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Rosso sangue
Tutto era nero accanto a lui, Joanna lo stava chiamando, Joanna urlava, ma lui non poteva fare nulla… aveva una pallottola nella gamba ed era stordito… le urla aumentavano, le urla lo stavano chiamando.
“Zitta cagna!!!” si udiva da una voce severa e senza pietà.
“Capo, a quanto pare la troietta ha bisogno di urlare un pò, lascio a voi l’onore” mentre lo diceva la voce rideva.
Lui capiva cosa stava succedendo accanto a lui, gli occhi cominciarono ad aprirsi, vedevano una cella buia e puzzolente, una sola finestra che rifletteva la luce su di lui mentre due manette gli imprigionavano le mani e una lunga corda di ferro attaccata la muro bloccavano i suoi piedi.
All’improvviso le urla erano svanite e la porta della sua cella si aprì…
“Hai riposato bene?” diceva la guardia mentre rideva, dietro di lui si udivano le risa del capo che iniziò a parlargli.
“ A quanto pare sei un osso duro, altri a quest’ora si ritroverebbero gia all’altro mondo.”
“Dove è lei?”, disse lui con tono arrabbiato e con le lacrime agli occhi.
“Beh è qui, sta bene, dipende tutto da te ora, sappiamo che daresti la vita per la tua cara mogliettina, non è così… Flavio?” disse quel nome quasi come se volesse prenderlo in giro.
“Come sai il mio nome è soprattutto come si trova lei qui?”
“Tieni a freddo la lingua serpente! Di solito le domande le faccio io, vero Alfred?”
“Ma certo mio signore” rispose la guardia con il solito sorriso grezzo stampato sulle labbra.
“Allora Flavio, tornando a noi, ci risulta che il nostro traffico di droga è saltato perché dicono… che un uomo molto misterioso e molto silenzioso, ha piazzato cariche di C4 su di esse e per l’intero edificio…”
“Non sono stato io” interruppe Flavio all’improvviso.
“Lo so, come so anche che però tu hai le prove dei miei traffici con i russi, i documenti che ci hai preso dove li hai nascosti eh?”
Subito colpì Flavio con un pugno.
“ALLORA? RISPONDI SERPENTE… DOVE SONO!”
Ancora continuava a picchiarlo mentre la guardia lo teneva fermo.
“È questo che ti interessa Mark? Bene allora continua a colpirmi se vuoi così può darsi che mi faccio male e te lo dico”
Flavio rideva con il sangue sulla faccia, il suo sorriso era rosso…
“FA POCO LO SPIRITOSO! ODIO I FIGLI DI PUTTANA CHE SI PRENDONO GIOCO DI ME, NON CAPISCO PER QUALE MOTIVO DEVONO ROVINARMI LE GIORNATE!”
Mentre diceva queste parole Mark si voltò verso la guardia che dopo avergli fatto un cenno, la guardia prese la frusta ai lati della sua divisa e gliela passò.
Senza più parlare Mark scagliò la sua frusta contro Flavio mentre essa veniva ricoperta di rosso proprio come la sua divisa e quella della sua guardia.
I muri neri in quel preciso istante erano rossi… rosso proprio come il sangue di Flavio che schizzava dalle ferite della frusta.
“MARK! TIENI JOANNA FUORI DA QUESTA STORIA, LEI È INNOCENTE A NOSTRA DIFFERENZA”
Gli urlava Flavio mentre si allontanava con la guardia e la porta della sua cella si chiuse di nuovo, l’unica differenza tra il suo risveglio ed ora, erano i muri color rosso sangue che ancora gli specchiavano negli occhi colpiti da quel solo raggio di sole che entrava per la finestra.
Le grida della sua donna continuarono per ore senza fermarsi, Flavio era impotente dinnanzi alle sue grida, era la sua vita, era il suo cuore e in lui cresceva sempre più rabbia e ad un tratto i suoi occhi cominciarono a lacrimare sul serio, il suo volto macchiato di sangue veniva pulito dalle sue lacrime per lei.
“JOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA” gridava Flavio nella speranza che potesse sentirlo e con tutta la rabbia che aveva nel suo cuore mentre si accorse che dalle sue grida disperate Mark e i suoi scagnozzi stavano abusando di lei…
Flavio era a terra mentre sentiva la sua donna urlare, ad un tratto gli vennero in mente i 12 mesi passati insieme, il giorno del matrimonio e delle loro notti d’amore, e si scusò da solo per non averle mai detto il vero mestiere di soldato.
