IL CANTO DI PRIMAVERA
(Racconto pieno di Luci)
Guardava oltre la siete, tranquillamente...
Il cielo grigio, dove il sole filtrava.
Un'aria fresca di primavera a tratti l'accarezzava
distogliendola dai suoi pensieri che si rincorrevano...
fotografie ingiallite si accantonavano dentro i ricordi
di un passato troppo recente, visioni di vita vissuta
dove lei era protagonista... cercava tra queste una bella, dolce, da tenere stretta al cuore... non ne trovava... scriveva e pensava... i tasti accarezzati emettevano musica,
fiori diversi sopra il suo balcone, viole, ortensie, e piccoli ciclamini, sembravano ricami,
dietro alle tendine bianche di pizzo antico,
guardava, pensava, scriveva, metteva come mattoni
le fotografie tutte in ordine le spolverava, e intanto cercava.
Il sole, piano, piano prese possesso delle nuvole nere divenne padrone.
Lontano si senti un fischio d'un treno... e una montagna d'altri ricordi, altri pezzi di passato si ammucchiarono sulla scrivania,
frenetica scompigliò disordinatamente il pacco, alcune caddero per terra... ora tutto il pavimento piastrellato,
un tappeto d'immagini si confondevano,
parenti ormai morti e dimenticati
annegati, uccisi, le guerre...
campi di grano, papaveri rossi
immensi alberi di castagne, e sempre qua e la vedeva
il suo viso di bambina con occhi spalancati finestre nel futuro, poi vestita di bianco minuta, tanto da essere portata sulle braccia per un tacco della scarpa che affondava nei chicchi di riso... quanto riso... quanta gente... pulman stracarichi arrivati per lei.
Strano però, in quel viso, non c'e nessun sorriso...
stanca, la donna matura, ormai pensa, di non trovare la foto che cercava... non c'e', possibile?
tutta una vita sotto i suoi piedi senza una foto da stringere
sul cuore...
delusa, si siede e scrive, scrive leggendo nella memoria.
Finita sotto il portatile intravede un' angolo di carta,
quasi infastidita lo afferra per far ordine..
ed ecco, a pezzetti, la trova... era tutta segnata quasi sbiadita, strappata a metà ,
con un tuffo al cuore l'accarezza, quasi
per ridarle il colore originale, piano, piano riaffiora...
e' sempre quella bimba con occhi spalancati, ingrassata,
gonfia, immensa il viso le sorride, appoggia un dito, umido di saliva, sopra quel ventre gonfio, sembra che scoppi.
Gli uccelli intorno alla siepe cinguettano, una musica naturale
fatta di passi, suoni di macchine lontane... una falciatrice in azione... un bimbo che farfuglia le prime parole...
il sole ora e' sul balcone si posa sul suo capo bianco scaldandola
e lei, con in mano, la vecchia fotografia
piange lacrime di gioia
porta al cuore la fotografia e bacia ripetutamente quel ventre così gonfio
che e' stato l'unico motivo per tirare avanti
e ritrovarsi oggi, qui, tra fiori profumati, tra musiche naturali
felice, serena.
Sul viso ha un sorriso celestiale,
ora la mente sfoglia immagini colorate...
fotografie vive di gente amata.
(per il frutto di quel ventre immenso e gonfio)