Questa sera mi sono acceso una candela.
Qui, nella mia cameretta, virtualmente vicino a te,
ho spento il sole e ho acceso un fuoco di cera.
Un suono soffice di piano forte mi coccola dolce
e l’aria vibra come farebbe con un fiore.
Ed ora, di fronte a questa pagina bianca,
soffusa da ombre di luce tenue, vorrei dirti tutto.
Colori piccoli dipingono i miei pensieri,
e vedo come veri, cieli tersi e frutteti.
Pensavo, alle mie mani, sporche di fatica,
ai miei occhi tristi sul rosso del tramonto,
per momenti lunghissimi ho fissato lo sguardo verso la luce,
che se ne va,
per dar posto a queste mie mille stelle irrequiete,
a questo mio animo agitato.
E penso sempre se mi capirai, o se mi prenderai per pazzo.
Forse non avevi mai conosciuto un poeta,
forse non lo conoscerai mai, perché io non lo sono.
Sono solo uno sciocco che gioca con le parole,
un bambino che vuole giocare con te.
Ed ora:
Vorrei saltare fra i miei pensieri, come se fosse facile volare.
Adesso ho di fronte due occhi, un pezzo di mare e tanta luce.
Adesso sono al buio in un vuoto di nulla, in un pezzo di poesia.
E tu, tu dove sei?
Hai mai pensato di volare?
O forse lo fai già, ed io non lo so, non lo posso sapere.
Però se tu sai volare, io so sognare, e prendendomi per mano,
potresti portarmi dove non sono mai stato.
Lo stai già facendo. Probabilmente.
Un bambino. Elia.
"Da: Racconti di un bambino, 2006"