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Profeti di speranza: Alessando Zanotelli
La perla dell'Argentario. Così viene definito Talamone dalle pubblicità turistiche. Gli archeologi sono interessati all'antico porto etrusco e non so se progettino nuovi scavi per portare alla luce preziosi reperti. Ma Talamone ha un significato di grande attualità in riferimento, in particolare, al tragico periodo che stiamo vivendo.
Alla fine degli anni '80 "Beati
i costruttori di pace" di cui Zanotelli è uno dei fondatori, lanciano un appello per l'obiezione di coscienza alle spese militari e dalle pagine di Nigrizia, prestigioso mensile dei Comboniani, Zanotelli che ne è il direttore, individua, proprio nel porto di Talamone, il traffico di armi italiane di cui il
ministro della difesa Giovanni Spadolini è "un buon piazzista"
È così che Nigrizia definisce il ministro. Spadolini si appella
al Concordato: preti e vescovi devono stare zitti e non
interferire nei rapporti tra la Rebubblica italiana e i suoi cittadini. Su sua richiesta e su quella di esponenti vaticani
Zanotelli, nell'87 è costretto ad abbandonare la direzione di Nigrizia. Talamone diventa così uno snodo fondamentale
della vita di Alessandro Zanotelli, figlio di quel generoso Triveneto da cui è sorto il movimento "Beati i costruttori di pace". Il direttore destituito parte come missionario per l'Africa e si ferma nella capitale del Kenia, Nairobi, una
bellissima città dove abbondano lussuose ville. Ma Alex, così
lo chiamano gli amici, non si sogna nemmeno di andare a predicare il Vangelo ai ricchi abitanti delle ville. Scende
nell'inferno di Korogocho, una delle tante baraccopoli di
Nairobi dove uomini, donne e bambini vivono "sardinizzati",
come dice Alex, esuberi di un mondo ricco che pretende di
salvarsi eliminando la parte eccedente. Alex vuole ricevere il Battesimo dagli ultimi ed entrato così nella loro comunità,
vive con loro, come loro, lottando con loro, anzi, insegnando loro a lottare. Prima di tutto per la terra. No, non si tratta di
terra da coltivare ma di pochi metri, lo spazio che occupa una baracca per la quale gli inquilini devono pagare l'affitto.
Alex coinvolge alcuni legali che riescono ad ottenere per i baraccati l'esonero dall'affitto.
Ma i problemi di Korogocho sono tanti: AIDS, prostituzione coatta dalla fame, mancanza assoluta di igiene. Alex
organizza comunità maschili e femminili. Gli uomini si occupano della selezione e del riciclaggio dei materiali ammassati nella grande discarica che sovrasta la baraccopoli.
Spesso dal riciclaggio nascono veri oggetti artistici. Le donne,
giovanissime ex prostitute, intrecciano paglia per cesti e borse, infilano conchiglie e palline di legno per collane che
hanno un fascino particolare. Della commercializzazione di questi oggetti si occupa la sorella di Alex, Luisa che a
Rovereto opera in una scuola di pace. Destinatarie del materiale venduto da Luisa sono le Botteghe del Commercio Equo e Solidale.
A Korogocho l'AIDS e altre malattie mietono vittime e
lasciano, orfani e malati, bambini di madri bambine. Alex
assiste i moribondi con il cuore spezzato e il sorriso sulle labbra. A Florence, morente, tiene stretta la mano e ad
un tratto le chiede: " Florence, come ti immagini il volto di Dio?" La voce flebile di Florence risponde: " Il volto di Dio
è il mio". Alex l'accarezza e con il gesto di antica pietà
chiude delicatamente gli occhi di quel volto di Dio.
Raccontando questo episodio in un incontro a Pescara, Alex disse con forza: " Dio non sta in Paradiso, sta nei tanti
inferni simili a Korogocho, accanto ai suoi figli crocifissi.
Per favore -chiedeva alle 500 persone che lo seguivano attonite- Per favore, non restate indifferenti, organizzatevi,
lottate con le armi della nonviolenza contro l'Impero del denaro, contro il neoliberismo che affama e uccide i quattro
quinti dell'umanità". "Per favore, per favore! "-ripeteva.
Dodici anni è rimasto Alex a Korogocho. L'ha lasciato nel 2002
nelle mani di un altro comboniano. Nell'attesa di occuparsi dei quartieri degradati di Napoli, Alex, con la sua carovana di pace, gira l'Italia, mangiando pochissimo, dormendo pochissimo, ripetendo a chi va a sentirlo: "Per favore, per favore!"
Nota: Zanotelli che è uno dei fondatori della Rete Lilliput,
ha partecipato a tutte le manifestzioni New Global, il
movimento dei movimenti che lui preferisce definire
"Società civile organizzata"
Attualmente Alex opera nei quartieri degradati di Napoli.
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1 recensioni:
- Ciao Franca, credo d'averti già detto che il leggerti è sempre molto toccante.
Alex, e quelli come lui, in realtà
guardano all'UOMO, se un ipotetico dio esiste o meno, è un problema del quale non si fanno per nulla carico, tanto è vero che sia lui che i suoi compagni sono INVISI a santa madre chiesa, come ben saprai! VIVA ALEX!
gigi
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