1. 08. 2004 secondo giorno consecutivo di luna piena. Evento che accade solo ogni 7 anni..
Oggi è una nottata speciale, sono sette anni che aspetto, è la nottata della seconda possibilità, ed io sono ancora quassù più affascinante di ieri con il vestito più bello, appena collaudato la sera prima. Accattivanti riflessi amaranto sfumano il mio sguardo, perfino le stelle si sono tirate da parte, comincia l'inusuale replica di uno scontato successo. Esco di fuori e sono ancora io, di nuovo, per farmi guardare, per moltiplicare le stesse lusinghiere parole, per stupire ed ammagliare, per fare sognare, innamorare e sospirare. Mi guardo in giro nella mia superba bellezza e cerco gli sguardi ammirati di ieri che accompagneranno la mia oscurità e riempiranno la nuova attesa con inusuale abbondanza. Ed eccoli lì con il naso all'insù, mi aspettavano, occhi innamorati che risucchiano da me poesia, passione, sentimento, calore di cui si nutriranno e di cui nutriranno i loro baci, gli abbracci... ma io sento freddo, un gelo profondo, ghiaccio che scintilla sulla mia pelle ammirata da tutti.
Ed ecco la vedo, ha il respiro un po' affannato, un po' di sudore le imperla il corpo nudo. Apre le griglie, non cerca me, solo il fresco della notte, è al piano terra ma non le importa se qualcuno durante la notte potrebbe spiarla, si ridistende nel buio, sopra il lenzuolo stende le gambe, allarga le braccia offrendo all'aria nuova il suo corpo. Socchiude gli occhi per il caldo che non passa e tra le ciglia mi scorge. Si sente osservata. Io resto immobile nascosta tra i ventagli simmetrici di una palma, la osservo, l'attaccatura dei capelli sul cuscino è umida come la dolce curva che dal suo labbro superiore raggiunge il suo naso. Chiude gli occhi si lascia fare dal mio sguardo che ora le sta illuminando la pelle. La mia luce la sta accarezzando, mi ha davanti ed ha un brivido di stupido pudore scorgendo il luccichìo del suo seno, il piccolo avvallamento del suo ombelico, l'ombra del pube, i muscoli delle cosce. Sa che non sto guardando solo lei e il gioco la turba. Piano piano con dolcezza aumento la luce, scopro altri piccoli angoli, scivolo sul suo seno chiaro e con delicatezza osservo i suoi capezzoli, chiedo al cielo un po' di vento, solo per stanotte, la mia notte speciale. Con un soffio leggero la faccio rabbrividire sorpresa. Sorride godendo della fresca carezza. Accompagno la linea dei fianchi, mi accorgo del suo fiore prezioso, asciugo il sudore sul suo ventre, sfioro le sue gambe e mi metto a giocale un po' con la bella curva delle caviglie, mi intrufolo tra piccole ombre dei sui piedi. Si sta rilassando, ora il suo corpo è di velluto, il petto si muove più lento, i capelli si arricciano muovendosi un po' mentre il vento attraversa i suoi riccioli. Vorrei chaimarla, sussurarle seguimi. Cerco di trattenere inutilmente la posizione, mi affero alle foglie della palma, lei guarda verso di me e girando su se stessa raggiunge la luce della mia inesorabile camminata. Sta pensando ad un antico proverbio che dice che si diventa pazzi se si dorme al chiaro di luna. Ne sorride, chiude gli occhi e piano va incontro al sonno. Accarezzo grata i suoi capelli, la sua schiena, le sue curve di nuovo sotto la mia luce. Si è addormentata, respira piano ed io piano me ne vado lasciando nel buio chi per una volta, nella mia notte speciale, invece di guardare ha lasciato guardare me.
Luna