racconti » Racconti su sentimenti liberi » Aiuto Incompreso
Aiuto Incompreso
È successo qualcosa, lo so, lo vedo da come ti muovi, da come giri la testa e con sguardi furtivi ti guardi attorno. Lo vedo dai tuoi passi svelti sull'asfalto bagnato dal recente temporale estivo... Ma cosa, mi domando, mentre i nostri sguardi si incrociano e solo allora capisco il perché: Il tuo rossetto sbavato sulla guancia sinistra, gli occhi ancora gonfi di lacrime e lo zigomo nero... Giri la testa, ti vergogni... Vorrei dirti che non devi vergognarti che non devi sentirti umiliata, ma nel momento in cui voglio aprire la bocca tu mi passi accanto...
Ti vedo spesso ridotta così, e ogni volta mi riprometto di aiutarti, ogni volta mi dico che ti tirerò fuori da questa situazione, ma questa volta, si, questa volta sarà quella buona... pensando questo la mia mano sinistra si sposta come portata da una brezza invisibile verso la pistola nascosta sotto la giacca.
Mi sono informata su di te... lo sai? So con chi esci, so che lavoro fai, so quante volte mangi... e so anche quale mostro ti ha ridotto e continua a ridurti così.
Ma adesso basta, le tue pene devono finire, ed io sono qui per questo...
Spesso mi sono promesso che ti dirò queste cose, ma non ci sono mai riuscito. Tra poco è ora, devo sbrigarmi, il tuo aguzzino sta per uscire dall'ufficio e io non voglio farlo attendere. Ti saluto, quando leggerai questa lettera il tuo "amato" Frank sarà dove merita di essere; all'inferno...
P. s. Se ti stai chiedendo perché lo faccio, è facile da capire. Sono innamorato di te, banale vero? So anche che il nostro amore non potrà mai nascere. Però voglio che tu sia libera, non importa a quale prezzo, il carcere o la morte.
Addio Anna.
Lo sconosciuto.
Mette la lettera nella busta e la chiude imbucandola stando bene attento a non essere visto. La pistola lo accompagna costantemente pesandogli dolcemente attaccata alla cintura. Prima di uscire dal portone si chiude il bavero della giacca; fuori ci saranno almeno trenta gradi, ma il suo corpo è scosso da violenti brividi.
Eccolo davanti all'ufficio dove lavora, guarda l'orologio, le 19 passate, che proprio oggi faccia lo straordinario? Mentre lo aspetta cerca dei punti dove poter nascondere l'eventuale arma del delitto, una Beretta 9mm comprata in un negozio di usato vicino a casa sua. Scorge un cassonetto nascosto parzialmente da delle siepi. Bene, pensa, ora manca solo l'attore principale.
Iniziano ad uscire i primi dipendenti. Tira fuori la foto, scattata proprio qui, davanti alla ditta. É ritratto di profilo, naso aquilino, fronte piatta, capelli neri, persona che passa inosservata.
Esce, nella mente si accavallano tutti i piani che aveva forgiato in casa, studiando la cartina. Decide di optare per quello piú veloce, estrae la pistola e spara, colpendolo in piena fronte. Detonazione forte, il rinculo fa volare via la pistola sul marciapiede.
L'adrenalina entra in circolo, offuscandogli la mente. Inizia a correre, in direzione del fiume Hakor. Intanto c'è chi urla, c'è chi sta chiamando la polizia.
Arriva a destinazione stremato dalla fatica, il rombo delle acque e il buio della sera lo tranquillizzano, sa di avere fatto bene. Sa però anche che nessuno capirà il suo gesto, a parte lei. E adesso? si chiede. Beh, gli sussurriamo noi, come prima cosa scappa dalla città...
Si butta in acqua e inizia a nuotare...
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- un buon racconto, traspare tutta l'adernalina del protagonista.
complimenti.
- La Tua opera mi é molto piaciuta perchè ben descritta... e non finirei mai di leggerla.. però a mio parere occorrerebbe ritoccarla alla fine e cioè non correre il rischio dell'aggressione .. poiché qualsiasi cosa si faccia.. la persona che lo ama non farà mai voltafaccia..
Buona domenica
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0