racconti » Riflessioni » La Pattinatrice
La Pattinatrice
Sono il vetro di un furgone, vedo passare di continuo marciapiedi, pali, paletti, strisce bianche, strisce gialle.
Vedo le donne della strada, nella loro confezione regalo tirata a lucido. Vedo tutto il mondo scorrermi davanti velocemente
e poi d’un tratto tutto si ferma. Non conosco l’indipendenza. Vado dove mi portano, sempre.
Oggi non so dove mi stanno portando, vedo solo case, automobili,
oscurità all’orizzonte e giallo lampione ad intermittenza.
Sono gli occhi della pattinatrice. Vedo gli occhi scuri della notte e l’asfalto scorrere veloce.
Vedo le immagini di quand’ero piccola mescolarsi con la strada. Vedo i miei cinque anni sui pattini,
il volto di mio padre, il mio istruttore,
il mio primo amore sui pattini, la fasciatura alle caviglie.
Mi vedo riflessa sul vetro del furgone. Il trucco delle mie ciglia, il colorito delle guance.
Vedo il futuro triste, tutto il mio lavoro gettato al vento, l’insicurezza che avrò in quel momento.
Sono la musica. Sono quello che sentite quando chiudete gli occhi.
Sono dentro di voi e irradio questo stadio del ghiaccio da cima a fondo.
Vi inebrio di sensazioni e vi ammorbidisco il cuore.
Sto suonando un pianoforte.
Sto muovendo l’aria attorno a voi e vi cado dentro ad ogni nota, nel profondo.
Sono lo stadio del ghiaccio. Oggi sono pesantissimo, non riesco nemmeno a vibrare, a riecheggiare.
Tutti mi salgono sopra, tutti mi scivolano addosso. C’è chi si siede sulle mie spalle e chi mi solletica la pancia.
Oggi reggo a fatica il peso. Il peso di questa mia vita fatta di resistenza, di attesa.
Sono la culla dei successi e la culla delle delusioni. O visto piangere, ridere, stare bene e stare male.
O sentito mille storie e conosco molti volti. Molti.
Sono un istante di tempo. Riesco a nascere e morire nello stesso momento e non do tempo a nessuno e a niente.
La mia vita è brevissima, ma alle volte racchiude il lavoro di una vita intera.
Oggi sono nato allo stadio del ghiaccio. Oggi sono morto allo stadio del ghiaccio.
Sono la lama d’acciaio dei pattini. Sto volando davvero.
Vedo riflessi sul mio corpo tutti quei volti fissi, inquieti.
Adesso sto volando davvero, sono tenace, ma ho paura.
Non so se reggerò il peso della caduta, se riuscirò a non sbilanciarmi.
Sto volando, molto di più del solito. Ho paura.
Sono la pattinatrice. Mi tremano le dita ma sto volando per un istante.
Non so se le mie caviglie reggeranno fra poco. Ho tanta paura, ma guardo avanti.
Sento la musica penetrarmi, in un istante, colpirmi il cuore.
Sto vivendo una vita in un momento.
Sono gli sguardi della gente. Ho mille occhi e guardo ogni cosa.
Oggi sono sbalordito. Oggi vale la pena avere mille occhi per vedere tutto di quel salto,
da ogni angolo, da ogni prospettiva.
Sono il silenzio che tutto tace.
Tutti mi guardano ma io non esito.
Fermo il tempo, raccolgo le emozioni, le preparo.
Sono gli applausi ininterrotti.
Sono le lacrime.
Sono il volto di mio padre,
del mio istruttore,
del mio amore.
Sono io.
Sono i miei vent’anni!
Sono la vita.
Vi amo.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Da tenere d'occhio.
L'apicoltore
- Grazie! Grazie davvero etrus!
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0