Soffro ancora e, proprio mentre si aspettano i supplementari, da calcio d’angolo segno il gol decisivo con una zuccata di Zambrotta. Ed è finale.
BARCELLONA-CHELSEA
Nonostante due squalificati e Ronaldinho non al meglio la finale me la porto a casa con un netto 3 a 1 e un Chelsea mai in partita. Pure il gol glielo regalo con un’autorete di Puyol.
BARCELLONA WINS
E così me ne torno a casa da vincitore.
Mi guardo lo spogliarello di una bella tettona alla tv mentre mi fumo un po’ della marijuana offertami dai perdenti. Spengo la tv già strafatto e mi addormento.
Dopo un po’, forse dormivo già da due o tre ore, vengo lentamente ma inesorabilmente strappato dal mio beato sonno. Sento picchiarmi sulla pancia. Sono colpi lievi, come se qualcuno facesse sulla mia pancia una piccola pressione col dito, e sento anche, mano a mano che esco dal sonno, dei rumori. Quando mi sveglio sgrano gli occhi e istintivamente piego la testa per guardare in direzione della pancia.
Vedo un omino alto non più di una spanna che sta saltando. Indossa una maglietta e riconosco due colori, il rosso e il blu, e vedo che porta i capelli lunghi raccolti in una coda.
Spaventato mi alzo e l’omino si mette ad urlare. Cerco di riprendermi e lo vedo che è aggrappato ai bordi del letto.
-Cristo, dammi una mano- mi urla. Ma io sono immobile e lo osservo tra lo spaventato e l’incuriosito.
Con un grande sforzo riesce a tirarsi su con le braccia e risale sul letto.
-Sei pazzo? Potevo schiantarmi a terra- mi fa.
Io lo osservo attentamente e vedo in lui qualcosa di familiare.
-Ma non hai ancora capito chi sono?-mi dice- Eppure stasera abbiamo fatto un bel lavoro-
Io non apro bocca.
-Ho dovuto svegliarti perché c’è un grande problema. Un problema che mi impedisce di dormire-
Io mi avvicino e con la faccia arrivo quasi a toccarlo.
-Non fare così che mi spaventi. Non mettermi quel faccione davanti- mi dice allontanandosi.
-Porca puttana- esclamo- Vieni un po’ qua-
Metto la mia mano col palmo girato all’insù davanti a lui.
-Sali qui- gli faccio.
Mi guarda dubbioso.
-Non fare scherzi, però. Devo parlarti del mio problema- mi dice.
Lentamente mi sale sulla mano. Quando è salito mi avvicino la mano alla faccia per guardarlo meglio. Nello spostare la mano lo faccio quasi cadere a terra.
-Attento!-urla.
Lo osservo attentamente. Riconosco che indossa la maglietta e i pantaloncini del Barcellona ed è un po’ scuro di pelle. Lo avvicino ancora un po’ e riconosco la faccia.
-Ma…-continuo a studiarlo ancora- Sei Ronaldinho-esclamo poi.
-Bene, piacere di conoscerti. Ora però mi fai scendere?-
-Prima mi spieghi che cazzo significa- gli dico.
-Cazzo significa cosa?-
-Cazzo significhi TU!-
L’omino si mette a sedere al centro della mia mano.
-Sono Ronaldinho-comincia a parlare con un tono che userebbe un adulto per spiegare a un bambino come allacciarsi le scarpe.
-O meglio- continua- Sono la riproduzione di Ronaldinho.-
-Vuoi dire che tu sei il Ronaldinho del gioco?-tento di capire.
-Esatto. Vedo che se ti ci metti ce la fai-
-E che cazzo fai qui sulla mia mano?-
-Stare sempre dentro quel gioco è una vera rottura. Così sono uscito. Molti di noi lo fanno. L’omino che fa Cambiasso esce spessissimo. Beve anche parecchio, quando riesce. Una volta è finito dentro un bicchiere di birra e quando è rientrato dentro al gioco puzzava da morire ed era ubriaco marcio. Fortuna che nessuno di voi coglioni si è messo a giocare-
-E come fai ad “uscire”?-
-Esco. Tu come fai ad uscire da casa?-
Lo metto in piedi su uno sgabello.
-Va bene. E come mai sei venuto qui?-gli chiedo.
-Quando sono uscito non sapevo dove andare. Ho visto il tuo cappotto e mi sono infilato dentro una tasca. Finito il terzo grado?-mi fa scocciato.
