Il vagone della metro era mezzo pieno, quando alla fermata della stazione, lei salì con passo agile e sicuro. Lo sguardo fisso, la canottiera colorata, metteva in evidenza il bel seno, poco sopra l’incavo, una grande croce pendeva dalla catenina, ciondoli e braccialetti gli ornavano le caviglie e i polsi.
La metrò improvvisamente acquistò velocità, mentre lei guadagnava il centro del vagone, poi a gran voce tuonò: “ Il nostro viaggio è appena iniziato. Da adesso non dovrete più preoccuparvi di nulla. La nostra meta è il Paradiso!”
Tra i viaggiatori si diffuse lo sbigottimento generale: alcuni strabuzzarono gli occhi, altri credettero di aver udito male, altri ancora sorrisero.
Quando la metro non si fermò alla fermata successiva, anzi accelerò la sua corsa, allora si sparse il panico collettivo.
Una elegante donna in giacca e gonna, protestò veementemente dichiarando che aveva un urgente riunione di affari.
Un giovane uomo disse che aveva da tempo preso un importante colloquio di lavoro e non voleva per nessuna ragione arrivare in ritardo. Il Padreterno, a suo avviso, poteva aspettare.
D’improvviso in mezzo a tutto quel vociare, qualcuno tirò il freno d’emergenza.
I freni della metro si azionarono, le vetture si fermarono e la gente uscì dal vagone correndo. Restammo soli: io e lei.
Improvvisamente sentii un odore di incenso. Vidi fiori mai visti, bellissime piante e frutti colorati dalle forme più assurde.
I suoi immensi occhi poi, si avvicinarono ai miei. Mi sentii inghiottito dalle torbide acque del desiderio. Per qualche rapido istante non riuscii a pensare. Lei mi baciò le labbra, con un tocco lieve, avvertii profondi brividi che mi scossero. Oddio stavo per svenire! Piano, piano, mi ripresi.
Poi non ricordo più nulla.
Ma di una cosa sono sicuro: quel giorno sulla metro, arrivai in Paradiso.