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Quotidianità

L'orrore è nella quotidianità. L'orrore profondo, repulsivo; l'inferno autentico, quello che da principio sembrava il paradiso.
L'orrore non è nei morti-viventi, nei vampiri, negli spiriti dell'oltremondo. No! Esso è qui, adesso, nella vita di tutti i giorni, nei rapporti umani, nelle relazioni sociali, nella quotidianità vissuta in famiglia, tra i familiari, i parenti e gli amici.
Ci sono abissi di orrore che solo pochi hanno osato descrivere: Jean Rousselot, Aldington e alcuni altri. L'orrore denso, putrido, vischioso, pesante come il piombo, tenace come la gomma.
E dobbiamo vivere e sopportare, ognuno da solo chiuso nella sua prigione, chiuso nel suo inferno privato: il marito nella famiglia, il figlio con i genitori
Quando siamo giovani vediamo la via d'uscita nell'altro: nella ragazza, nell'amico, nel collega. Da giovani, per soddisfare i nostri bisogni amorosi, sessuali, di sicurezza e di denaro, corriamo verso il partner. È tutta illusione. In fondo alla vita ci accorgiamo che era solo illusione. La ragazza, l'amico il collega sono diventati i nostri peggiori carnefici.
Non c'è via di scampo. La vita è fatta così.
Nella vecchiaia, quando finalmente ci siamo liberati degli altri, quando siamo riusciti a vivere da soli, allora l'inferno lo troviamo dentro di noi. Arrivano le malattie, le debolezze che ci obbligano a mendicare aiuti dagli altri, che ci obbligano a sporcarci del fango sociale per alleviare le nostre necessità. Arrivano i bisogni che ci obbligano a piegarci e sottometterci ancora al volere degli altri.
Eppure adesso è diverso. Adesso siamo consapevoli e non siamo più disposti a illuderci con amori, amicizie, morali e religioni.
Adesso, per i nostri bisogni ci mettiamo coscientemente nelle mani dei carnefici che non indossano più la maschera della felicità.

Novembre 2002

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 16/04/2014 23:43
    Molto apprezzato... complimenti.

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