-Si, tanto non ci capisco niente. Me ne vado a dormire. Se ci riesco-
-E no- mi urla- Io ho un problema. È per questo che ti ho svegliato-
-Sentiamo- faccio io ormai stanco di capire quello che stava succedendo.
-Il problema è il tuo gatto. Se quello mi vede non me la passo bene-
-E io cosa dovrei fare?-
-Chiudilo da qualche parte. Non voglio essere il suo spuntino-
-Va bene-
Chiudo il gatto in cantina e risalgo in camera. L’omino non lo vedo più. Mi guardo in giro ma non lo vedo. Poco male, me ne torno a letto e dormo.
Il mattino dopo sono in università a seguire una noiosa lezione di economia politica. Apro la borsa per prendere il giornale da leggere, ed ecco rispuntare l’infernale omiciattolo.
-Che cazzo fai?-gli dico sottovoce.
-Stanotte mi sono addormentato qui dentro- mi fa Ronaldinho.
Speravo fosse stata tutta una mia fantasia, magari l’effetto dell’erba. Invece il fatto di ritrovarmelo qui è la conferma che esiste veramente.
Chiudo la borsa ed esco. Mi metto in un posto dove non c’è nessuno e riapro la borsa.
-Devi tornare nel gioco- gli dico.
-Mi sono rotto del gioco. Non fate altro che giocare. E mi usate quasi sempre. Non ce la faccio più-
-Ma non puoi mica fare così- lo rimprovero- Non ci può non essere Ronaldinho nel gioco-protesto.
-Cavoli vostri. Io non ci torno in quella prigione. Sempre le stesse cose,è tutto uguale e ripetitivo. Io voglio ubriacarmi con Cambiasso. Scopare. Fare cose così-
-Ma sei microscopico. Chi ti vuoi scopare? Un millepiedi, al massimo-
- L’omino che fa Rooney conosce certe signorine che sono disposte a fare certi giochetti che quelli grandi come te si sognano. Hai mai pensato che vedere una cosa da un’altra prospettiva può diventare più interessante?-
-Sarà come dici tu ma devi tornare nel gioco- faccio autoritario.
-Fanculo il gioco- mi risponde lo sgorbio.
-Ti ci porto io invece- gli dico e cerco di afferrarlo ma lui salta giù dalla borsa e scappa.
-Ciao stronzo-mi dice con una vocina insopportabile mentre scappa via.
-Spero tu finisca nello stomaco di qualche piccione o sotto la scarpa di qualcuno, nanetto di merda!-gli urlo.
Mi prendo un caffè al bar e cerco di farmi passare la rabbia e la confusione mentale per le assurdità che avevo visto e sentito da quel omino. Mi gusto il caffè tra i miei pensieri quando noto qualcosa sotto la sedia della ragazza seduta davanti a me. Guardo meglio e noto che è Ronaldinho. È in piedi sotto la sedia e guarda in alto. La ragazza porta la gonna.
Ronaldinho gira per un attimo lo sguardo e mi nota. Mi fa l’OK con la mano e si tira giù i pantaloncini.
Rimango per un attimo ad osservare quel omino alto poco più di una spanna che saltella felice sotto la sedia della ragazza guardandole le mutandine e trastullandosi. Mi diverte un sacco.
Cerco di non scoppiare a ridere per non essere preso per matto, ma non resisto. Tutti si girano a guardarmi. Sono paonazzo dal ridere. L’omino è tutto eccitato e lancia anche dei versetti e continua a saltellare col pisellino di fuori mentre la ragazza si scopre sempre di più. Ho le lacrime agli occhi.
Prima che qualcuno mi faccia portare via mi alzo e faccio un giro.
Passo tutta la giornata tra lezioni noiose e lezioni noiosissime, poi verso le sei di sera passo al bar per un aperitivo. Al bar incontro Luca.
-Come va, campione?-mi fa appena mi vede.
-Sono un po’ stressato. Un negroni-faccio alla cameriera.
-Per rilassarti c’è il mio programma. Torneino alla playstation e poi facciamo un salto al nuovo night che hanno aperto dietro la pizzeria-
-Non lo so- rispondo vago- Stasera metto su un film e me ne sto tranquillo-
-Nooo-mi rinfaccia deluso- Andrea e Vincenzo ci sono sicuro, non puoi mancare. Dobbiamo essere in quattro-
Non mi va di continuare a parlargli, finisco in due sorsate il negroni ed esco.
-Organizziamo bene per martedì. Faccio io le telefonate, ciao.- gli dico per congedarmi.
Torno a casa e metto su l’acqua per la pasta. A un certo punto sento un rumore di vetri rotti provenire dal salotto.