Quell’anno passato insieme con lei era bellissimo e tutto d’un tratto i suoi occhi videro il volto del loro bambino quasi come se fosse vero perché sapeva che Joanna era in attesa da 6 mesi…
Le urla finirono accompagnate da uno sparo…
Flavio si addormentò mentre le sue ferite erano ancora sanguinanti e profonde…
Flavio si risvegliò in un’altra cella buia ma questa volta era diverso, questa volta si trovava su un letto morbido, Joanna era accanto a lui, così bella, così profumata, così sorridente come una rosa di primavera fresca appena fiorita…
All’improvviso si risveglio realmente in un altro posto che era tutt’altro diverso dal posto che aveva sognato… era sempre la sua cella sporca di rosso sangue.
“Ben svegliato serpente! A quanto pare anche tu mi conosci molto bene, visto che il mio nome sono in pochi a pronunciarlo ma voglio essere clemente con te. Dimmi dove sono i documenti e io liberò te e la tua amata, che ne dici ti piace questa offerta?”
“Si trovano nel palazzo accanto, chiedete di Oste, li ha lui, chiamatelo per radio, la sua frequenza e 140. 20, fatemi chiamare e ve li faccio portare ma ti prego, voglio mandare a puttane il mio lavoro, ma lascia libera mia moglie.”
“Non sapevo che una bambolina del genere potesse fare questo effetto” rideva.
Subito Mark passa la sua radio a Flavio “Avanti, chiamalo! “
“Oste, i documenti, portameli all’uscita del palazzo, subito!”
Mark portò Flavio senza dire nulla all’uscita e dopo qualche minuto Oste portò i documenti, Flavio
si fece vedere solo e lo fece allontanare ma Mark prese il suo fucile e mirando Oste alla testa, lo uccise…
“NOOOOOOOOOOOOOO” gridò Flavio.
“MARK SEI UN BASTADO!!!”
Subito dopo Mark prese i documenti e controllò se erano reali. Una volta controllati si avvicinò a Flavio e disse “Mi spiace serpente, tua moglie ha fatto un po' di capricci prima, quella puttana ha rubato la pisola ad Alfred e lo ha sparato alle gambe, IL MIO NIPOTINO ALFRED, A NESSUNO MAI HO PERMESSO DI TOCCARLO, IL MIO EREDE!!!” disse gridando.
“CHE COSA LE HAI FATTO ?” gli gridò Flavio.
“L’HO UCCISA! GODEVA COME UNA TROIA, SONO CONVINTO CHE LE È PIACIUTO MOLTO”, Mark rideva mentre diceva queste parole.
Flavio era arrabbiato, tutto l’amore che aveva nel cuore in quel preciso istante si trasformò in odio, corse verso Mark e si buttò sopra di lui.
“SEI FINITO FIGLIO DI PUTTANA”, appena disse queste parole lo colpì alle spalle con una pietra presa sotto le sue gambe, a Mark scivolò via il fucile dalla mano, lo stesso che aveva colpito Oste.
“Questo è per Oste”, lo colpì alle gambe.
“E QUESTO È PER JOANNA”, non appena Flavio disse ciò, puntò il fucile direttamente sulla testa di Mark che lo supplicava “Abbi un po' di pietà, ce l’hai un cuore?”
“Ne hai avuta per lei! Non parlare di cuore, una parola del genere nella tua bocca non ha alcun significato, MUORIII.”
Non appena Flavio gli diede questa risposta premette il grilletto sparando Mark alla testa, il sangue schizzava dalla sua testa su quella di Flavio che era diventata di nuovo rosso sangue.
Era finita, Flavio si sentiva sconfitto per la perdita del suo amore e del suo bambino che aveva in grembo.
“AHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!” gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
“DIOOOO, ORA IL MONDO FARA’ I CONTI CON ME!” ancora gridava guardando il cielo col suo volto macchiato di rosso sangue.
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- Il racconto è molto cruento e in certi punti un po' banale, mi sembra esagerato il modo con cui spieghi come Flavio ammazza Mark e poi scusa, è un boss va in giro solo??? a parte questo mi piace alla fine il suo odio è incredibile ma si sente in colpa

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