Sporgo la testa dalla porta della cucina per vedere e noto il gatto che sta tentando di arrampicarsi su una mensola sopra la televisione.
-Vieni giù- e lo prendo.
Per terra ci sono i resti di un piatto decorato a mano che mi aveva regalato”non so più chi”.
Il gatto continua ad agitarsi. Guardo verso la mensola.
-Porta via quel merdoso gatto. Vuole uccidermi- mi urla Ronaldinho da dietro Siddartha.
-Ancora tu!-esclamo.
-Allontana quello schifoso- urla indicando il gatto.
-Sei una rottura di palle- gli faccio.
Porto il gatto in cantina, poi prendo l’omino e lo metto su una seggiola. E ritorno alla pasta.
-Mi sono divertito un sacco oggi- mi fa- E ho scoperto il paradiso-
-Sarebbe?-gli chiedo buttando gli spaghetti nell’acqua.
-Il reparto di biancheria intima femminile di quel negozio in centro. Stavo impazzendo. L’apice l’ho raggiunto al reparto scarpe. Lì mi son fatto una sega-
-Anche questo pomeriggio al bar. Ti ho visto. Hai fatto solo quello oggi?-dico disgustato.
-Non è che ho molte scelte- ribatte- Sono andato anche in un bar per mangiare qualcosa e a momenti uno stronzo mi infilza al posto di un oliva-
Preparo la pasta e la offro anche al mio minuscolo ospite. La sua porzione la devo tagliuzzare in minuscoli pezzettini che divora in poco tempo.
-Magnifica. Non ho mai mangiato una roba più buona- si congratula facendo poi un rutto.
Gli do anche un po’ di vino. Riempio un tappo di bottiglia che lui si beve tutto.
-Ah!-esclama poi soddisfatto.
-Ti faccio vedere una cosa- mi dice poi- Fammi una piccola palla con la mollica di pane-
Lo accontento incuriosito.
Appena gliela passo comincia a palleggiare come con un pallone da calcio. Palleggia con la testa, e fa dei numeri da circo incredibili.
-Bravo- lo incoraggio io versandomi un altro bicchiere di vino.
Il numero più bello che fa consiste nel palleggiare con un solo piede e poi, con una rapidità incredibile, far passare il piede sopra il pallone con un movimento di 360 gradi e riprendere il pallone col collo dello stesso piede. A volte blocca anche il pallone. Uno spettacolo.
-Sei un dio- faccio già un po’ brillo dal vino- Potremmo metter su un bello spettacolino-
-Si potrebbe anche fare- risponde continuando a palleggiare.
Dopo un po’ si mette davanti a me sul tavolo e si fa versare dell’altro vino. Si spara tre tappi belli pieni e ricomincia a palleggiare.
-Sei già sbronzo- gli dico ridendo quando vedo che non palleggia più bene come prima.
Lui si mette a ridere e cade a terra.
-Riempi, riempi- mi dice facendo cenno al tappo.
Si fa altri due tappi.
-Me ne vado a dormire- gli dico divertito alzandomi.
-Dove vai?-mi urla- Vieni a sbronzarti-
-Invece me ne vado a dormire. Sei proprio un cazzuto nanetto-dico mentre salgo le scale verso la mia camera.
Quando mi sveglio sono le undici. L’università oggi non è tra i miei programmi. Scendo in cucina a mangiare.
Quando entro, sul tavolo vedo cinque, sei, probabilmente una decina di omini che ballano festosi.
-Cosa succede?-dico a Ronaldinho che è seduto sul tappo della bottiglia di vino.
-Eccolo qua, ragazzi- urla agli altri omini grandi come lui. Sono più di dieci.
-Apri un’altra bottiglia di quello di ieri sera. Facciamo una bella festicciola-
-Chi siete? Gli hai partoriti stanotte come in un film dell’orrore? Che razza di…-
-Senti che stronzate-dice interrompendomi- Non li riconosci? Qui c’è Rooney-e l’omino di Rooney si fa avanti e mi saluta. E così tutti gli altri. Cambiasso, Del Piero e altri dieci o quindici omini del gioco. Tutti a far casino sul tavolo della mia cucina.
-E adesso che intenzioni avete?-chiedo io perplesso.
-Far casino- urla Rooney.
-Non fate le teste di cazzo-li zittisco- Tornate tutti nel giochino oppure…-
-Oppure?-mi fa in eco di scherno Gattuso.
-Oppure chiamo il mio gatto.-
-Perché non ti rilassi e apri una bottiglia.- mi fa Cambiasso.
-Primo perché non bevo la mattina, e secondo non voglio che il tavolo della mia cucina sia pieno di omini usciti da un cazzo di gioco. È assurdo- protesto io- E poi tu-e indico Cristiano Ronaldo in fondo al tavolo-mi stai sulle palle. Con te perdo sempre. Non prendo mai il Manchester per questo.-
-Non fare il guastafeste- mi fa Rooney-Piuttosto, non è che oltre al vino avresti anche le mutandine della tua ragazza. Ce le butti qua e ci divertiamo.-
-Che segaioli-sbotta Materazzi-Piuttosto portaci qua la tua ragazza, che ci divertiamo di più. Sono terribile, sai?- mi fa muovendo il bacino.
- È tutta colpa tua- urlo a Ronaldinho.
-Ho organizzato una festicciola coi miei amici, che c’è di male- si giustifica- E poi ci conosci bene anche tu. Stai le ore a farci correre di qua e di la davanti alla tv. Lasciaci divertire un po’ anche a noi.-
-E va bene.-
Vado in cantina a prendere il vino e lo apro.
-Divertitevi- faccio scocciato. Ed esco.
Mi dirigo a casa di Luca per raccontargli quello che succede. Il fatto di saperlo solo io mi fa sentire un po’ suonato. La sera prima mi sono anche divertito a vedere quel cosino agitarsi, ma stamattina tutti quelli mi hanno rincretinito.
Suono alla porta e salgo a casa sua. Gli racconto tutto.
-Questa è una stronzata-mi fa alla fine. E non gli do tutti i torti.
-Accendi il gioco e vediamo- gli dico.
Quando il gioco parte vado a controllare tra le squadre e trovo la conferma.
-Vedi-gli faccio-mancano tutti. Non c’è Ronaldinho-e gli faccio vedere che al posto del giocatore c’è uno spazio vuoto- Manca anche Rooney-e glieli mostro tutti.
-E tu dici che sono a casa tua?- mi dice perplesso.
-Sono sul tavolo della mia cucina a bere vino-
È ancora troppo confuso, così andiamo a casa mia.
- È anche divertente- gli racconto mentre andiamo in macchina- Ieri sera Ronaldinho si è messo a fare con una mollica di pane tutti i numeri che fa nel gioco. Pensavo che possiamo mettere su qualcosa. Che so, uno spettacolo-
-Prima voglio vederli- mi fa Luca poco convinto di quello che gli racconto.
-Vedrai- rispondo io.
Arriviamo a casa mia e lo porto subito in cucina.
Non c’è nessuno. La bottiglia di vino è rovesciata ed è vuota, ma tutti gli omini sono spariti.
-Se ne sono andati- faccio io.
-E adesso devo pensare che mi racconti stronzate?-dice Luca.
-Pensala come vuoi. Intanto hai visto che nel gioco non ci sono-
-Sarà un virus-
-E io come facevo a sapere esattamente quali giocatori mancavano?-gli spiego.
-Non lo so ma non ti credo-
-Fai come vuoi. Io li cerco-
-E io torno a casa in autobus- mi fa uscendo- E occhio che ti esce il gatto- aggiunge.
-Merda!-ho dimenticato la porta della cantina aperta quando ho preso il vino.
Controllo immediatamente nella ciotola del gatto ma non c’è niente.
“Li ha mangiati”, penso. Noto però che la zanzariera della cucina è aperta. Mi rimane il dubbio.
“O se li è pappati il gatto o sono usciti”. Non lo so. Ma non mi importa.
L’unica cosa che mi da fastidio è il fatto di aver fatto una figura di merda con Luca, e con tutti quelli a cui lo racconterà. Ma comunque mi passerà anche questo fastidio.
È da un po’ di settimane che non gioco più. Luca però mi ha detto che adesso il gioco funziona come prima. Non ci sono più spazi bianchi. Succede ancora qualche volta ma di rado. Gli unici spazi che non si sono più riempiti sono quelli di Rooney e Ronaldinho. Ovviamente nessuno sa spiegare il perché.
Io invece penso al mio gatto.
O al negozio di biancheria.
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- Godibilissimo! Scritto bene, scorrevole e originale. Letto tutto d'un fiato. Bravo
- Grazie del commento Ivan... vado a leggerti...
- Per fortuna esiste l'omino verde. Millemila punti dunque!
- ... "viaggi di gulliver versione moderna" te la rubo e non ti pago neanche i diritti d'autore!!! http://www. poesieracconti. it/images/smiles/lingua. gif
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